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Myanmar: Unione Buddhista Italiana, 500mila euro (fondi 8xmille) per ricostruzione di scuole e assistenza sanitaria con cliniche mobili


“In un contesto di emergenza come quello del Myanmar, il nostro dovere è portare un aiuto concreto e opportunità di rinascita. Attraverso il sostegno alla ricostruzione delle scuole, al ripristino dell’accesso all’acqua sicura e alla protezione della popolazione, vogliamo contribuire a restituire dignità e futuro a migliaia di bambini e famiglie che hanno perso tutto a causa del sisma. Come Unione Buddhista Italiana, ci sentiamo uniti alle sorelle e ai fratelli del Myanmar, Paese profondamente legato alla tradizione buddhista”. Filippo Scianna, presidente dell’Unione Buddhista Italiana (UBI) spiega così la decisione di intervenire in risposta alla grave emergenza umanitaria causata dal terremoto che ha colpito il Myanmar lo scorso marzo. UBI ha infatti destinato un contributo di 500mila euro dai fondi 8xmille destinati alle emergenze a supporto dei progetti di soccorso alla popolazione e ricostruzione avviati da ASIA, MedAcross e Medici Senza Frontiere, organizzazioni che da molti anni sono presenti con interventi di emergenza e sviluppo in Myanmar.

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Nei primi giorni subito dopo il terremoto, ASIA ha distribuito nel quartiere di Pyambwe 600 kit di prima necessità: coperte, stuoie, zanzariere, teli impermeabili, contenitori per l’acqua, riso, lenticchie e olio per adulti e bambini che avevano perso tutto. Nelle settimane successive ha portato avanti una serie di valutazioni nelle zone più colpite per avviare la ricostruzione di 28 scuole, sia formali che monastiche, distrutte o gravemente danneggiate nella regione di Mandalay, che coinvolgono 4mila studenti e 280 insegnanti. Anche MedAcross nei giorni successivi al terremoto ha distribuito pasti e kit di prima necessità e per l’igiene personale a oltre 100 nuclei familiari. Inoltre, ha messo a disposizione una clinica mobile per raggiungere villaggi rurali, campi per sfollati e aree isolate nelle aree di Mandalay, Amarapura, Kyaukse, Patheingyi e Sintgaing. Infine Medici Senza Frontiere (MSF), che lavora in Myanmar dal 1992 e grazie al Fondo Emergenze nei giorni successivi al terremoto è intervenuta distribuendo scorte d’acqua e installando tubature e pompe idriche, è in azione per rafforzare le attività in diverse aree del Paese e fornire assistenza medico umanitaria alla popolazione.

Il sisma del 28 marzo scorso ha devastato in particolare le regioni di Mandalay e Sagaing, causando quasi 3.700 vittime, oltre 5.000 feriti e circa 70.000 nuovi sfollati. Complessivamente si stima siano circa 17 milioni le persone colpite (fonte United Nation e UNHCR). L’Unione Buddhista Italiana ha inoltre avviato una raccolta fondi a sostegno della popolazione del Myanmar, in collaborazione con Wisedāna Foundation, fondazione filantropica laica e internazionale. I fondi raccolti saranno destinati alla ricostruzione di scuole, informali e monastiche, e alla riabilitazione dei pozzi e delle attività agricole di supporto alla popolazione messe in campo da ASIA: https://wisedana.org/donations/earthquake-emergency-in-myanmar/





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