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Scontrini di carta addio, la data definitiva del divieto


Il Parlamento si prepara a discutere una legge che potrebbe abolire in meno di quattro anni l’obbligo di emettere una ricevuta fiscale cartacea in tutti i negozi d’Italia. La Commissione Finanze ha infatti approvato una proposta di legge di Fratelli d’Italia che punta ad abolire gli scontrini fiscali di carta.

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Nelle prossime settimane il testo arriverà in aula, dove dovrebbe avere il supporto della maggioranza. L’obiettivo è quello di eliminare tonnellate di rifiuti non riciclabili costituiti dalla carta termica utilizzata per stampare lo scontrino. Al contempo, la norma dovrebbe velocizzare il passaggio al sistema automatico e integrato per la comunicazione delle transazioni all’Agenzia delle Entrate.

Quando saranno vietati gli scontrini di carta

La nuova legge per l’abolizione degli scontrini, che porta la firma del parlamentare di Fratelli d’Italia Saverio Congedo, prevede un percorso di almeno tre anni prima di arrivare alla completa eliminazione degli scontrini cartacei in Italia:

  • 1° gennaio 2027, niente scontrini per le imprese della grande distribuzione;
  • 1° gennaio 2028, niente scontrini per tutti i soggetti con un volume d’affari superiore a una determinata soglia da stabilire;
  • 1° gennaio 2029, addio agli scontrini cartacei per tutti gli esercenti.

A essere eliminato è solamente il documento cartaceo. Gli scontrini sono infatti stampati su carta termica, non riciclabile e difficile da smaltire in modo diverso dalla combustione. Rimane invece l’obbligo di memorizzare e trasmettere i corrispettivi delle transazioni all’Agenzia delle Entrate. Per questa ragione, i clienti potranno comunque chiedere lo scontrino cartaceo, nel caso in cui ne avessero bisogno.

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Il passaggio alla trasmissione telematica

L’approccio graduale è stato scelto proprio per permettere agli esercenti di dotarsi degli strumenti tecnologici necessari per la memorizzazione e la trasmissione delle transazioni al Fisco. Non solo: gli esercizi commerciali dovranno anche adottare sistemi che permettano di spedire al cliente versioni smaterializzate del documento fiscale.

Una pratica che alcune aziende della grande distribuzione hanno già adottato. Fornendo il proprio numero di telefono o il proprio indirizzo e-mail si può ricevere una prova d’acquisto con valore fiscale, utilizzabile sia per eventuali resi, sia per le detrazioni a cui si ha diritto.

Il primo passo con il Pos

Il primo vero passo di questa riforma avverrà però già a partire dal 1° gennaio del 2026. Come previsto dalla legge di bilancio per il 2025, da questa data comincerà l’obbligo di collegamento tra il Pos (tecnicamente lo strumento elettronico di pagamento) me il registratore di cassa telematico in tutti i negozi italiani.

Questo primo passo permetterà di preparare la strada per l’abolizione degli scontrini cartacei. Come già accade in altri Paesi del mondo, saranno adottati strumenti che rendono la stampa facoltativa. In questo modo la prova d’acquisto, che rimane fondamentale, viene gestita in modo completamente dematerializzato.





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