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Horizon Europe 2025, al via il nuovo bando da 250 milioni di euro per la sicurezza civile


È ufficialmente aperto il nuovo bando “Civil Security for Society” nell’ambito del programma quadro europeo Horizon Europe 2025, con un budget complessivo che sfiora i 250 milioni di euro. La call, attiva fino al 12 novembre 2025, rappresenta una delle iniziative chiave dell’Unione Europea per promuovere ricerca e innovazione nell’ambito della sicurezza civile, in un contesto geopolitico e tecnologico sempre più complesso.

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Promosso dalla Direzione Generale Affari Interni (DG HOME) della Commissione Europea, il bando mira a sostenere progetti capaci di rafforzare le capacità dell’Unione nel prevenire, proteggere e rispondere a minacce ibride, fisiche e digitali.

Obiettivi strategici: difesa civile e autonomia tecnologica europea

Il Work Programme 2025 della call Civil Security for Society traccia una visione strategica integrata per la sicurezza europea, fondata su un approccio multidimensionale e fortemente interconnesso con le priorità dell’autonomia strategica e tecnologica dell’Unione Europea.

In un contesto caratterizzato da crescenti minacce ibride, fragilità infrastrutturali e un’evoluzione accelerata delle tecnologie dual-use, il programma promuove sei direttrici strategiche:

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  • Resilienza alle catastrofi naturali e antropiche, in un’ottica di protezione civile intelligente e prevenzione sistemica
  • Cybersecurity avanzata, capace di contrastare attacchi informatici su larga scala e proteggere asset critici pubblici e privati
  • Protezione fisica e digitale delle infrastrutture critiche, incluse reti energetiche, sanitarie, logistiche e di comunicazione
  • Gestione integrata e innovativa delle frontiere esterne, con soluzioni digitali interoperabili e sistemi predittivi
  • Prevenzione e contrasto a criminalità organizzata e terrorismo, anche attraverso tecnologie di sorveglianza e intelligenza artificiale etica
  • Consolidamento dell’ecosistema europeo di ricerca e innovazione per la sicurezza, attraverso standard condivisi, partenariati strategici e capacità di procurement comune.

Questi obiettivi non sono solo tecnici, ma profondamente politici e industriali: rispondono all’urgenza di ridurre la dipendenza dell’Europa da tecnologie extra-Ue, soprattutto statunitensi e cinesi, in settori chiave come il cloud, l’AI, la sensoristica avanzata, le tecnologie di crittografia e la robotica autonoma.

L’ambizione sottostante è costruire una filiera industriale europea della sicurezza civile, resiliente, competitiva e capace di rispondere alle sfide emergenti con soluzioni proprietarie, open e conformi ai valori europei. In quest’ottica, l’autonomia tecnologica non è fine a sé stessa, ma strumento essenziale per garantire:

  • Sovranità digitale, nel controllo dei dati, delle piattaforme e dei sistemi intelligenti
  • Resilienza democratica, nella capacità di proteggere cittadini, diritti e istituzioni da manipolazioni e interferenze esterne
  • Capacità operativa congiunta, anche in scenari di crisi transfrontalieri o di risposta rapida.

Il programma 2025 funge da catalizzatore per un nuovo paradigma di politica industriale europea applicata alla sicurezza, in cui la ricerca applicata, l’innovazione mission-oriented e la cooperazione pubblico-privata non sono più elementi separati, ma parti di un’unica infrastruttura strategica. Un’infrastruttura pensata per un’Europa che non sia solo un mercato, ma un attore geopolitico in grado di progettare e difendere il proprio futuro digitale e civile.

Profili ammissibili e struttura della call

Il bando Civil Security for Society 2025 si caratterizza per un’impostazione inclusiva e sistemica, volta a promuovere un autentico ecosistema della sicurezza civile a livello europeo. Il programma non si rivolge esclusivamente al mondo accademico o alla grande industria, ma invita alla partecipazione una gamma eterogenea di attori, riconoscendo la complessità e l’interconnessione delle sfide contemporanee.

