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la guida ESG dell’UE per la sostenibilità delle PMI


Il nuovo Standard VSME

Nel contesto attuale del business europeo, l’attenzione verso i temi ESG appare meno vivace rispetto al periodo post-pandemico, che aveva spinto molte imprese a ripensarsi in ottica sostenibile.

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Questa attenuazione non indica un disinteresse, ma riflette piuttosto un rallentamento dovuto a fattori concreti: da un lato, molte PMI si trovano a gestire crisi economiche, instabilità geopolitiche e priorità operative più urgenti; dall’altro, alcuni recenti sviluppi normativi sembrano alleggerire la pressione regolatoria sulla rendicontazione per le imprese di minori dimensioni.

Proprio in questo scenario prende forma un’incertezza insidiosa: quella di ritenere che la sostenibilità possa essere posticipata o messa in secondo piano. Tuttavia, quello che sta accadendo ci indica proprio il contrario, perché chi saprà integrare i temi ESG nel proprio modello di business non solo sarà più resiliente di fronte ai cambiamenti regolatori e alle crisi ambientali e sociali sempre più frequenti, ma potrà accedere a nuove opportunità: finanziamenti agevolati, bandi pubblici, partnership strategiche e la fiducia crescente da parte di clienti, stakeholder e talenti.

Ma come orientarsi tra sigle, parametri e aspettative crescenti di banche, clienti e investitori? La risposta è più semplice di quanto sembri: arriva il VSME, lo standard europeo su misura per le PMI che vogliono raccontare il proprio impegno ESG in modo chiaro, credibile ed anche vantaggioso.

EFRAG: l’architetto della sostenibilità contabile

EFRAG, acronimo di European Financial Reporting Advisory Group, è l’organismo europeo indipendente incaricato di sviluppare gli standard ufficiali per la rendicontazione di sostenibilità. È, per così dire, il “regista tecnico” dietro la CSRD – la direttiva che impone alle grandi aziende di dichiarare i loro modelli di sostenibilità e i loro impatti ambientali e sociali.

Proprio per supportare le PMI che restano fuori da questi obblighi (almeno per ora), EFRAG ha creato il VSME: Voluntary Sustainability Reporting Standard for Micro and Small Entities. Uno strumento semplice, flessibile e ufficialmente riconosciuto dalla Commissione Europea, che diventerà una raccomandazione comunitaria entro l’estate 2025 (e, successivamente, uno standard volontario per le imprese tra 250 e 1000 dipendenti).

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VSME: uno standard “light” con lo stemma Europeo a garanzia

Il VSME è la risposta concreta a una domanda crescente: “Come faccio a rendicontare ESG senza impazzire?”.

Tra fornitori pressati dalla CSRD, clienti sensibili al clima, e banche sempre più esigenti, le PMI rischiano di trovarsi strette tra un desiderio di essere sostenibili e le risorse limitate disponibili.

Ecco dove entra in gioco il VSME. Questo standard:

  • è volontario, quindi sceglie l’azienda quando e come adottarlo;
  • è modulare, con un modulo base (11 indicatori essenziali) e uno complementare per chi vuole spingersi oltre;
  • è pratico e leggibile, pensato per le esigenze delle PMI, grazie a consultazioni con oltre 25.000 imprese e centinaia di intermediari finanziari.

Non è più solo questione di “essere green”: oggi avviare una strategia ESG ben strutturata rappresenta un vero e proprio driver di crescita. Adottando il VSME, un’impresa inizia a misurarsi su ambiti cruciali come:

  • consumi energetici e impatti sull’ambiente (Scope 1 e 2);
  • benessere dei lavoratori e diritti nella filiera;
  • governance e trasparenza aziendale.

In altre parole, un punto di partenza concreto per capire dove si è, cosa si fa già bene e dove migliorare. Un investimento che torna utile non solo per l’immagine, ma anche per creare fiducia con clienti e investitori ESG-oriented, facilitare l’accesso a finanziamenti verdi e bandi pubblici, rimanere competitivi nelle filiere europee, che richiedono sempre più trasparenza.

Con la recente proposta “Omnibus” di febbraio 2025, che restringe ulteriormente l’ambito di applicazione della CSRD, molte PMI resteranno formalmente escluse dagli obblighi normativi. Ma attenzione: le richieste di trasparenza lungo le catene di fornitura non si fermeranno e, anzi, si faranno più intense. Avere un report sostenibile, anche se volontario, potrà fare la differenza tra essere scelti o tagliati fuori.

Meglio giocare d’anticipo che rincorrere

Adottare il VSME oggi è come imparare una nuova abilità prima degli altri: ci si posiziona sul mercato con un’immagine solida, dimostrando impegno, trasparenza e consapevolezza. E, soprattutto, lo si fa con uno strumento semplice, affidabile e riconosciuto dall’Unione Europea.

Se si vuole iniziare il viaggio ESG senza perdersi tra codici e acronimi, il VSME è la soluzione più vantaggiosa . Non serve essere una grande azienda per fare la differenza: con le giuste informazioni e un approccio intelligente, anche una PMI può diventare il motore silenzioso – ma potente – della sostenibilità europea.

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