Contabilità

Buste paga

 

Consumi e famiglie | Tendenze


Il 2025 è iniziato con l’economia italiana in crescita: l’aumento del Pil è stato dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2024. Si tratta di una crescita modesta, ma che rappresenta pur sempre il miglior risultato degli ultimi due anni. L’aumento del Pil è stato determinato soprattutto da un’espansione della domanda interna, che tuttavia, è ascrivibile in larga parte all’andamento degli investimenti, mentre è risultata ancora piuttosto debole la dinamica dei consumi delle famiglie.

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

In effetti, sebbene alcuni tratti del quadro economico attuale favoriscano le famiglie, ve ne sono altri che continuano a costituire un ostacolo alla piena ripresa dei consumi.

Un primo elemento a sostegno dei consumi è l’andamento ancora molto positivo del mercato del lavoro. Nei primi mesi del 2025 l’occupazione si è mantenuta in aumento, con un numero di occupati che si posiziona sui massimi storici, al di sopra dei 24 milioni. Il tasso di disoccupazione al contempo ha raggiunto nuovi minimi, al 5,9% ad aprile.

Ormai da diversi trimestri si registra una crescita dell’occupazione superiore rispetto a quella dell’economia, tanto nell’industria quanto nei servizi. Inoltre, a una maggior quantità di lavoro si sta affiancando anche un miglioramento della qualità dei rapporti di lavoro, dato che risulta in diminuzione l’incidenza dei contratti a termine e dell’occupazione part-time.

Meno positiva è invece l’evoluzione della dinamica salariale. Negli ultimi anni l’aumento dei prezzi ha ridotto il valore reale delle retribuzioni. Il 2024 ha rappresentato un anno di parziale ripresa per il potere d’acquisto dei consumatori, ma a inizio 2025 tale ripresa sembra essersi già interrotta: i dati di contabilità nazionale hanno difatti evidenziato una contrazione del valore nominale delle retribuzioni di fatto per ora lavorata, che si è quindi tradotta in una contrazione ancora più marcata in termini reali.

Sul versante dei prezzi, in effetti, nei primi mesi dell’anno sono emersi alcuni segnali di rialzo della dinamica inflazionistica, derivati principalmente dalla componente dei beni energetici regolamentati (soprattutto le tariffe per energia elettrica e gas), e dei beni alimentari. L’inflazione di fondo, che per l’appunto esclude dall’indice dei prezzi la componente energetica e degli alimentari non lavorati, si è stabilizzata ormai da diversi mesi su valori prossimi al 2%, il valore obiettivo della Banca Centrale europea. Negli ultimi mesi ha mostrato segnali di rialzo anche la cosiddetta inflazione del carrello della spesa, definita come l’inflazione relativa a prodotti alimentari, per la cura della persona e per la cura della casa. Nel corso dei prossimi mesi, d’altra parte, il rientro delle quotazioni dei principali prodotti energetici dovrebbe contribuire a un’ulteriore frenata dei prezzi. Lo scenario resta tuttavia ancora incerto, soprattutto in virtù delle possibili implicazioni della crisi mediorientale sulle quotazioni del petrolio.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Se da una parte, quindi, i redditi delle famiglie sono sostenuti dall’andamento favorevole dell’occupazione, l’andamento debole della dinamica retributiva continua a costituire il principale ostacolo alla crescita dei redditi, e questo a sua volta penalizza il recupero dei consumi. Secondo la contabilità nazionale, infatti, nel primo trimestre dell’anno la spesa delle famiglie è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. L’andamento è risultato più positivo per i consumi di servizi (+0,6%), mentre risulta ancora deludente la dinamica degli acquisti di beni (-0,2%). All’interno di questi la contrazione è risultata più marcata per i durevoli (-1,3%), mentre sono prosegue la crescita, come nel trimestre precedente, dei consumi di semidurevoli (+0,6%). Risulta invece stazionario il consumo di beni non durevoli.

Le prime indicazione sul secondo trimestre dell’anno riguardano l’andamento dalle vendite al dettaglio: nel mese di aprile il volume dei beni venduti è aumentato dello 0,2% rispetto al primo trimestre dell’anno. Il dato sembra quindi anticipare la prosecuzione di una fase di crescita modesta dei consumi.

Altre indicazioni sui mesi più recenti possono essere tratte dalle indagini congiunturali dell’Istat presso le famiglie, che permettono di valutare la percezione dei consumatori circa l’evoluzione del quadro economico. Le survey evidenziano una battuta d’arresto dopo un periodo di recupero del mood delle famiglie. In particolare, nel mese di aprile si sono deteriorate principalmente le attese sull’economia, con un recupero solo parziale nel mese di maggio. La frenata è stata determinata soprattutto dalle tensioni internazionali legate ai dazi, che contribuiscono ad aumentare l’incertezza dei consumatori sul quadro economico, spingendoli verso comportamenti di spesa prudenziali. D’altro canto, alcuni indicatori dell’indagine evidenziano andamenti più positivi. In primis, risultano in crescita le valutazioni sul bilancio familiare. Anche le attese sulla disoccupazione si mantengono contenute, in linea con la fase positiva del mercato del lavoro. Infine, risulta in miglioramento anche il saldo relativo alle intenzioni di acquisto di beni durevoli: su questo aspetto, è possibile che gli andamenti poco vivaci dei consumi di beni negli ultimi anni abbiano determinato un invecchiamento dello stock di beni posseduti delle famiglie, che potrebbero quindi approfittare della fase ciclica più favorevole per iniziare a rinnovare parte di questo stock.

Figura 1 – Retribuzione oraria, in termini reali

Figura 2 – Consumi delle famiglie



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri