Per la prima volta il rapporto sull’economia regionale della Banca d’Italia redatto dalla sede di Palermo si avventura nel mondo delle start up innovative dell’Isola tracciandone un quadro e mettendole in relazione con lo sviluppo delle Università. Le start up innovative si occupano in maggioranza di produzione software e consulenza informatica, anche se ancora producono pochi brevetti. Al secondo anno di vita fatturano in media 140 mila euro, leggermente meno rispetto alle altre simili in Italia, anche se nel medio periodo riescono a recuperare questo gap.
Il campo di indagine
In particolare i ricercatori della Banda d’Italia si sono concentrati sulle aziende che in Italia beneficiano di un regime giuridico e fiscale specifico dal 2012, volto a favorirne la nascita e lo sviluppo. Queste sono definite come giovani società di capitali con un alto contenuto innovativo e tecnologico, non quotate, con meno di cinque anni di attività e un fatturato inferiore a 5 milioni di euro. Non devono essere il risultato di fusioni, scissioni o cessioni di rami d’azienda e non distribuiscono utili. Devono inoltre soddisfare almeno uno di tre requisiti sostanziali: investire almeno il 15% del fatturato in ricerca e sviluppo, avere personale altamente qualificato (almeno un terzo di dottori di ricerca/dottorandi/ricercatori o due terzi con laurea magistrale), o essere titolari di un brevetto o software registrato. Possono usufruire di agevolazioni fiscali, finanziarie e giuridiche fino al quinto anno di vita, inclusa la riduzione degli oneri amministrativi e procedure semplificate per l’accesso al Fondo di garanzia per le PMI.
Diffusione e distribuzione in Sicilia:
- Tra il 2012 e il 2024, si sono iscritte nel registro speciale delle imprese 1.251 società di capitali siciliane come start up innovative.
- La loro incidenza è di 2,9 ogni 10.000 abitanti con almeno 15 anni di età, un valore inferiore sia alla media del Mezzogiorno (4,0) che a quella nazionale (6,0).
- Sono maggiormente concentrate nelle province di Catania, Messina e Palermo, mentre sono meno diffuse ad Agrigento ed Enna.
- Il divario con la media nazionale nella loro diffusione è attribuibile quasi interamente alla composizione settoriale dell’economia regionale (componente strutturale), e solo marginalmente a fattori locali.
Andamento settoriale:
- La distribuzione settoriale delle start up innovative siciliane è fortemente concentrata.
- Poco più del 30% opera nel settore della produzione di software e consulenza informatica.
- Il 12% è attivo nella ricerca e sviluppo.
- L’8% si occupa di altri servizi di informazione.
Contributo delle Università (Attività di Terza Missione):
- Le università siciliane hanno contribuito alla nascita di queste imprese.
- Il sistema universitario siciliano ha contribuito a circa un quarto delle domande di brevetto regionali, una quota superiore alla media delle regioni italiane, anche a causa di una minore capacità innovativa del settore privato.
- Le domande di brevetti accademici siciliani depositate presso l’EPO nel periodo 2015-19 sono state 2,0 ogni 100 docenti dell’area scientifica, inferiore alla media italiana (5,4) e del Mezzogiorno (3,0).
- Tra il 2004 e il 2024, sono state costituite 97 imprese accademiche (spin-off e start up universitarie) affiliate alle università siciliane, pari a 3,3 ogni 100 docenti dell’area scientifica, un valore inferiore rispetto al Mezzogiorno e al totale nazionale.
- Circa i tre quarti delle imprese accademiche costituite dal 2019 sono risultate iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle start up innovative, una percentuale superiore alla media del Mezzogiorno e dell’Italia.
Caratteristiche e performance economiche:
- Nei primi cinque anni di attività, la loro probabilità di permanenza sul mercato è sostanzialmente paragonabile a quella delle altre società di capitali nate nello stesso periodo.
- Tuttavia, a otto anni dall’avvio, il tasso di sopravvivenza delle start up innovative siciliane è risultato inferiore di 2,9 punti percentuali rispetto al gruppo di confronto, un divario comunque minore di quello osservato a livello nazionale.
- Al secondo anno di attività, il loro fatturato medio era di 143.000 euro, inferiore di circa tre quarti rispetto alle altre società di capitali nate nello stesso periodo.
- Presentavano una maggiore quota di immobilizzazioni immateriali.
- Inizialmente erano lievemente meno redditizie, di dimensioni inferiori (in termini di occupati e attivo) e meno produttive.
- Entro il sesto anno di attività, questi divari si sono ridotti e, per attivo di bilancio e occupazione, si sono sostanzialmente azzerati, in linea con la media nazionale.
- I soci delle start up innovative siciliane sono mediamente più giovani, con quote di partecipazione più elevate attribuite a uomini e stranieri e inferiori a individui nati nella regione.
Attività brevettuale:
- Le start up innovative siciliane mostrano una maggiore propensione all’attività brevettuale.
- Tra le società di capitali siciliane nate tra il 2012 e il 2019, pur rappresentando meno del 2% del totale, costituivano il 72% di quelle che avevano depositato domande di brevetto presso l’Ufficio europeo dei brevetti (EPO).
- La quota di start up innovative siciliane che ha presentato una domanda di brevetto era del 2,6%, superiore rispetto alle altre start up, ma inferiore alla media italiana (5,7%).
- I brevetti di queste aziende in Sicilia si sono concentrati nei prodotti farmaceutici (23,9%) e nell’ottica (15,2%).
In sintesi, le start up innovative in Sicilia, pur essendo meno diffuse rispetto alla media italiana, rappresentano un motore significativo per l’innovazione e l’attività brevettuale nella regione, beneficiando anche del contributo degli atenei. Sebbene partano con dimensioni minori e una redditività leggermente inferiore, riescono a recuperare questi divari nel medio termine, allineandosi alle altre imprese del Paese.
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