CAMPI BISENZIO – La CNA Piana Fiorentina punta sul futuro energetico e si rinnova. Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer), infatti, sono stati oggetto dell’incontro avvenuto ieri all’Hidron promosso dall’associazione ed è stato l’occasione per fare il punto su uno strumento che consente di produrre, condividere e utilizzare energia da fonti rinnovabili in forma collettiva, con vantaggi concreti per i partecipanti e per il territorio.
“Le Comunità Energetiche – ha detto il presidente di CNA Piana Fiorentina Massimo Cerbai -dimostrano che la transizione ecologica non è un obiettivo astratto, ma un percorso concreto e realizzabile, anche dalle piccole imprese. È una scelta che fa bene al territorio e alle persone. CNA è pronta ad affiancare chi vuole intraprendere questa strada”. Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi gli aspetti normativi, fiscali, finanziari e tecnici legati alla costituzione di una CER, con particolare attenzione agli incentivi disponibili e ai possibili effetti sull’autonomia energetica locale. È stato inoltre presentato il caso della CER già attiva presso CNA Pontassieve: una comunità tra l’associazione e i suoi dipendenti, alimentata da un impianto fotovoltaico installato sul tetto della sede. Il surplus di energia, quando autoconsumato dai membri, genera un incentivo riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici, che CNA ha scelto di destinare ai lavoratori come welfare aziendale legato all’autoconsumo.
Oggi quella di CNA è l’unica CER attiva nella Città Metropolitana di Firenze e una delle 14 presenti in Toscana, su un totale di 213 in Italia*.
Il quadro normativo si fa però sempre più favorevole: il Decreto CER (DM 414/2023) prevede contributi a fondo perduto fino al 40% dei costi di investimento per impianti realizzati nei comuni con meno di 5.000 abitanti. È attesa nei prossimi giorni la pubblicazione in Gazzetta del decreto, firmato il 16 maggio 2025, che innalzerà il limite a 50.000 abitanti, includendo praticamente tutti i comuni della Città Metropolitana di Firenze, ad eccezione del capoluogo.
Nel dibattito è emersa anche la crescente difficoltà per le piccole imprese a sostenere il peso della bolletta energetica. I dati dell’Osservatorio energia CNA confermano che le piccole imprese continuano a sopportare costi dell’energia notevolmente più alti rispetto alla media europea, mentre si allarga in modo preoccupante il divario con le imprese energivore.
Tra il 2019 e il primo semestre dell’anno in corso il prezzo medio dell’energia elettrica in Italia supera del 28,3% la Francia, del 30,9% la Germania e del 53,6% la Spagna. Le conseguenze? Nel 2024, le PMI italiane con consumi fino a 20 MWh hanno pagato il 29,4% in più della media UE. Un differenziale che diminuisce all’aumentare dei consumi: le energivore pagano infatti l’energia solo il 4% in più della media UE. Più nel dettaglio, le piccole imprese italiane nel 2024 hanno pagato 435 euro per MWh, 99 euro in più della media europea, mentre per le energivore il prezzo medio è stato di 155 euro contro i 149 euro dell’UE.
Alla base di questo divario vi è la struttura della bolletta. Per le piccole imprese i costi energetici effettivi sfiorano il 60% del costo totale, mentre per le energivore superano il 77%. Oltre al consistente peso del fisco, su 11,2 miliardi l’anno di oneri generali di sistema, oltre la metà è finanziata proprio dalle PMI. CNA si è detta a disposizione di tutte le imprese che vogliano intraprendere questo percorso, mettendo in campo strumenti, esperienze e supporto concreto.
Oltre al presidente Cerbai hanno partecipato: il sindaco Andrea Tagliaferri, la responsabile dell’assistenza fiscale CAF imprese CNA E referente del progetto pilota sulle CER Rossella Borgioli, Giovanni Bocchetti di Finart CNA, esperto in finanziamenti pubblici, regionali e nazionali, e Fabrizio Bassini e Luca Ciulli di Enegan.


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