Nascerà una rete di imprese a tema bici anche a Città di Castello? C’è chi sta lavorando in questa direzione, perché anche una località con una vocazione turistica meno sviluppata di altre, in Umbria, possa avere un’accelerazione nello sviluppo grazie al cicloturismo, favorito dalle bellezze del territorio e ispirato dall’amore per le due ruote e le loro imprese.
Serve proprio un’accelerazione, anzi uno scatto. Uno di quelli che facevano i pionieri del ciclismo, arrancando sui pedali delle loro Bianchi, Atala, Legnano, Umberto Dei, Maino, Masi, Wolsit… Tutti marchi storici di bici, citati a proposito.
A Città di Castello a fine maggio 2025 è stata inaugurata la nuova sede del Registro Storico Cicli, in via Cacciatori del Tevere. Uno spazio su diversi livelli, dove si trovano una biblioteca, un bike sharing di bici d’epoca, una ciclofficina. Il progetto ha il patrocinio del Touring Club italiano, che ne intravede i possibili sviluppi.
Chi c’è dietro questo progetto?
Lo spazio in sé non ha finalità di lucro, ma nulla vieta che ne possano nascere collaborazioni con chi opera o vuole operare nella zona, creando ciclovie, offerte di tour, strutture di accoglienza o servizi tecnici. L’ha creato l’associazione Registro Storico Cicli, nata a Città di Castello 17 anni fa.
«Nel 2008 un gruppo di appassionati ha avuto l’idea di creare un registro dove chi ha una bicicletta d’epoca può registrarla: foto, modello, proprietario, luogo dove si trova. Nel 2010 abbiamo realizzato un sito, nel 2014 l’associazione e ora abbiamo anche una sede funzionale» racconta Silvio Antoniucci, 45 anni, geologo, insegnante e presidente di Rsc.
I locali sono stati concessi in affitto dalla Diocesi di Città di Castello. «Avevamo vinto un bando regionale delle Ferrovie per avere in uso un loro magazzino. Dopo due anni di attesa vana, l’hanno demolito per realizzare un impianto tecnico. E noi abbiamo trovato una soluzione migliore, in posizione centrale».
La biblioteca
I materiali della biblioteca, nel locale rialzato, sono a disposizione di tutti per la consultazione, con le dovute cautele. «Abbiamo documenti cartacei importantissimi e un migliaio di cataloghi: quelli della Bianchi dal 1898, della Legnano e tanti altri. Aziende che hanno fatto la storia della bici e che, nero su bianco, ci riconoscono la possibilità di usare il loro marchio per creare un registro storico unico al mondo, autorevole, al servizio degli appassionati».
Oltre ai documenti, sono disponibili i volumi della “biblioteca del ciclista”, un migliaio di libri sul ciclismo collezionati da Vittorio Landucci, trasferiti da Castiglion Fiorentino nella nuova sede.»
Il bike sharing
Alcune bici sono troppo preziose e fragili e si possono solo ammirare, altre sono a disposizione gratuitamente per pedalare in città. «Non facciamo concorrenza al noleggio bici locale. Chi gira dalle nostre parti per turismo o sport certo preferirebbe bici più performanti. Ma potremo interagire con imprese di noleggio, per completare la loro offerta tecnica con mezzi storici e unici».
L’officina di autoriparazione
L’associazione non offre servizi di valutazione delle bici, non fa compravendite, ma dà supporto per restauri “filologici”, con pezzi originali. «Nella nuova sede abbiamo ricostruito un’officina con attrezzature di un’azienda di produzione locale, che impiegava nel 1920 ben 11 operai, la Cicli Gabriele. Io stesso ho sistemato e pulito ogni mobile e attrezzo, che ora sono a disposizione di chi viene a sistemare la sua bici d’epoca, in autoriparazione, con la nostra assistenza». L’obiettivo è coinvolgere le persone, creare un luogo di aggregazione, una ciclofficina popolare.
Tante idee, tanto da fare
Nella sede dell’Rsc si progetta anche di realizzare un bar. Per ora, i soci garantiscono un giorno alla settimana di apertura al pubblico, il giovedì d’estate, il lunedì d’inverno. «Negli anni scorsi abbiamo anche organizzato una “ciclobacchettata”, una pedalata nei dintorni che ha coinvolto una cinquantina di ciclisti vestiti a tema, con colazione e pranzo».
L’organizzazione di eventi, secondo l’Rsc, può avere un impatto positivo sull’economia locale, sui negozi, sulle attività turistiche. «Qui abbiamo molti turisti di passaggio: eventi e noleggi potrebbero creare movimento e attrattiva. Appena possibile vogliamo aprire un dialogo con l’ufficio turistico del Comune. Non ci sono ciclabili: tutto è ancora da progettare e creare. Servono persone con diverse competenze, voglia di fare e capacità di comunicare, anche nella nostra associazione, che ha soci in tutta Italia e all’estero, sviluppatori dei registri dei singoli marchi che vivono in diverse città e molti visitatori sui social e sul sito».
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