Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Family Index. De Palo: “Per il futuro dell’Italia occorre coniugare sviluppo economico e natalità”


Contrastare la crisi demografica italiana richiede un’azione collettiva. Non bastano più le politiche pubbliche: servono anche imprese capaci di essere protagoniste del cambiamento, adottando misure concrete a sostegno della natalità.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

È in questo contesto che nasce il Family Index, il primo strumento in Italia pensato per misurare quanto “un’azienda sia davvero family and natality friendly”. Il progetto, presentato a Roma il 18 giugno, è promosso dalla Fondazione per la natalità, dal Forum nazionale delle associazioni familiari e dall’Osservatorio Ethos della Luiss e rappresenta un passo innovativo per valutare l’impatto reale delle politiche aziendali su natalità, genitorialità e benessere familiare.

Prevede un’indagine nazionale, la creazione di un modello di valutazione scientificamente validato e la raccolta delle migliori pratiche aziendali, che verranno valorizzate in un dossier pubblico. Il modello di calcolo non è pensato per fare una classifica fine a sé stessa, ma per attivare un circolo virtuoso di consapevolezza, miglioramento e condivisione delle buone pratiche.

Questo progetto risponde a un’esigenza chiara: creare uno strumento scientifico e misurabile, un coefficiente in grado di valutare l’effettivo impatto delle politiche aziendali sulla genitorialità. È uno strumento utile per i lavoratori, che potranno orientarsi meglio nel mercato del lavoro, ma anche per le aziende, che potranno migliorare la loro capacità attrattiva e contribuire alla tenuta sociale del Paese. La situazione attuale evidenzia, infatti, l’urgenza di agire. I dati mettono in evidenza con chiarezza l’impatto della genitorialità sull’occupazione femminile, tanto che tra le donne con figli piccoli il 30% è fuori dal mercato del lavoro (Fonte Istat, 2024). Secondo il Child Penalty Atlas del 2023, dopo il primo figlio, le donne italiane perdono in media il 33% del reddito rispetto agli uomini. Un crollo progressivo che evidenzia quanto, ancora oggi, la maternità sia un fattore penalizzante nella partecipazione femminile al mercato del lavoro. Abbiamo chiesto a Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità di parlarci del progetto.

Come nasce l’iniziativa?

Questa iniziativa nasce da un dialogo concreto e costruttivo avviato con le imprese, sempre più consapevoli che la denatalità non è solo un tema demografico o sociale, ma un vero e proprio fattore di rischio per la sostenibilità economica del nostro Paese. Se oggi un’azienda vuole attrarre e trattenere giovani talenti, deve avere il coraggio di investire seriamente nel benessere familiare dei propri dipendenti. Il welfare aziendale non può limitarsi a essere un insieme di benefit generici: deve diventare una leva strategica capace di sostenere concretamente chi desidera mettere al mondo dei figli. Se non interveniamo ora, il rischio concreto è quello di un crollo strutturale del Pil legato alla denatalità e all’invecchiamento della popolazione.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Il futuro dell’Italia passa anche da qui: dalla capacità di coniugare sviluppo economico e natalità.

Dopo gli Stati generali della natalità e anche il tour della natalità per l’Italia, ora questo nuovo progetto…

Si chiama sussidiarietà quella che stiamo cercando di fare, cioè laddove vediamo un po’ di difficoltà per tutta una serie di motivazioni da parte del governo e degli enti locali, noi proviamo a dare il nostro contributo. Abbiamo ricevuto tantissime richieste da parte di aziende, sia che ci aiutano a realizzare gli Stati generali della natalità, sia da parte di aziende extra, per cercare di aiutarle a fare un ragionamento su che cosa è veramente utile da fare all’interno delle aziende stesse per quanto riguarda il welfare familiare e per la natalità. Da questa richiesta

è emerso anche il desiderio da parte delle aziende di essere messe in rete e quindi abbiamo immaginato di creare un meccanismo anche validato al livello accademico dalla Luiss, che sia un indice per misurare l’impatto delle politiche aziendali, all’interno delle imprese stesse, sui temi della natalità e sui temi delle politiche familiari.

