Prestito personale

Delibera veloce

 

I primi dati di “Torino Impresa 2030”, Unione Industriali punta su sostenibilità e transizione competitiva – Linea Italia Piemonte


TORINO – In tema di sostenibilità, la sfida che attende un’azienda, un settore, se non l’economia di un intero territorio, è oggi rappresentata dalla capacità di trasformarsi ed evolvere verso modelli economico-produttivi etici senza che ciò non solo non ne comprometta la competitività, ma che, anzi, possa trasformarsi in una leva per generare dei vantaggi.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Si tratta di quella che viene definita “transizione competitiva”, un modello di sviluppo che mira a valorizzare ogni elemento di stimolo all’espansione del business attraverso un percorso virtuoso in cui progresso e responsabilità sociale viaggiano di pari passo.

Con lo studio strategico “Torino impresa 2030”, commissionato a TEHA Group e presentato nella sua parte preliminare durante l’omonimo seminario odierno, l’Unione Industriali Torino ha deciso di analizzare i rischi e le opportunità che proprio un processo di transizione competitiva può comportare per le aziende del territorio. Con l’obiettivo di fornire un orientamento a imprenditori che si trovano sempre più ad operare in un contesto di incertezza permanente, con l’esigenza di assumere decisioni sulle strategie competitive e di sostenibilità dinanzi a una discordanza di posizioni, rappresentazioni mediatiche e talvolta perfino dati.

Come sottolinea Marco Lavazza in qualità di vicepresidente di Unione Industriali di Torino con delega alle tematiche ESG e sostenibilità: “Oggi più che mai siamo convinti che per le nostre imprese sia indispensabile un approccio proattivo alla sostenibilità: solo adottando strategie misurabili e dati concreti potremo trasformare i rischi in opportunità competitive. In un contesto complesso a livello internazionale, il nostro impegno è mettere a disposizione studi rigorosi e strumenti operativi che guidino ogni scelta aziendale verso un modello di crescita equilibrato, responsabile e duraturo. Solo così potremo garantire benessere a tutti gli attori sociali e preservare il futuro delle comunità in cui operiamo.”

I rischi connessi all’inazione sono infatti quanto mai incombenti e appare pertanto fondamentale che le imprese acquisiscano nuove capacità di decodifica degli scenari, in modo tale da anticipare i cambiamenti anziché subirli e cogliere le opportunità di business insite nella transizione ma ancora inespresse: per cambiare passo, urge quindi sviluppare un nuovo approccio alla sostenibilità d’impresa in cui marginalità di breve termine e sostenibilità di lungo periodo siano armonizzate.

I numeri del rapporto

In tale ottica, fra i primi dati di contesto presentati, il rapporto “Torino impresa 2030” propone ad esempio proiezioni a 10 e a 25 anni dell’impatto sul PIL reale italiano dei vari scenari possibili nel processo di decarbonizzazione: a un estremo, la rinuncia a intervenire a livello globale contro il cambiamento climatico, che comporterebbe una variazione (su base 2025) del – 9,5% nel 2035 e del -23,8% nel 2050; caso opposto, quello dell’attuazione di politiche strutturali per la decarbonizzazione sostenute da cospicui investimenti in innovazione, che determinerebbero un aumento del PIL dell’1,1% nel 2030 e dell’8,5% nel 2050 (fonte Asvis, Scenari per l’Italia al 2035 e al 2050: il falso dilemma tra competitività e sostenibilità).

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Altro parametro significativo illustrato è poi quello della solidità creditizia delle imprese circolari, che risultano essere del 28% più affidabili e quindi più appetibili per gli investimenti privati (fonte CDP – 2024). Inoltre, se gli istituti di credito italiani indirizzassero i loro impieghi verso tali imprese, realizzerebbero un potenziale risparmio in termini di esposizione al rischio pari a circa 4 € ogni 100 € di finanziamenti erogati e 0,3 € euro di capitale regolamentare (fonte Cerved Rating Agency – 2024). In particolare, rispetto ai propri competitor tradizionali, le imprese circolari generano una volta e mezzo in più di cassa, si indebitano del 6% in meno e vantano maggior capacità di coprire il debito con il risultato operativo, con una quota pari al 24%.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio