Alvise Biffi, nuovo presidente di Assolombarda: «Intelligenza artificiale e spazio alla formazione. Il nucleare a Milano? Non decido io»

«È qui più che altrove che l’impresa può fare la differenza e portare un contributo positivo al cambiamento, facendo da traino al resto del Paese». Alvise Biffi, nuovo presidente di Assolombarda, si presenta subito con idee nette e orizzonti ampi. Classe 1978, bocconiano, Biffi è fondatore e amministratore delegato della Secure Network (gruppo Bv Tech), azienda di cyber security, già tra i vicepresidenti del predecessore Alessandro Spada e in passato presidente del Gruppo giovani. 

Era il candidato unico alla guida dell’associazione degli industriali milanesi e ieri è stato investito ufficialmente dell’incarico di presidente per il quadriennio 2025-2029.

Forse anche deformazione professionale, considerata la sua attività totalmente immersa nel mondo dell’innovazione digitale, ma il primo tema proposto da Biffi, subito dopo la proclamazione, è l’intelligenza artificiale: «Aumentare la produttività deve essere il nostro obiettivo e, per farlo, è necessario ripensare l’impresa. Per questo motivo, mettere a terra il potenziale innovativo, integrando l’intelligenza artificiale nei processi industriali, è il centro del mio programma» E cita alcuni dati: «Le aziende che hanno integrato l’intelligenza artificiale generativa registrano un tasso di aumento della produttività 2,4 volte superiore ai propri pari, una riduzione di costi del 13% e, nell’aumento di produttività, un rapporto ricavi-costi migliorato del 4,5%». In questo scenario, aggiunge, «siamo troppo indietro rispetto ai competitor», ma c’è una prima proposta: «Il nostro territorio ha tutte le potenzialità per ospitare un grande centro di sperimentazione sull’intelligenza artificiale europeo, pubblico e aperto. Dove in Italia, se non qua, visto che nella nostra area viene prodotto il 20% degli articoli scientifici nazionali di maggiore qualità, viene prodotto il 20% dei brevetti, sono presenti 9 università e centri di ricerca di valore, si concentra il 22% delle start-up innovative italiane».

Ma allo stesso tempo, c’è un problema di risorse umane: «Abbiamo persistenti lacune in termini di mismatch tra domanda e offerta di competenze, nel 2024 il 44,8% delle nostre imprese ha segnalato difficoltà a reperire personale qualificato, soprattutto nei settori tecnico-produttivi, in professioni sanitarie, digitali e in professioni emergenti». Anche per questo, quindi, un’altra voce enfatizzata nel discorso programmatico di Alvise Biffi è la formazione: «È fondamentale investire nell’economia della conoscenza per sviluppare professionalità su misura per le imprese», puntando in particolare sugli Its, che finora «non hanno goduto di un buon nome e di un buon marketing per diventare appetibili per le famiglie». Biffi propone anche di creare «hub territoriali dell’innovazione, dove competenze, tecnologie e idee si incontrano per generare sviluppo sostenibile, occupazione qualificata e competitività», e rilancia il nucleare per quanto riguarda le fonti di energia sostenibile nel futuro. Un reattore a Milano? «Questo non lo decido io».

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