I soggetti ammissibili includono:

  • Università e centri di ricerca: attori chiave nella produzione di conoscenza avanzata, modellazione dei rischi, sviluppo di nuove tecnologie e analisi delle politiche pubbliche
  • PMI e grandi imprese high-tech: chiamate a fornire soluzioni scalabili e concrete in ambiti come AI, cybersecurity, robotica, monitoraggio ambientale, sensoristica, comunicazioni crittografate
  • Agenzie pubbliche di sicurezza e protezione civile: fondamentali per la definizione dei requisiti operativi, la sperimentazione in contesti reali e l’adozione dei risultati su scala istituzionale
  • Organizzazioni internazionali, ONG e attori della società civile: portatori di interesse imprescindibili per integrare la dimensione sociale, umanitaria, etica e dei diritti fondamentali nella progettazione delle soluzioni
  • Consorzi multi-stakeholder pubblico-privati: la vera architrave del modello Horizon, capaci di aggregare competenze, dati e visioni differenti per affrontare sfide complesse in logica di co-progettazione e impact-driven innovation.

Dal punto di vista strutturale, i progetti dovranno dimostrare un chiaro impatto operativo e sistemico. Non saranno privilegiate soluzioni astratte o sperimentazioni di laboratorio fini a sé stesse, bensì modelli applicabili, convalidati su scala e integrabili nei meccanismi istituzionali e industriali esistenti.

Criteri trasversali essenziali

Le proposte dovranno, inoltre, rispettare criteri trasversali essenziali, tra cui:

  • Scalabilità, per garantire la replicabilità e l’adozione su larga scala in contesti diversi.
  • Interoperabilità, sia a livello tecnico (standard, protocolli, interfacce), sia organizzativo, per permettere il dialogo tra enti pubblici, privati e transnazionali
  • Responsabilità etica, con particolare attenzione alla protezione dei diritti fondamentali, alla non discriminazione e all’uso trasparente delle tecnologie digitali
  • Gestione sicura dei dati sensibili, in conformità con il GDPR e con le best practice europee in materia di cybersecurity e data governance.

Questi requisiti riflettono la volontà dell’Unione Europea di coniugare innovazione tecnologica e valori democratici, in un’ottica di sicurezza inclusiva e sostenibile. L’obiettivo non è solo migliorare la reattività operativa di fronte a emergenze o minacce, ma costruire fiducia sistemica nelle infrastrutture di sicurezza, favorendo al tempo stesso responsabilità, trasparenza e legittimità sociale.

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La struttura del bando favorisce quindi una co-progettazione transdisciplinare: tecnologia, diritto, economia, governance pubblica e partecipazione civica dovranno coesistere all’interno delle proposte per essere realmente competitive a livello europeo.

Temi chiave del bando 2025

Il Work Programme 2025 delinea con chiarezza sei priorità strategiche per la sicurezza civile dell’Unione Europea, che riflettono la crescente complessità delle minacce moderne e l’urgenza di risposte coordinate, interoperabili e tecnologicamente avanzate. Ogni area tematica è concepita per produrre impatto operativo concreto, con forte orientamento al trasferimento tecnologico, all’integrazione istituzionale e alla resilienza infrastrutturale.

  1. Gestione delle frontiere esterne dell’Ue

L’Europa si trova oggi ad affrontare una crescente pressione ai propri confini esterni, sia per motivi migratori sia per il rischio di infiltrazioni criminali o terroristiche. Il bando finanzia soluzioni tecnologiche e organizzative per il controllo intelligente delle frontiere, incluse:

  • piattaforme di sorveglianza integrata terra-mare-aria
  • strumenti di identificazione biometrica avanzata
  • interoperabilità dei database di sicurezza a livello europeo tecnologie predittive per flussi migratori e movimenti sospetti.

L’obiettivo è coniugare sicurezza ed efficienza, nel rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo.

  1. Protezione delle infrastrutture critiche

Conflitti geopolitici, cyber minacce e eventi climatici estremi rendono vulnerabili le infrastrutture su cui si basa la vita quotidiana dei cittadini europei. Le infrastrutture energetiche, idriche, dei trasporti e delle telecomunicazioni sono al centro di questa priorità, con progetti volti a:

  • mappare e monitorare le vulnerabilità in tempo reale
  • sviluppare sistemi di difesa fisico-digitale integrata
  • migliorare la resilienza operativa e la capacità di risposta a eventi catastrofici o attacchi deliberati.
  1. Cybersecurity avanzata

L’infrastruttura digitale europea è esposta a una varietà di minacce, dai ransomware ai cyberattacchi sponsorizzati da Stati ostili. Il Work Programme incentiva soluzioni per:

  • rilevamento precoce delle minacce (threat detection)
  • condivisione di intelligence tra soggetti pubblici e privati
  • protezione degli ambienti digitali ibridi e delle architetture cloud-native
  • tecnologie di autenticazione decentralizzata, crittografia avanzata e AI per la cyber defense.

Particolare attenzione è posta alla cyber protezione delle infrastrutture civili e sanitarie, oggi tra le più bersagliate.

