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Food: filiera caffé tra clima e tensioni internazionali,scenari


Scenari attuali e futuri in un mercato in evoluzione, tra trasformazioni economiche, climatiche e geopolitiche. Ha provato a tracciarli nel Napoletano il convegno ‘L’Oro Verde’, terza edizione di un appuntamento nato nella terra che ha fatto del caffè un suo simbolo, sia sul fronte della trasformazione della materia prima, sia su quello del consumo.
Esperti di logistica, dogane, commercio, qualità e industria si sono alternati in un dialogo che aveva l’obiettivo di offrire una visione integrata del mercato.
Ad aprire i lavori è stato Rosario Carafa, ceo de Il Polo del Caffè Spa, che ha offerto una riflessione puntuale su un concetto spesso abusato, ma cruciale: la supply chain. Spiegandone le dinamiche profonde, Carafa ha chiarito la differenza con la logistica, sottolineando come la prima sia l’intera rete strategica che guida il flusso di materiali, informazioni e finanze, mentre la seconda ne costituisce solo una parte operativa. Il vero valore, secondo Carafa, emerge quando la supply chain diventa partnership: integrazione, semplificazione, gestione condivisa dei flussi e pianificazione congiunta ne sono i vantaggi chiave. Angelito Di Marino, National Sea Logistics Manager di Kuehne+Nagel, ha raccontato l’evoluzione del trasporto marittimo: da 28 a soli 10 operatori globali in meno di tre decenni. Pochi attori, che controllano oggi l’85% della capacità mondiale, rendendo la logistica navale più concentrata e fragile. Tra pandemia, conflitti e porti congestionati, la resilienza è diventata fondamentale. Per rispondere a queste sfide, Kuehne+Nagel ha sviluppato SeaExplorer, un tool digitale che consente il monitoraggio in tempo reale di oltre 4.200 navi, favorendo trasparenza e capacità decisionale per le imprese. I numeri sul commercio del caffè globale confermano la centralità del Brasile (30% della produzione), mentre gli Usa e l’Europa restano i maggiori importatori, con Italia e Belgio tra i primi cinque paesi.
L’intervento di Maria Alessandra Santillo, direttore territoriale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è partito da sottolineare come, in un contesto dominato da e-commerce e globalizzazione, il codice doganale attuale mostra tutti i suoi limiti. Per affrontare le nuove sfide, l’Ue propone una riforma strutturale con due obiettivi principali: semplificare le procedure e proteggere in modo più efficace i cittadini e il mercato interno. Centrale sarà l’introduzione dello sportello doganale unico, con vantaggi per operatori fidati, procedure armonizzate e maggiore trasparenza, soprattutto nel settore e-commerce. Anche l’eliminazione dell’esenzione dai dazi sotto i 150 euro rappresenta un passo verso l’equità fiscale. Un nuovo partenariato tra dogane, imprese e Commissione Europea sarà la base per un futuro più solido e coerente. Alessandro Raffaele, direttore dell’Ufficio Uvac Pcf, ha presentato il quadro dei controlli sanitari sull’importazione del caffè. Michele Monzini, presidente del Comitato Italiano Caffè, ha fatto luce sul mercato italiano. Il 98,6% degli adulti consuma caffè, l’80% dei consumi avviene in casa e il 20% fuori casa. Il consumo pro capite è salito a 4,8 kg. In un mercato ancora in crescita, cresce anche il mono-porzionato, a scapito del macinato. L’Italia resta un attore importante nell’import (circa 10 milioni di sacchi all’anno), e la voce del Comitato Italiano del Caffè è sempre più attiva in Europa, dove difende la qualità e la cultura del caffè espresso.
Lo scenario del trading internazionale è stato tratteggiato da Gian Marco Nicelli, ad di Interkom Spa. Il mercato è dominato da sette grandi case di trading che gestiscono il 60% del caffè globale. Con la produzione concentrata in poche nazioni e i consumi prevalentemente in Europa e USA, il sistema è estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici e geopolitici. L’instabilità sta portando ad accorciare i cicli di programmazione, a ridurre gli stock e a consolidare le catene di approvvigionamento. Tutto ciò mentre l’industria assiste, spesso senza strumenti, a una fluttuazione dei prezzi senza precedenti.
Proprio la questione dei prezzi è stata al centro dell’intervento di Uberto Marchesi, Co-General Manager di Nkg Bero Italia Spa. Dal 2020 al 2025, i prezzi del caffè sono cresciuti fino al +330%, a causa di deficit produttivi, crisi logistiche, tensioni valutarie e speculazione finanziaria. I differenziali di borsa si sono impennati, mentre le scorte si sono ridotte al minimo storico. La crisi del Mar Rosso ha solo aggravato la situazione. Oggi, mantenere stock è diventato antieconomico per i trader, ma vantaggioso per gli speculatori. E l’entrata in vigore del regolamento europeo sulla deforestazione (Eudr) aggiunge un ulteriore elemento di incertezza.
In uno scenario così complesso, Corrado De Falco, coo di Kimbo Spa, ha lanciato un messaggio positivo: la crisi può diventare opportunità. A chiudere il ciclo di interventi, Nicola Cimarosti, Group Supply Chain Director di Massimo Zanetti Beverage Group Spa, che ha descritto lo scenario della supply chain globale. Ogni giorno le aziende devono affrontare fluttuazioni di prezzo, ritardi negli imbarchi, congestioni portuali e notizie capaci di ribaltare ogni pianificazione.
La risposta? Pianificazione strategica condivisa, diversificazione delle fonti, gestione del rischio con strumenti finanziari e stoccaggio nei punti chiave. (AGI)
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