Pianificazione eolico offshore vs mappa intensità di pesca

La direzione generale del Ministero dell’Agricoltura redigerà una mappa per individuare le zone di sovrapposizione tra le aree ad alta intensità di pesca e quelle designate come “Idonee” o di “accelerazione per le rinnovabili offshore

La pianificazione dello spazio marittimo (PMS) in Italia è ancora un tema traballante. E in vista del futuro sviluppo dell’eolico offshore (ma anche del solare flottante) è necessario fare chiarezza e poter contare su indicazioni più precise e puntuali. Necessario soprattutto per far convivere le diverse attività della blu economy. Ecco perché il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MSAF) è oggi al lavoro sulla prima mappa dell’intensità dello sforzo di pesca.

A farlo sapere è AGCI, l’Associazione generale delle Cooperative italiane, al termine della prima riunione tecnica in tema di eolico marino nella PSM. L’incontro tenutosi il 18 giugno aveva il compito di valutare tecnicamente eventuali interconnessioni tra aree sfruttate dalla filiera ittica nostrana e zone interessate dai futuri impianti offshore.

La preoccupazione del settore, riporta AGCI, è che la pianificazione spaziale marittima non lo affronti in maniera approfondita, limitandosi ad alcune dichiarazioni di carattere generale.

Pianificazione dello Spazio Marittimo, a che punto siamo?

La Pianificazione dello Spazio Marittimo rappresenta la modalità pratica con cui organizzare razionalmente l’uso delle acque e delle sue risorse, comprese le interazioni tra i suoi diversi utilizzi. Il suo scopo è bilanciare lo sviluppo economico con la protezione degli ecosistemi marini, raggiungendo obiettivi sociali ed economici in maniera trasparente e pianificata.

A livello comunitario la Direttiva 2014/89/UE ha istituito un quadro per la PSM. L’Italia ha recepito la direttiva con il Decreto legislativo del  17 ottobre 2016, n.201 con cui è stato istituito un quadro per la pianificazione, prevedendo la creazione di un comitato tecnico per la creazione dei piani di gestione dello spazio marittimo (PGSM).

Si tratta di documenti che individuano la distribuzione spaziale e temporale delle pertinenti attività per tre  aree marittime: Adriatico, Ionio-Mediterraneo Centrale e Mediterraneo Occidentale. Sono concepiti come una sorta di “superpiani” sovraordinati rispetto a tutti gli altri piani e programmi che possono avere effetti sull’ambiente marino e la redazione 

Un anno dopo, nel 2017, con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il Belpaese ha approvato le linee guida contenenti gli indirizzi e i criteri per la predisposizione dei PGSM.

Il via libera ai Piani è arrivato, invece, solo a settembre 2024 ma prevedendo per tutti e tre i PGSM lo sviluppo di “Linee Guida nazionali per l’identificazione di siti idonei per le rinnovabili offshore (eolico, solare, onde e correnti) e la valutazione degli impatti ambientali e paesaggistico-culturali singoli e cumulativi”.

La mappa dell’Intensità di pesca

 Ma la questione aree idonee per le rinnovabili e aree dedicate alla pesca ovviamente non è esaurita.

“Le possibili ricadute sulla filiera ittica nazionale, senza un’adeguata pianificazione, in alcuni areali potrebbero portare ad una diminuzione dell’attività di pesca di oltre il 60%”, scrive AGCI in una nota stampa. “L’individuazione delle aree maggiormente vocate allo sviluppo dell’energia eolica offshore non può avvenire senza tenere in considerazione conflitti e sinergie con altri usi del mare e della costa”.

 La risposta del MASAF non si è fatta attendere. Il Direttore generale Francesco Saverio Abate ha fatto sapere di aver attivato gli uffici della Direzione per redigere una mappa della intensità dello sforzo di pesca, “al fine di rendere possibile le zone di sovrapposizione con le Aree Idonee e le aree di accelerazione per le rinnovabili”.