Cairo alla festa Cgil: aziende risanate e più dipendenti

Urbano Cairo affronta l’arena della Cgil, aprendo la festa milanese del sindacato, e respinge con forza l’etichetta di «capitalista» se questa implica una distanza dal lavoro, dalle persone, dal territorio. «Il capitalista è lontano, esclusivo, divisivo, non condivide. Io invece mi sento vicino ai dipendenti e agli operai, dai quali ho ricevuto il Pallone d’oro dell’editoria, un regalo bellissimo» racconta dal palco di Cassina Anna, dove si tiene il primo dibattito della cinque giorni intitolato «Dal capitale al capitale umano».

L’imprenditore si assume rischi

«Mi sento un imprenditore — precisa il presidente di Rcs MediaGroup e del network televisivo La7 —, cioè una persona che si assume dei rischi anche molto rilevanti per creare lavoro e benessere», rispondendo alle domande del vicedirettore del Corriere Daniele Manca e alle sollecitazioni di Francesco Aufieri. Al suo fianco, il segretario generale della Cgil Milano, Luca Stanzione. Cairo ricostruisce il suo percorso: «La mia storia dimostra come abbia sempre risanato le aziende — dalla Giorgio Mondadori, a La7, alla stessa Rcs — senza mai sacrificare le persone». I licenziamenti devono essere «sempre l’ultima ratio» e il risanamento si può raggiungere «aumentando i ricavi, facendosi venire idee nuove e tagliando gli sprechi». 

Nell’era del digitale la carta resta un segno distintivo

«Anzi — aggiunge —, dal mio arrivo in Rcs nel 2016 il numero dei nuovi assunti sotto i 35 anni è di 189, di cui 51 giornalisti». E anche nell’era del digitale — ricorda — la carta resta un segno distintivo. «Il digitale è importantissimo, il Corriere ha ormai raggiunto i 700 mila abbonati. Ma io sono legato alla carta. Ogni mattina alle 7 vado in edicola a comprarmi il giornale, e anche se conosco già molte notizie, è un gran divertimento leggermelo».