La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

coperto solo il 60% dell’obiettivo al 2030


Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Il rischio è concreto: senza nuove risorse e una proroga dei tempi, oltre metà dei progetti per la produzione di biometano potrebbe non partire. Doveva essere uno dei pilastri della transizione energetica, ma l’Italia rischia di mancare l’appuntamento. Nonostante il rilancio della filiera grazie al decreto del Ministero della Transizione Ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) del 15 settembre 2022 e ai fondi stanziati dal Pnrr, la capacità produttiva prevista entro il 2030 coprirà al massimo il 60% dell’obiettivo fissato dal Piano nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC).

A lanciare l’allarme è l’Hydrogen and Alternative Fuels Report 2025 del Politecnico di Milano.

Tanti progetti per il biometano

Dopo anni di incertezze regolatorie, il decreto ministeriale del 15 settembre 2022 ha segnato una svolta per il biometano in Italia. Il provvedimento ha definito un sistema di incentivi economici mirati a stimolare la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione di impianti esistenti a biogas.

Tra le principali misure c’è il meccanismo delle aste pubbliche organizzate dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse), con cui gli operatori possono candidare i propri progetti per ottenere:

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

  • una tariffa incentivante sul biometano prodotto;
  • un contributo in conto capitale, ovvero un finanziamento a fondo perduto per sostenere parte dei costi di costruzione o riconversione.

La quinta asta, pubblicata ad aprile 2025, ha visto un’altissima partecipazione con ben 298 progetti proposti, in particolare da impianti agricoli. Molti di questi prevedono la riconversione di vecchi impianti a biogas, più veloci da attivare. Tuttavia, solo i primi 148 in graduatoria potranno essere finanziati in base ai fondi disponibili.

Perché non raggiungiamo gli obiettivi

Secondo il report del Politecnico, anche includendo la capacità incentivata dal precedente decreto interministeriale del 2 marzo 2018, la produzione complessiva arriverà al massimo al 60% dell’obiettivo del Pniec di 5 miliardi di metri cubi di biometano prodotti annualmente entro il 2030. Si arriverà al massimo a 4 miliardi.

Le cause principali sono:

  • il numero elevato di progetti esclusi dai contributi in conto capitale per esaurimento dei fondi disponibili;
  • i tempi stretti per completare i lavori (la scadenza è fissata al 30 giugno 2026) per accedere ai fondi del Pnrr.

Cosa rischia l’Italia

Il biometano non è solo una fonte rinnovabile. Si tratta di un gas del tutto simile al metano fossile, ma ottenuto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici, scarti agricoli o reflui zootecnici.

È pienamente compatibile con le infrastrutture esistenti. Infatti può essere immesso nella rete del gas naturale e utilizzato dalle industrie e dagli impianti domestici senza modifiche tecnologiche.

Questa compatibilità lo rende una risorsa strategica per ridurre la dipendenza energetica dell’Italia dall’estero (incentivando lo stop al gas russo), e per decarbonizzare i settori più energivori dell’industria.

Un ritardo nello sviluppo del biometano mette quindi a rischio:

  • gli obiettivi climatici europei;
  • la sicurezza energetica nazionale;
  • la stabilità industriale di comparti cruciali (chimico e siderurgico su tutti).

Il piano del Governo

Per evitare un blocco dei progetti e un fallimento degli obiettivi, il Governo, attraverso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha presentato alla Commissione Europea una richiesta formale di revisione del Pnrr, chiedendo due misure fondamentali:

Contabilità

Buste paga

 

  • destinare fondi inutilizzati da altre missioni del Pnrr al sostegno del biometano;
  • prorogare di 6 mesi la scadenza per accedere ai contributi in conto capitale (che sarebbe fissata così al 30 dicembre 2026).

Oltre a ciò, si sta valutando:

  • una sesta asta pubblica per assegnare i fondi residui;
  • un nuovo schema di incentivi, con tariffe aggiornate e una visione di lungo termine, attraverso un nuovo decreto ministeriale dedicato.

Tra le idee più innovative in campo c’è il progetto Biometano Release, proposto da Confindustria sul modello dell’Energy Release. Si tratta di un sistema che mira a collegare in modo strutturato i produttori di biometano con le industrie più energivore e ad alte emissioni (hard-to-abate), favorendo contratti diretti di fornitura.

Cosa serve adesso

Come ha dichiarato Paolo Maccarrone, direttore scientifico del report:

Il biometano si conferma come un tassello strategico della transizione energetica.

Ma senza una strategia stabile e chiara, l’Italia rischia di disperdere gli sforzi fatti finora.

Il settore, emerge dal documento, ha bisogno di:

  • certezze normative;
  • tempi compatibili con gli investimenti industriali;
  • politiche di lungo periodo che permettano di pianificare e costruire una filiera robusta.

Il tempo, avverte l’Hydrogen and Alternative Fuels Report 2025, sta per scadere.

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere