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“Non facciamo fuori”: per Amazon, in futuro, vendita al dettaglio ed e-commerce andranno a braccetto


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Amazon è spesso accusata di causare il declino della vendita al dettaglio, ma la questione è davvero così semplice?

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Nel 2024, il marchio di moda Esprit ha chiuso 56 negozi in Germania, Ted Baker ha abbassato le serrande di tutti i suoi 46 negozi di Regno Unito e Irlanda, e il francese Casino Group (proprietario di Casino, Monoprix, Naturalia e Franprix) ha fatto fuori 768 punti vendita non redditizi.

È un segno premonitore di ulteriori chiusure? Mariangela Marseglia, vicepresidente dei negozi Amazon dell’UE, non la pensa così. Di fatto, prevede “un futuro in cui e-commerce e commercio tradizionale coesisteranno”.

“I clienti non si limitano né ai negozi fisici né all’e-commerce, fanno entrambe le cose.”

In questo episodio di The Big Question, Mariangela incontra Stefan Grobe di Euronews per discutere dello stato della vendita al dettaglio in Europa e dell’impatto di Amazon sul settore.

L’e-commerce e la vendita al dettaglio possono coesistere?

Mariangela insiste che i consumatori vogliono ancora poter scegliere di fare acquisti sia online che nei negozi fisici, e che il settore deve continuare a offrire entrambe le opzioni. 

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Dà ai negozi online, come Amazon, il merito di essere un ottimo mezzo per procurarsi articoli specializzati o rari che i negozi fisici non possono proporre per questioni di spazio. 

“Quando ho iniziato a lavorare in Amazon, gestivo la vendita di libri”, ha ricordato Mariangela. 

“E proponevamo, sui nostri scaffali infiniti, milioni e milioni di libri, compresi quelli in lingue straniere e titoli difficili da trovare. Di solito, per questi articoli non c’è spazio nei normali negozi di libri, quindi è una cosa complementare alla vendita al dettaglio tradizionale.”

Mariangela ha anche spiegato che Morrisons, catena di supermercati del Regno Unito, offre la consegna tramite Amazon: opzione che coesiste con successo sia con i negozi fisici che con il servizio di consegna online della catena. 

E anche Mariangela sembra vivere secondo questa filosofia. 

Quando le abbiamo chiesto dove preferisce fare acquisti nel tempo libero, ha ammesso di acquistare spesso da Amazon quando è impegnata, ma di dilettarsi ad andare al mercato di zona in Lussemburgo per acquistare ingredienti pugliesi provenienti dal suo Paese, l’Italia.

Come stanno cambiando le abitudini di acquisto dei consumatori?

Non sorprende che la crisi del costo della vita abbia avuto un impatto enorme sul modo in cui i clienti di Amazon spendono i loro soldi.

“Stiamo notando che le persone fanno un po’ più attenzione a come spendono: acquistano più beni essenziali e forse [fanno con calma quando devono acquistare] beni più durevoli.” 

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“Invece di cambiare la lavatrice ogni 10 anni, aspettano un po’ più di tempo. Rimandano questo tipo di acquisti”, ha aggiunto Mariangela.

“Sono molto più interessate alle offerte, ad esempio. Le occasioni stanno diventando molto popolari, come il Prime Day o il Black Friday. Le persone tendono ad aspettare quei periodi per trovare le occasioni e risparmiare un po’ di soldi.”

Amazon è un bene per l’economia europea?

Si dice sempre che le piccole e medie imprese (PMI) siano la spina dorsale dell’economia europea.

Secondo Mariangela, ci sono oltre 127.000 PMI europee che prosperano su Amazon. 

“Non le facciamo fuori. In realtà siamo un loro alleato, un catalizzatore per la loro crescita”, ha detto a The Big Question. 

“Un’azienda come Amazon semplifica il loro lavoro perché consente loro, ad esempio, di esportare in paesi stranieri in modo molto semplice.” 

Mariangela ha anche dichiarato con orgoglio che Amazon ha contribuito con 41 miliardi di euro al PIL del blocco, all’incirca l’equivalente dell’intera economia di Lettonia o Estonia. 

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Tuttavia, ha criticato che in Europa è più difficile sopravvivere per le imprese rispetto che negli Stati Uniti. 

“Il mercato statunitense è un grande mercato unico. In Europa, penso che dovremmo fare molto di più per rafforzare il blocco come mercato unico, perché la realtà è che c’è una tendenza in tal senso, ma stiamo ancora operando come 27 diversi mercati “, ha spiegato Mariangela. 

“Resistiamo perché siamo grandi e grossi. Ma mi preoccupano molto di più le piccole imprese che vendono nel nostro mercato. Per loro è molto più difficile vedersela con una legislazione complicata, regolamenti diversi, eccetera.”

The Big Questionè una serie di Euronews Business in cui incontriamo leader ed esperti del settore per discutere di alcuni dei più importanti argomenti attuali all’ordine del giorno.

Guarda la discussione completa con Mariangela Marseglia nel video qui sopra.



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