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LOMBARDIA ECONOMY – Industria bergamasca e sostenibilità


Industria bergamasca avanti sulla sostenibilità: la riduzione dell’impatto ambientale e l’efficienza energetica restano temi centrali

La riduzione dell’impatto ambientale e l’efficienza energetica restano temi centrali; più cauto l’impegno verso le tematiche sociali 

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La Camera di commercio di Bergamo ha condotto un’indagine sul tema della sostenibilità in occasione della rilevazione sull’andamento congiunturale dell’economia presso le imprese del territorio, che coinvolge circa 1500 rispondenti. Aggiorna una precedente indagine sullo stesso tema, compiuta due anni fa.

I risultati evidenziano l’impegno delle imprese del territorio verso pratiche responsabili che migliorino l’impatto sulla società e attenuino le ricadute negative sull’ambiente. Se è vero che rispetto ai risultati emersi nella rilevazione del 2023 si nota un certo raffreddamento dell’atteggiamento delle imprese, sintomo di un cambio di paradigma a livello internazionale, questo non accade per tutti i settori e per tutte le misure.

L’industria, in particolare, conferma una sensibilità elevata: l’82% del campione intervistato ritiene molto o abbastanza importante il tema della sostenibilità per il proprio business, una percentuale in linea con quella del 2023 e superiore alla media lombarda (80%).

Gli altri settori dell’economia provinciale evidenziano valori inferiori, anche per via della minore dimensione aziendale: in tutti i comparti, infatti, l’importanza attribuita alla sostenibilità aumenta al crescere del numero di addetti. Per il commercio al dettaglio (75%) e l’artigianato manifatturiero (68%) il dato risulta comunque superiore alla percentuale regionale, sebbene in calo rispetto al 2023, mentre i servizi (64%) si confermano il settore meno maturo su questa tematica.

Al di là delle valutazioni, contano soprattutto i comportamenti concreti messi in campo per perseguire l’obiettivo di una maggior sostenibilità nelle sue principali declinazioni: ambientale e sociale. Per quanto riguarda la prima, più dei tre quarti (78%) delle imprese industriali ha dichiarato di aver adottato o programmato misure per la riduzione del proprio impatto ambientale, una quota in miglioramento rispetto al 2023 oltre che superiore al dato regionale (73%).

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Tale attenzione si spiega anche con la maggior “impronta ecologica” che caratterizza l’industria rispetto agli altri comparti. La percentuale si attesta leggermente sotto il 50% nei servizi (49%), nel commercio al dettaglio (48%) e nell’artigianato manifatturiero (45%), valori in linea con le medie regionali ma in calo rispetto alla rilevazione di due anni fa.

Se guardiamo alle misure più diffuse, vediamo come in tutti i settori le imprese che hanno dichiarato di aver programmato o intrapreso azioni concrete puntino soprattutto sul controllo dell’utilizzo di energia per ridurne il consumo, con percentuali che vanno dal 73% dei servizi al 92% dell’industria; la centralità della questione energetica è inoltre evidenziata dal frequente ricorso alle fonti rinnovabili (dal 54% dei servizi al 76% dell’industria).

Tra le altre principali misure, il monitoraggio delle emissioni riguarda soprattutto il manifatturiero (77% industria e 62% artigianato), mentre nel terziario acquista importanza la selezione di fornitori di catene sostenibili (56% nel commercio al dettaglio e 54% nei servizi).

Per l’industria, tra le misure che hanno guadagnato posizioni rispetto alla graduatoria del 2023 spicca la certificazione della produzione, che balza al secondo posto con una percentuale pari al 79%, mentre nell’artigianato tale posizione è occupata dal riciclo degli scarti di produzione (66%), anch’esso in risalita insieme all’utilizzo di marchi di tutela ambientale (27%), finora ancora poco diffusi in questo settore.

Certificazione della produzione (40% nei servizi) e marchi di tutela ambientale (43% nel commercio al dettaglio) guadagnano posizioni anche nel terziario, testimoniando un’attenzione crescente da parte delle imprese verso la formalizzazione e la comunicazione all’esterno del proprio impegno sulla sostenibilità ambientale.

Dalle risposte è evidente come il tema della sostenibilità ambientale sia strettamente collegato a quello di una maggiore efficienza e autonomia in ambito energetico, preoccupazione avvertita soprattutto dalle imprese manifatturiere, che affrontano un deficit di competitività a causa dei costi energetici più elevati rispetto ai competitor internazionali.

Nell’industria l’11% del campione dichiara infatti di aver ridotto il grado di dipendenza da fonti terze nell’ultimo anno, a fronte di un 4% che invece ha registrato un aumento; anche nell’artigianato prevalgono le indicazioni di riduzione (13% vs 7%), mentre nel commercio al dettaglio la situazione è più equilibrata (10% riduzione vs 9% aumento).

I servizi si confermano invece il settore meno maturo in questo percorso: le dichiarazioni di aumento del grado di dipendenza (8%) risultano infatti più numerose rispetto a quelle di diminuzione (4%).

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Rispetto alla tematica ambientale, l’impegno delle imprese bergamasche verso la sostenibilità sociale appare meno diffuso: la quota che dichiara di aver adottato o programmato misure in tal senso va dal 22% dell’artigianato al 60% dell’industria, che ancora una volta si dimostra il settore più sensibile e con un valore superiore alla media regionale (58%), mentre nel terziario la percentuale si attesa al 40%. I valori risultano in generale calo rispetto al 2023, in particolare nell’artigianato.

Nel dettaglio, le misure maggiormente adottate o programmate dalle imprese per migliorare il proprio impatto sociale sono la formazione continuativa del personale e la valutazione del benessere lavorativo, a conferma di come la valorizzazione del capitale umano sia in cima alla scala delle priorità delle imprese. La formazione in particolare risulta al primo posto nell’industria (95%) e nei servizi (89%), mentre nel commercio le due misure risultano a pari merito con l’84% delle indicazioni.

Nell’artigianato spicca invece la promozione dei fornitori locali (85%), che riveste un ruolo importante anche nei servizi (84%). Il legame delle imprese con il territorio è evidente, inoltre, dalla frequenza con cui ricorrono i progetti di alternanza scuola-lavoro, presenti nella “top five” di tutti i settori e spesso in posizione più avanzata rispetto al 2023, i rapporti con chi si occupa di solidarietà nel territorio e le alleanze con le eccellenze territoriali.

Anche le politiche di inclusione assumono infine una certa rilevanza, come testimoniato dalla percentuale di imprese che dichiarano di monitorare le quote di genere, etnia e disabilità nel proprio organico (industria: 82%; commercio: 80%; servizi: 71%).

Dichiara Giovanni Zambonelli, presidente della Camera di commercio di Bergamo:Le imprese della Bergamasca confermano una visione strategica sulla sostenibilità. Se il fronte ambientale resta dominante, è sul piano sociale che si potrebbe auspicare un maggiore coinvolgimento. Ci sono margini, opportunità e strumenti per investire sulle persone, sul benessere organizzativo e sulla relazione con il territorio. Crescere anche in quest’ambito può essere un’opportunità di sviluppo condiviso per non limitare la sostenibilità al solo aspetto ambientale”.

Leggi altro su Storie di copertina.



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