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Russia conquista miniera litio di Shevchenko/ A rischio l’accordo strategico tra Ucraina e USA sui minerali


La Russia conquista la miniera di litio di Shevchenko in Ucraina: ora è a rischio l’accordo sui minerali firmato con gli Stati Uniti

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Russia e Ucraina continuano a scontrarsi non solo sul fronte militare ma anche su quello strategico-economico, dopo che le truppe di Mosca hanno preso il controllo della miniera di litio di Shevchenko, un giacimento che – nonostante si estenda su appena 100 acri nella regione orientale di Donetsk – viene considerato tra i più preziosi del Paese per la ricchezza del minerale contenuto: si tratta di un elemento fondamentale nella produzione di batterie e tecnologie avanzate, considerato prioritario dagli Stati Uniti sia per la sicurezza nazionale che per le nuove politiche industriali legate alla transizione energetica.



L’acquisizione, avvenuta nel quadro dell’offensiva estiva condotta dalle forze russe, è stata confermata attraverso l’analisi di immagini geolocalizzate pubblicate da gruppi indipendenti che monitorano i movimenti sul campo, mentre dal fronte trapelano notizie secondo cui i russi avrebbero accerchiato l’area da almeno tre direttrici, resistendo alla controffensiva delle forze ucraine. Il punto è che la perdita del controllo di Shevchenko per Kiev non rappresenta solo un danno materiale perché priva l’Ucraina di uno degli asset essenziali che avrebbe dovuto sostenere il nuovo accordo firmato con Washington per l’accesso preferenziale alle sue risorse minerarie.



Il contratto tra Kiev e gli Stati Uniti, firmato ad aprile, puntava infatti a rafforzare la cooperazione in settori strategici come litio, gas e metalli rari, prevedendo investimenti congiunti e aperture commerciali agevolate, ma come osserva Mykhailo Zhernov, dirigente della statunitense Critical Metals Corp che deteneva la licenza su quel giacimento, più territorio la Russia riesce a conquistare, meno spazio resta per realizzare davvero questo tipo di accordi, una lettura condivisa da diversi osservatori, secondo cui l’avanzata militare in Donetsk si sta traducendo anche in un vantaggio economico e geopolitico concreto.

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Russia, il caso Shevchenko destabilizza gli equilibri regionali: minaccia all’accordo USA-Ucraina e risorse in pericolo

Da una parte c’è la Russia che conquista una miniera strategica per lo sviluppo del settore minerario ucraino, dall’altra l’Ucraina sempre più in difficoltà nel difendere i propri giacimenti più importanti: la conquista di Shevchenko, a pochi chilometri dal confine con Dnipropetrovsk, non è un caso circoscritto, ma una prova chiara dell’intenzione russa di usare il controllo delle risorse come leva politica, un’operazione resa ancora più evidente dal ruolo del litio nello scacchiere internazionale, considerato il boom della mobilità elettrica e il ruolo centrale di questo minerale nelle filiere industriali occidentali, tanto che, secondo i dati raccolti, gli Stati Uniti lo classificano ormai come “minerale critico” per la sicurezza interna.

Il fatto che proprio Shevchenko fosse stato individuato da Washington come uno degli asset da cui partire per costruire una vera partnership strategica con Kiev rende la vicenda ancora più delicata, soprattutto perché, sul campo, il controllo russo di quell’area rischia di compromettere non solo la produzione futura, ma anche le basi legali e commerciali su cui si fondava l’accordo. Non è un dettaglio che il villaggio e il deposito siano stati difesi con forza dalle truppe ucraine, che avrebbero inviato ingenti rinforzi per rallentare l’avanzata, ma nonostante la resistenza, il sito è ora in mano russa, con tutte le implicazioni che ne derivano.

Tra queste, la più immediata è il rischio concreto che il pacchetto siglato tra Kiev e Washington venga ridimensionato o che le aziende coinvolte – come Critical Metals Corp – si trovino di fatto estromesse da aree già oggetto di concessioni e a questo si aggiunge il precedente politico: ogni giacimento conquistato dalla Russia diventa non solo una perdita economica per Kiev, ma un segnale per altri attori internazionali che intendano investire nel Paese.

La situazione nella regione di Donetsk si conferma quindi una delle più complesse non solo sul fronte militare, ma anche su quello industriale e diplomatico, perché, come stanno rimarcando diversi analisti, questa guerra non si combatte solo con i carri armati, ma anche con le concessioni minerarie.



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