«Un voucher di mille euro l’anno per ciascuno dei tre anni di corso per i nuovi iscritti alle Facoltà di Infermieristica del Veneto che supereranno l’esame annuale di tirocinio. Una misura concreta, una novità assoluta, tra le regioni a statuto ordinario, per rispondere a una situazione emergenziale in una società che sta progressivamente cambiando dal punto di vista demografico. Il voucher, erogato da Veneto Lavoro mediante i Centri per l’impiego, con fondi stanziati dalla Regione del Veneto attraverso fondi FSE+ 2021–2027, per un investimento complessivo di 9 milioni di euro, punta ad incentivare, con un supporto economico, l’immatricolazione a uno dei corsi di laurea delle professioni sanitarie in cui la carenza di iscritti pesa di più: in Veneto mancano all’appello 3.500 infermieri nel settore sanitario e socio sanitario, un numero elevato che desta preoccupazione per le ripercussioni che potrebbe avere a lungo andare sull’organizzazione del sistema sanitario regionale».
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Il provvedimento è stato illustrato questa mattina a Palazzo Balbi dall’assessora al Lavoro Valeria Mantovan e dall’assessora alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin, insieme ai rispettivi direttori d’Area Santo Romano e Claudio Costa.
«Così come negli anni passati – ha evidenziato l’assessore Mantovan – avevamo introdotto un voucher per l’iscrizione ai corsi per Operatori socio sanitari (OSS), con un contributo onnicomprensivo di 1.500 euro, che ha comportato un aumento dei corsi dai 45 del 2022 ai 65 attuali, con oltre 4mila allievi, dal 2025 introdurremo questa misura innovativa, con cui vogliamo continuare a garantire ai nostri cittadini i livelli di prestazioni essenziali. Si tratta di un provvedimento sperimentale reso possibile anche grazie all’incremento nella programmazione del FSE+ ‘21-‘27 dei fondi destinati all’Inclusione sociale, passati da 190 a quasi 300 milioni di investimenti».
A fare il quadro della situazione sulla carenza di personale nelle professioni sanitarie è stata l’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin, che coordina la cabina di regia regionale.
«Se è vero, come evidenziamo sempre – ha sottolineato Lanzarin – che in Veneto mancano 3.500 medici, concentrati soprattutto in alcune specialità come l’emergenza urgenza, anestesia e rianimazione, o i medici di famiglia, e 2.000 OSS, il vero dramma è quello della carenza di infermieri. Nonostante l’incremento dei posti a disposizione nelle Università di Padova e Verona, passati dai 1.200 dell’anno accademico 2020/2021 ai 1.833 attuali, il numero delle immatricolazioni non è ancora sufficiente a soddisfare il fabbisogno. Nel comparto sanitario, nel 2024, il saldo tra infermieri assunti e quelli cessati è stato pari a – 359 e nonostante il 2025 registri 23.816 infermieri, in crescita rispetto ai 23.714 dell’anno precedente, siamo lontani dai 24.212 del 2024. A preoccupare, in particolare, è il dato relativo alle dimissioni inattese: si tratta di personale che torna nei luoghi di origine, nel Sud Italia ad esempio, o che passa dal pubblico al privato. Ecco allora come la Regione abbia dovuto fare una riflessione a tutto campo per arginare la situazione e trovare interventi efficaci per accrescere la capacità di attrarre e mantenere gli infermieri nelle strutture».
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È stato attivato un progetto sperimentale di mobilità volontaria tra le aziende ed enti del SSR, con 474 domande pervenute da infermieri con più di cinque anni di servizio. L’obiettivo è valorizzare le preferenze e le esigenze dei professionisti, facilitando un miglior equilibrio vita-lavoro senza obbligo di partecipazione a nuovi concorsi, e promuovere una gestione integrata e sinergica delle risorse umane su scala regionale.
Sarà rilanciata nelle prossime settimane la campagna digitale già sperimentata nel 2024 e destinata ai giovani che si affacciano alla scelta universitaria. Con il claim “Diventa infermiere: al centro della sanità”, la campagna mira a raccontare il valore e le opportunità della professione attraverso video, testimonianze, contenuti scaricabili e link diretti alle iscrizioni ai corsi delle Università di Padova e Verona.
Sono stati attivati, in ciascuna azienda sanitaria, sportelli psicologici per cercare di contrastare i fenomeni da burnout e da stress lavoro correlato.
«Un impegno – ha precisato Lanzarin – che prosegue sul versante contrattuale: proprio ieri si è svolto il primo incontro tra la Regione e le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria e del comparto per l’applicazione della Legge Regionale n. 26 del 2024, che prevede un significativo incremento dei fondi contrattuali per il personale del Servizio sanitario regionale pari a 51 milioni di euro all’anno per tre anni. Le risorse, che saranno destinate anche agli infermieri, mirano a valorizzare le condizioni di lavoro attraverso strumenti innovativi, premi di risultato, indennità specifiche e misure di welfare integrativo. Il confronto proseguirà il 28 luglio, con l’obiettivo di definire in tempi rapidi gli indirizzi operativi per la contrattazione integrativa aziendale».
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