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Lombardia a rischio senza fondi europei: le conseguenze per imprese e sviluppo regionale dopo il 2027


La Lombardia si trova davanti a una sfida cruciale legata alla futura programmazione dei fondi europei 2028-2034. Questi finanziamenti sono fondamentali per sostenere progetti che spaziano dalla riduzione della dipendenza da materie prime critiche, alla digitalizzazione delle piccole e medie imprese, fino al rafforzamento delle filiere produttive e all’efficientamento energetico. Senza queste risorse, la regione rischia di perdere slancio economico in un momento già complesso per l’export e lo sviluppo industriale.

I fondi europei come motore dello sviluppo lombardo

La Lombardia si è affermata come la prima regione manifatturiera d’Europa grazie anche a un sistema di gestione autonoma dei fondi comunitari. Solo l’assessorato allo Sviluppo Economico dipende quasi interamente da questi finanziamenti, con una quota che raggiunge il 98%. Questi soldi permettono di finanziare programmi mirati alla transizione digitale delle imprese, all’introduzione dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi e al sostegno della presenza nelle fiere internazionali, strumenti indispensabili per espandere i mercati in tempi difficili.

Formazione e supporti al sistema produttivo

Gli investimenti coprono anche la formazione professionale necessaria ad affrontare le nuove sfide tecnologiche e ambientali. Inoltre sono previsti interventi specifici sull’efficientamento energetico aziendale e aiuti concreti per favorire la quotazione in Borsa delle aziende locali. Tutto questo ha contribuito a creare un ecosistema solido capace di generare risultati tangibili sia sul piano economico che occupazionale.

Il rischio della riforma europea sui finanziamenti regionali

Il nodo centrale riguarda la prossima riforma del bilancio pluriennale europeo 2028-2034 che potrebbe modificare profondamente il modo in cui vengono assegnati i fondi alle regioni. Attualmente circa un terzo del bilancio comunitario è rappresentato dai fondi di coesione destinati direttamente alle Regioni; questa cifra però potrebbe diminuire non solo a causa dell’allargamento dell’Unione Europea ma anche perché parte del budget sarà destinata alla difesa europea.

Il cambiamento più preoccupante è legato al passaggio da una gestione regionale autonoma a un controllo centralizzato tramite Piani nazionali gestiti dagli Stati membri secondo modelli simili al Pnrr . Questo comporterebbe ritardi nella distribuzione dei fondi e maggiore distanza dalle esigenze specifiche del territorio lombardo.

L’assessore Guido Guidesi ha espresso forte preoccupazione definendo la Lombardia «una locomotiva d’Italia senza benzina», sottolineando come questa situazione possa avere ripercussioni negative non solo sulla regione ma sull’intero Pil nazionale dopo il 2027.

Modifiche nel budget comunitario

Il ridimensionamento dei fondi di coesione, insieme all’aumento delle risorse destinate alla difesa europea, potrebbe spostare l’attenzione politica e le risorse finanziarie, limitando la capacità delle regioni di pianificare e attuare progetti in autonomia.

Cifre chiave della programmazione europea attuale per la lombardia

Nel periodo 2021-2027, la Lombardia beneficia di oltre 4 miliardi di euro provenienti dai vari programmi europei: circa due miliardi arrivano dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale , mentre il Fondo Sociale Europeo garantisce altri 1,5 miliardi dedicati soprattutto alle politiche occupazionali e formative.

A questi si aggiungono circa cento milioni dall’Interreg Italia-Svizzera , volti a promuovere collaborazioni transfrontaliere tra territori limitrofi con iniziative comuni su innovazione ed economia sostenibile. Infine ci sono quasi ottocento milioni derivanti dal Piano Strategico Nazionale della Politica Agricola Comune , risorse destinate principalmente agli agricoltori locali ma con ricadute importanti sull’economia rurale nel suo complesso.

Questa somma complessiva supera quindi i quattro miliardi quattrocento milioni distribuiti nell’arco degli ultimi sette anni contribuendo in modo decisivo allo sviluppo regionale sotto diversi aspetti economici, sociali, ambientali ed infrastrutturali.

Impatti possibili sulla competitività industriale ed export locale

Senza continuità nei finanziamenti diretti dalla Commissione Europea verso le Regioni, molte realtà imprenditoriali rischiano rallentamenti significativi. La digitalizzazione avanzata, ormai imprescindibile nel manifatturiero moderno, necessita investimenti costanti sia nella tecnologia sia nella formazione specialistica.

Le piccole-medie imprese potrebbero incontrare maggior difficoltà ad accedere ai mercati esteri se venissero meno gli aiuti dedicati alle fiere internazionali o ai programmi promozionali. In tempi segnati dall’instabilità globale, mantenere aperte nuove opportunità commerciali diventa vitale.

Efficientamento energetico e costi operativi

Inoltre interventi mirati all’efficientamento energetico aiutano le aziende ad abbattere costi operativi crescenti dovuti all’aumento del prezzo del gas o dell’elettricità. Senza queste misure molte realtà potrebbero trovarsi meno competitive rispetto ad altre aree geografiche dotate invece ancora d’importanti supporti pubblici.

Infine va considerato l’aspetto strategico relativo alla quotazione borsistica: agevolazioni dedicate possono facilitare l’ingresso sul mercato dei capitali promettendo così nuovi sviluppi pianificabili su basi solide.

La possibile perdita o ridimensionamento dei flussi finanziari diretti mette dunque seriamente a repentaglio quel tessuto produttivo articolato che ha fatto della Lombardia uno snodo fondamentale nell’economia italiana ed europea.



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