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  1. Resilienza alle catastrofi naturali e antropiche

La crescente frequenza di eventi estremi (inondazioni, incendi, terremoti) richiede un’evoluzione radicale delle capacità di protezione civile. L’Ue intende finanziare:

  • sistemi di allerta precoce e monitoraggio ambientale, basati su AI e IoT
  • modelli predittivi per scenari multi-rischio
  • tecnologie distribuite per l’intervento rapido (droni, robot, reti mesh)
  • soluzioni per la protezione delle popolazioni vulnerabili.

L’accento è posto su interoperabilità transfrontaliera e capacità di coordinamento tra enti nazionali.

  1. Contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo

La criminalità transnazionale e il terrorismo, sempre più sofisticati nell’uso della tecnologia, rappresentano una minaccia persistente. Il bando sostiene:

  • strumenti di investigazione digitale avanzata, come OSINT, analisi comportamentale e riconoscimento semantico
  • piattaforme di cooperazione interforze e transnazionale
  • innovazioni normative e digitali per il tracciamento dei flussi finanziari illeciti
  • modelli di prevenzione integrata del radicalismo violento.

È centrale la combinazione di tecnologie emergenti con approcci giuridicamente sostenibili e socialmente accettabili.

  1. Rafforzamento della ricerca e dell’ecosistema industriale per la sicurezza

L’obiettivo è sviluppare una base industriale europea robusta, innovativa e indipendente nel campo della sicurezza civile. Le priorità includono:

  • promozione di standard comuni e framework di interoperabilità per soluzioni e piattaforme
  • sostegno alla standardizzazione tecnologica su scala UE
  • creazione di partenariati pubblico-privati stabili
  • supporto alla transizione tecnologica delle PMI del settore sicurezza.

Il rafforzamento dell’ecosistema mira a consolidare capacità industriali strategiche, attrarre capitali privati e garantire continuità tra ricerca, prototipazione e mercato.

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Ogni ambito prioritario rappresenta un punto di intersezione tra tecnologia, diritto, governance e società. La call 2025 non si limita a finanziare soluzioni tecniche, ma promuove una nuova architettura europea della sicurezza civile, costruita su collaborazione, trasparenza e responsabilità condivisa.

Implicazioni giuridiche e geopolitiche

Il bando Civil Security for Society 2025 si inserisce in una più ampia strategia europea di sicurezza interna e autonomia strategica, in risposta a un contesto globale segnato da crescente instabilità geopolitica, guerre ibride, minacce cyber e uso ostile o distorsivo di tecnologie emergenti. Eventi come la guerra in Ucraina, le pressioni migratorie ai confini dell’UE, il cyberspionaggio statale e il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa stanno ridefinendo i concetti stessi di sicurezza e sovranità.

In questo scenario, l’Europa mira a dotarsi non solo di strumenti operativi, ma di una architettura giuridica e industriale coerente, capace di proteggere infrastrutture, dati, cittadini e valori fondamentali. Il rafforzamento della sicurezza interna è quindi anche una scelta politica di autodeterminazione tecnologica, finalizzata a ridurre la dipendenza da fornitori extra-UE in settori sensibili e a promuovere un modello normativo fondato sulla democrazia digitale, la trasparenza e la tutela dei diritti.

Quadro giuridico: compliance e innovazione regolata

Dal punto di vista giuridico, i progetti candidati alla call dovranno dimostrare piena conformità normativa, in particolare su quattro piani:

  1. Protezione dei dati personali e sensibili: il rispetto del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) è non negoziabile, soprattutto considerando che molti progetti riguarderanno sorveglianza, gestione biometrica, tracciamento digitale e interoperabilità di sistemi. La gestione del consenso, la minimizzazione dei dati e la trasparenza degli algoritmi saranno aspetti centrali nei criteri di valutazione.
  2. Sicurezza pubblica e diritto penale europeo: molte soluzioni ricadranno nell’ambito della public security, dove vige un quadro normativo complesso e multilivello, che include le direttive antiterrorismo, le regole sul trattamento automatizzato delle informazioni, e il bilanciamento tra sicurezza collettiva e diritti individuali (libertà, privacy, non discriminazione).
  3. Normative sul procurement e sugli appalti pubblici innovativi: trattandosi di progetti potenzialmente destinati a un uptake istituzionale (polizia, protezione civile, frontiere, sanità), il rispetto delle direttive europee sugli appalti pubblici sarà cruciale. Ciò include criteri di trasparenza, interoperabilità, neutralità tecnologica e accesso equo ai fornitori, in particolare PMI e startup europee.
  4. Diritto dell’innovazione e governance algoritmica: la crescente incidenza di strumenti di intelligenza artificiale, analytics e decision making automatizzato pone interrogativi giuridici avanzati: trasparenza algoritmica, responsabilità legale dei sistemi intelligenti, auditabilità, explainability e mitigazione del rischio di bias. Temi che si intersecano con il prossimo AI Act europeo e la giurisprudenza emergente sull’uso delle tecnologie nei contesti ad alta sensibilità (es. giustizia, sanità, sicurezza).

