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5mila imprese, 23mila addetti. Il comparto soffre ma non si ferma


L’autotrasporto merci in Sardegna continua a reggere il peso della crisi, nonostante difficoltà strutturali ormai croniche. Secondo i dati diffusi da Confartigianato Imprese Sardegna, il comparto conta oltre 4.000 imprese, di cui il 50,5% artigiane, pari a 2.073 realtà. Una percentuale che supera la media nazionale, ferma al 46,5%. Complessivamente, il settore impiega 23.111 addetti, con una dimensione media di 6,2 lavoratori per unità locale. Il fatturato totale raggiunge i 2.256 milioni di euro, con un valore aggiunto di 1.042 milioni, pari al 7,4% del totale dell’economia regionale.

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I numeri emergono da una rilevazione condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna su fonte UnionCamere-Infocamere, aggiornata al primo trimestre 2025. A livello territoriale, la distribuzione vede 1.669 aziende nella provincia di Cagliari (47,4% artigiane), 1.539 tra Sassari e Gallura (49,5%), 619 a Nuoro (60,4% artigiane) e 282 a Oristano (51,8%).

Il settore, pur impegnandosi nel rinnovamento green, sconta la cronica mancanza di personale. Lo scorso anno le imprese sarde dell’autotrasporto hanno aumentato del 16,7% le immatricolazioni di veicoli, finanziando con risorse proprie il 72,2% degli investimenti per la transizione ecologica. Tuttavia, permane la difficoltà a reperire il 57% delle figure professionali richieste.

«Le nostre imprese sono quotidianamente impegnate con proposte per garantire la sostenibilità ambientale dell’autotrasporto – commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – investono con propri fondi nella sostituzione di veicoli con mezzi a basso impatto ma non possono fare tutto da soli». Meloni aggiunge: «Gli autotrasportatori sentono la necessità di progredire ecologicamente, ma l’esiguità della dotazione finanziaria, che va sempre più riducendosi, non basta a supportare l’imponente sfida verso una graduale e completa decarbonizzazione del settore».

Per Confartigianato Trasporti Sardegna, la sostenibilità non è più solo una scelta etica ma un requisito imprescindibile per la competitività. Le piccole e medie imprese del comparto, parte essenziale della filiera logistica, devono rispondere alle crescenti richieste di sostenibilità provenienti da clienti, banche e mercato.

Sulla questione del personale, Confartigianato denuncia da tempo l’emergenza. L’associazione propone misure immediate, tra cui incentivi pubblici per il conseguimento delle abilitazioni professionali e sgravi per l’assunzione di nuovi conducenti. Serve, secondo Confartigianato, un cambio culturale e normativo per valorizzare il mestiere dell’autotrasportatore e renderlo attrattivo anche per giovani, disoccupati e inoccupati.

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«Si tratta di un fenomeno allarmante sul quale bisogna intervenire al più presto – afferma Daniele Serra, segretario di Confartigianato Sardegna – è importante ragionare sulla formazione dei giovani, dando maggior valore al ruolo dell’autotrasportatore ed è necessario svincolarne l’accezione da una certa esclusività di genere. Autista non si declina soltanto al maschile, ma oggi anche al femminile. Senza correttivi urgenti, il rischio reale è quello di provocare un blocco alle attività economiche con conseguente mancato approvvigionamento di materiali e beni, compresi quelli di prima necessità, come ad esempio i generi alimentari, indispensabili per la vita quotidiana».

Alle criticità occupazionali si sommano i rincari dell’energia e dei carburanti, aggravati dalla situazione internazionale. «Oltre a questi due enormi problemi – conclude Meloni – le aziende dell’autotrasporto si trovano sempre più compresse sia dai rincari dell’energia all’ingrosso, sia da quelli dei carburanti al dettaglio. Sulle attività produttive grava anche il peso della situazione internazionale, ma ricordiamoci anche che nella nostra regione, più dell’80% delle merci viene veicolata su gomma e attraverso le navi quindi in stretto legame con l’oscillazione dei prezzi dei carburanti per l’autotrasporto».





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