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Senza urea a rischio la Pianura Padana e le piccole imprese


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ROMA – È di queste settimane la proposta dell’Unione Europea di vietare completamente l’utilizzo dell’urea come fertilizzante. Notizia che ha colto di sorpresa la maggior parte degli imprenditori agricoli, non solo italiani, e che messa così come è stata proposta non lascerebbe molte alternative.

In Italia, per esempio, potrebbe generare un abbandono dei campi per centinaia di migliaia di ettari. Per capire di più l’impatto che potrebbe avere questa soluzione drastica, ma al contempo anche capire effettivamente se l’urea sia così dannosa per all’ambiente, abbiamo chiesto il parere di Mauro Coatti, Head of Technical Support di Syngenta Italia.

Perché l’urea è così importante nel contesto agricolo italiano, in particolare nella Pianura Padana?

L’urea è uno dei concimi azotati più concentrati, con il 46% di azoto. È semplice da utilizzare e rappresenta circa il 50% dei concimi azotati usati in Italia. Inoltre, è fondamentale per colture estensive come il mais, il frumento e il riso, che hanno grandi fabbisogni di azoto per mantenere alti gli standard produttivi.

Quali potrebbero essere le alternative all’urea?

Tra le alternative all’urea possiamo considreare sia tecniche di distribuzione a bassa emissione sia l’utilizzo di prodotti alternativi, ad esempio: fertilizzanti di sintesi a lento rilascio, l’utilizzo di inibitori della nitrificazione dell’azoto da effluenti, utilizzo di organismi azotofissatori, l’utilizzo di additivi per la riduzione delle emissioni di gas serra e/o ammoniaca dai reflui, addozione di tecniche di distribuzione a minor impatto emissivo

Quali sarebbero quindi le principali criticità legate alla sostituzione dell’urea con tecnologie alternative?

Dobbiamo inquadrare diverse problematiche. La prima riguarda il costo di produzione per l’agricoltore, che aumenterebbe: maggiore costo delle unità fertilizzanti azotate apportate con le nuove tecnologie. Altri elementi da considerare, non meno importanti per la sostituzione dell’urea, sono sia la disponibilità, a livello di aziende agricole, delle tecnologie necessarie per utilizzare le alternative all’urea e sia la formazione al loro utilizzo. Tra le tecnologie che massimizzano l’efficienza della concimazione azotata, possiamo considerare anche l’applicazione a rateo variabile sulla base di mappe di prescrizione, ad oggi non tutte le aziende dispongono della tecnologia necessaria di Agricoltura 4.0. Le alternative all’urea includono anche l’uso di liquami e ammendanti provenienti da impianti di biogas o biometano, anche in questo caso sono richieste attrezzature per la distribuzione e l’interramento, sia per evitare di aumentare le emissioni di ammoniaca ed avere importanti perdite di unità di azoto sia per una distribuzione efficiente dei reflui anche in fase di “concimazione di copertura”. Inoltre la sostituzione dell’urea richiede anche  un aggiornamento dei programmi di fertilizzazione, con le nuove soluzioni, in modo da rendere disponibile, per la pianta, l’azoto in forma nitrica o ammoniacale nei momenti di maggiore richiesta.

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Quali passi dovrebbe fare il settore agricolo per adottare queste alternative?

È fondamentale avviare un periodo di transizione che non è certo brevissimo e immediato. Bisogna validare i nuovi protocolli di fertilizzazione attraverso strutture scientifiche come le università o strutture di ricerca come il CREA. Inoltre, serve un forte investimento nella formazione degli agricoltori per aiutarli a comprendere e utilizzare queste tecnologie. Non dimentichiamo che molte aziende agricole sono di piccole dimensioni e potrebbero avere difficoltà ad accedere alle nuove tecnologie e non solo per un discorso economico.

In tutto questo qual è il ruolo delle tecnologie di agricoltura 4.0?

Le tecnologie di agricoltura 4.0, come la concimazione a rateo variabile, possono ottimizzare l’uso dell’urea. Permettono di distribuire il concime in modo differenziato all’interno di un campo, variando la quantità in base alle specifiche esigenze della coltura in ogni zona del campo stesso. Tuttavia, molte aziende che hanno acquistato queste tecnologie, devono essere formate per sfruttarne tutti i potenziali.

È evidente quindi che l’agricoltura italiana non è pronta e quali sono gli ostacoli nel fare questo cambiamento?

Il cambiamento culturale rappresenta la sfida più significativa. Attraverso mirati programmi di formazione e sensibilizzazione, possiamo supportare gli agricoltori nell’adozione di nuove tecnologie che garantiscono elevati standard produttivi nel rispetto delle normative europee e nazionali.

Come Syngenta Italia siete attivi da anni in questo senso

Il nostro slogan, anche per quanto riguarda gli agrofarmaci, è quello di mettere l’agricoltore nelle condizioni di utilizzare tutta la tecnologia possibile a supporto del loro utilizzo. Anche in merito all’urea siamo da tempo per un approccio di gestione intelligente, aiutando l’agricoltore a utilizzarla in maniera mirata, grazie a sistemi di applicazione a rateo variabile basati su immagini satellitari, per esempio, o con l’utilizzo di batteri azotofissatori che permettono di ridurre l’uso di fertilizzanti azotati mantenendo costanti le rese produttive.

In conclusione, quali sono le prospettive per il futuro?

Come detto, dobbiamo investire in formazione e validazione delle tecnologie per garantire una transizione graduale. È improbabile che si possa eliminare l’urea entro il 2027 senza causare gravi problemi al sistema agricolo italiano, potrebbero chiudere migliaia di aziende, solo se pensiamo alla Pianura Padana dove l’incidenza sarebbe importante. Tuttavia, gestirla meglio e adottare nuove tecnologie potrebbe avere un impatto positivo sull’ambiente e sull’agricoltura. Il futuro sarà determinato da quanto riusciremo a coinvolgere agricoltori e tecnici in questo processo di innovazione.

Syngenta è una delle aziende leader a livello globale totalmente al servizio dell’agricoltura.

Con più di 30.000 collaboratori in oltre 100 Paesi, l’azienda si pone l’ambizioso obiettivo di contribuire a nutrire il mondo in modo sicuro, prendendosi cura al contempo del Pianeta e punta a migliorare la sostenibilità, la qualità e la sicurezza dell’agricoltura attraverso l’eccellenza della ricerca scientifica e soluzioni innovative per le colture. Le tecnologie sviluppate da Syngenta permettono a milioni di agricoltori in tutto il mondo di ottimizzare l’uso delle limitate risorse agricole disponibili. Attraverso partnership, collaborazioni e programmi dedicati alla sostenibilità, l’azienda si dedica ad accelerare l’innovazione per gli agricoltori e la natura, impegnandosi per un’agricoltura rigenerativa, contribuendo alla sicurezza e alla salute delle persone e sviluppando collaborazioni che generano un impatto concreto sull’intero settore agricolo. In Italia, l’azienda opera attraverso una rete capillare che integra tradizione agricola e innovazione tecnologica, supportando gli agricoltori nel loro percorso verso una produzione più sostenibile e competitiva.

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