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Sempre più anziani e lavoratori tra i nuovi volti della povertà in Italia


Nel 2024 i servizi della rete Caritas hanno sostenuto 277.775 nuclei familiari in Italia. I dati raccolti da 3.341 centri in 204 diocesi mettono in luce una realtà caratterizzata da povertà sempre più intensa, strutturale e multidimensionale. Il 26,7% delle persone seguite è in una condizione di disagio stabile e prolungato, in crescita rispetto al 2023. È quanto emerge dal rapporto “La povertà in Italia” pubblicato il 9 giugno dall’organismo  della Cei, che ogni anno fotografa la povertà nel nostro Paese a partire dai dati raccolti nei servizi diocesani e parrocchiali.

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Le richieste di aiuto restano su livelli record, anche a causa dell’erosione del potere d’acquisto: tra il 2019 e il 2024 i salari reali in Italia sono calati del 4,4%, e dell’8,7% se si considera il periodo 2008-2024. Parallelamente, aumentano le situazioni di working poverty: il 23,5% degli assistiti ha un lavoro, spesso irregolare o mal retribuito.

Particolarmente rilevante è l’incremento delle persone anziane tra i beneficiari: gli over 65 passano dal 7,7% del 2015 al 14,3% nel 2024. Il disagio abitativo è, inoltre, una condizione che colpisce un assistito su cinque e la vulnerabilità sanitaria interessa il 15,7% del totale, aggravata dalla difficoltà di accesso al sistema pubblico.

Le fragilità intercettate dalla rete Caritas

I centri di ascolto (90,5% del totale) e altri servizi come mense, empori solidali e dormitori hanno fornito assistenza non solo materiale ma anche relazionale. I dati si riferiscono ai soli centri informatizzati, ma consentono una lettura approfondita delle povertà “invisibili”, non rilevate dalle statistiche ufficiali.

  

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Dal 2014 a oggi il numero di persone accompagnate dalla rete Caritas è aumentato del 62,6%. L’incremento più significativo si registra al Nord (+77%), area con un’alta concentrazione di persone straniere e una rete Caritas particolarmente estesa. È nel Mezzogiorno e nelle Isole che si osservano però le condizioni di maggiore vulnerabilità: qui la presenza di italiani assistiti è prevalente, le fragilità economiche e abitative sono più profonde e la quota di famiglie con Isee sotto i 6mila euro risulta più alta. Il dato nazionale conferma una pressione costante: nonostante l’inflazione nel 2024 sia cresciuta solo dell’1%, l’erosione del potere d’acquisto dovuta ai rincari accumulati negli anni precedenti rende la quotidianità insostenibile per molte famiglie.

Chi chiede aiuto: profili, bisogni e risposte

Il 56,2% degli utenti è di origine straniera, con provenienze da 180 Paesi. Le donne rappresentano il 50,4% degli assistiti, ma il dato varia su base territoriale. L’età media è di 47,8 anni, ma tra gli italiani sale a 54,6. Oltre il 63% degli utenti ha figli e il 52,6% fa parte di famiglie con minori. Le famiglie italiane risultano spesso più fragili: più anziane, più sole, con più eventi biografici critici (separazioni, lutti, malattie).

Il livello di istruzione è generalmente basso: oltre due terzi hanno un titolo pari o inferiore alla scuola media inferiore. Le condizioni lavorative restano precarie: il 47,9% è disoccupato, ma anche tra gli occupati (23,5%) il reddito è spesso insufficiente.

La richiesta principale è l’accesso a beni e servizi essenziali (71,5%), seguita da esigenze legate all’abitare (16,3%) e alla salute (7,4%). In risposta, nel 2024 la rete Caritas ha erogato oltre cinque milioni di interventi: 3,8 milioni legati a beni materiali, 447mila accoglienze, 240mila azioni di sostegno socio-assistenziale, 75mila interventi sanitari, 30mila educativi.
Il 56,4% degli assistiti presenta almeno due ambiti di bisogno, il 30% tre o più. Solo il 15% di chi percepiva il Reddito di cittadinanza nel 2023 ha avuto accesso alle nuove misure (Adi o Sfl). Tra le famiglie con figli minori, il 38,8% percepisce l’Assegno unico universale, senza differenze rilevanti tra italiani e stranieri.

Povertà abitativa e vulnerabilità sanitaria

Il 21,3% degli assistiti vive in condizioni di grave esclusione abitativa secondo la classificazione Ethos. I senza tetto rappresentano la categoria più numerosa (48,2% tra chi vive in disagio abitativo), ma sono diffusi anche i casi di sistemazioni insicure o transitorie. Tra le persone con una dimora, il 51,9% vive in affitto da privati, e solo il 13,5% in case di proprietà, con forti differenze tra italiani e stranieri. Il 15,7% presenta fragilità sanitarie, spesso multiple: si tratta per lo più di over 55, persone sole, con malattie croniche o patologie psichiche, che faticano ad accedere al Servizio sanitario nazionale. Il 58,5% cumula tre o più ambiti di bisogno e oltre un terzo è seguito da oltre cinque anni.

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di Monica Sozzi

 

Copertina: Unsplash



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