Geopolitica della tecnologia: sovranità digitale e posizionamento strategico

Le implicazioni geopolitiche della call sono tutt’altro che marginali. In un panorama mondiale polarizzato tra modelli digitali divergenti – occidentale, sino-centrico, autoritario-tecnocratico – l’Unione Europea cerca di affermare una “terza via digitale”, capace di coniugare sicurezza, innovazione e diritti fondamentali. Ciò significa:

  • sviluppare tecnologie strategiche in autonomia, riducendo il ricorso a fornitori critici in settori ad alto rischio come AI, cloud, microelettronica, quantum e cybersecurity
  • proteggere gli asset industriali europei da acquisizioni ostili o interferenze normative extra-UE (es. extraterritorialità normativa, restrizioni all’export, obblighi di trasparenza su fornitori terzi)
  • mantenere la coerenza regolatoria tra sicurezza interna e difesa esterna, creando sinergie – ma anche distinguo – tra strumenti civili (Horizon Europe) e militari (European Defence Fund).

In questo senso, la call 2025 diventa uno strumento di diplomazia tecnologica, volto a consolidare il ruolo dell’UE come attore globale non solo sul piano economico, ma anche normativo e valoriale.

Il bando rappresenta, quindi, un laboratorio giuridico e geopolitico avanzato, dove innovazione tecnologica, compliance normativa e autonomia strategica si intrecciano. Una sfida chiave per chi opera ai confini tra ricerca, diritto, industria e governance, con l’obiettivo comune di costruire un’Europa sicura, libera e sovrana anche nel dominio digitale.

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Un’occasione per rafforzare l’Europa della sicurezza

Il bando Civil Security for Society 2025, promosso nell’ambito di Horizon Europe, va interpretato come molto più di una call for proposals. Rappresenta un momento chiave di verifica della maturità strategica dell’Unione Europea nel campo della sicurezza civile, nonché un banco di prova della sua capacità di costruire una filiera tecnologica autonoma, resiliente e democratica.

In un’epoca segnata dalla frammentazione geopolitica, dalla strumentalizzazione delle tecnologie emergenti e dalla crescente interconnessione tra minacce fisiche, digitali e sociali, la sicurezza non può più essere gestita come un compartimento tecnico isolato. Al contrario, deve diventare un asse portante della politica industriale europea, al pari della transizione verde e della trasformazione digitale.

Questo bando, con i suoi 250 milioni di euro e le sue sei aree tematiche, è progettato per favorire la convergenza tra ricerca scientifica, capacità industriale e interesse pubblico, attraverso meccanismi di:

  • co-progettazione tra pubblico e privato
  • standardizzazione e interoperabilità tecnologica
  • governance multilivello e inclusiva
  • valutazione sistemica dell’impatto sociale, giuridico ed economico delle soluzioni proposte.

La vera posta in gioco non è soltanto il finanziamento di singoli progetti, ma la creazione di un’infrastruttura europea permanente per l’innovazione nella sicurezza civile. Una rete capace di anticipare i rischi, reagire in modo coordinato e sviluppare tecnologie “by design” rispettose dei valori europei.

In un contesto globale in cui le potenze tecnologiche competono su scala planetaria per l’egemonia su dati, intelligenze artificiali e sistemi di sorveglianza, rafforzare la sicurezza civile integrata dell’UE significa rafforzarne anche il peso geopolitico e la sovranità decisionale.

Il bando “Civil Security for Society 2025” è dunque un acceleratore di autonomia strategica, un catalizzatore di partenariati duraturi e un segnale politico forte: l’Europa non vuole restare solo un regolatore, ma diventare un attore protagonista nell’innovazione per la sicurezza, capace di influenzare standard globali, difendere le proprie infrastrutture e tutelare i propri cittadini.

La sfida è chiara: trasformare l’Europa da terreno passivo di sperimentazione tecnologica globale in architetto consapevole del proprio futuro sicuro, aperto e sostenibile.

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