La novità è che questo progetto coinvolge le tre realtà più rappresentative, mi permetto di dire, del settore: il Forum nazionale delle associazioni familiari per quanto riguarda l’aspetto delle famiglie, la Fondazione per la natalità per quanto riguarda il pungolo e l’attenzione sui temi della natalità e la Luiss in quanto Università collegata alle aziende e che dialoga, parla e ha un know-how specifico sul mondo aziendale.

Qual è l’obiettivo?

L’obiettivo è ascoltare le aziende, ascoltare i dipendenti all’interno delle aziende,

perché, troppo spesso, si va avanti per mode: ora si punta sul congedo parentale, ora sull’asilo nido, ora sull’aiuto ai dipendenti con una assicurazione sanitaria privata. Però, spesso e volentieri, queste misure costano molto di più rispetto a politiche che possono essere più fantasiose, che possono avere un impatto maggiore e che possono essere richieste e desiderate maggiormente dai dipendenti.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

La situazione dell’inverno demografico in Italia è complessa?

Noi siamo in una fase delicata del nostro Paese dove, come dice anche l’Istat, la piramide rovesciata – con una popolazione più numerosa che invecchia e bassi tassi di natalità – è una situazione totalmente nuova. Noi non abbiamo nessun feedback o nessuna indicazione dal passato che ci può dire che cosa sarà e che cosa comporterà questa piramide rovesciata. Quindi è come se noi dovessimo andare a navigare o a vivere in un luogo che non conosciamo. San Giovanni della Croce diceva che per andare dove non sappiamo dobbiamo passare per dove non sappiamo. Allora, l’idea è quella di provare a creare progetti nuovi, di cercare buone pratiche che esistono, che vadano oltre l’asilo nido e il congedo parentale. Non perché questi non siano utili, ma perché

magari ci possono essere delle buone pratiche che costano di meno e sono altrettanto utili e percepite dai dipendenti ancora meglio rispetto ad altre.

Quando ci saranno dei dati dell’indagine nazionale?

I primi dati dell’indagine nazionale saranno presentati agli Stati generali della natalità a novembre

e intanto inizia questa fase di contatto e di dialogo con le aziende. C’è sia un confronto per vedere quali sono le buone pratiche più efficaci e c’è anche un confronto per ascoltare direttamente i lavoratori, per capire se le politiche aziendali che vengono messe in campo li soddisfano, sono utili, magari hanno bisogno di altro.

Questo progetto riguarda aziende grandi e piccole?

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Noi cercheremo di fare un ragionamento anche con le piccole e medie aziende perché le grandi aziende bene o male hanno un welfare familiare, perché hanno molte risorse e quindi è più semplice.

Le piccole e medie aziende hanno più difficoltà e noi andiamo pure a cercare proposte che siano per loro più sostenibili, magari facendole mettere insieme.

Non solo. In una prima chiacchierata che abbiamo fatto con molte aziende è emerso un aspetto: le aziende non conoscono tutti i diritti che spettano a loro e ai lavoratori e tutte le potenzialità che ci sono. Mi riferisco a quel welfare pubblico che rimane spesso e volentieri inutilizzato. L’Inail promuove una serie di bandi per le donne che rimangono incinte, la stessa cosa fa l’Inps, eppure questi bandi non vengono conosciuti dalle aziende o dai lavoratori. Noi vogliamo provare a dare un segnale a favore della natalità e delle politiche familiari.

Quante aziende coinvolgerete nel progetto?

L’obiettivo è raggiungere oltre 100 aziende in un anno e il progetto durerà più anni.

Si tratta di un’iniziativa che non nasce dall’alto, ma dal basso. Sono le aziende che ce l’hanno chiesto. Un Paese dove la società civile si è rassegnata e non fa di tutto per risollevarsi è un Paese morto. Un Paese dove, come in questo caso, aziende e Terzo settore si mettono insieme per trovare soluzioni è un Paese vivo e questa sussidiarietà dovrebbe essere ascoltata, valorizzata e anche facilitata.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!