Presentato oggi a Palazzo della Valle l’evento conclusivo del Progetto Agrinet4women
“L’agricoltura europea non è solo un pilastro dell’economia dell’UE, ma anche un elemento chiave della sua identità culturale. Le donne, con il loro impegno e la loro dedizione, sono fondamentali per garantire la vitalità e la sostenibilità dei territori rurali”. Così Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, all’evento conclusivo del progetto Agrinet4women, cofinanziato dall’Unione europea in collaborazione con Università Iuav di Venezia e Gruppo Icaro, dal titolo “Le agricoltrici italiane si presentano all’Europa”.
Un viaggio lungo tutto lo Stivale per incontrare 8 imprenditrici che raccontano come, tra innovazione e sostenibilità, stanno contribuendo a riscrivere il futuro dell’agricoltura, in continua evoluzione. Accanto a loro anche le voci delle rappresentanti di Confagricoltura Donna di alcune regioni italiane fortemente vocate a produzioni di punta per l’agroalimentare Made in Italy.
“L’agricoltura sta vivendo un profondo cambiamento – ha sottolineato Alessandra Oddi Baglioni – è fondamentale che la UE promuova iniziative sui temi dell’agricoltura per mettere in risalto il forte contributo femminile all’innovazione e alla crescita del settore primario in Europa. Le storie delle nostre imprenditrici dimostrano che le donne non solo custodiscono le tradizioni, ma le arricchiscono con innovazioni che proiettano l’agricoltura verso il futuro”.
Presente all’incontro il componente di Giunta nazionale di Confagricoltura Nicola Gherardi, che ha fatto un quadro d’insieme sugli scenari che si prospettano per il settore, dalle agroenergie ai cambiamenti climatici, dagli approvvigionamenti alla decarbonizzazione. “Per la Pac, è in pericolo il budget. Noi – ha detto – puntiamo alla competitività e alla sicurezza alimentare ma siamo preoccupati che per molti Paesi membri la priorità, in questa situazione internazionale complessa, è diventata la difesa dei confini nazionali, che comporterà ulteriori riduzioni per la spesa agricola”.
“Nell’ultimo report dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) emerge come i cambiamenti climatici stiano influenzando l’agricoltura in tutto il mondo e come gli effetti si intensificheranno nel prossimo futuro con l’aumentare delle temperature – ha rimarcato Giulia Lucertini, professoressa associata di Estimo Agrario – Università IUAV di Venezia -. Diversi studi dimostrano come le donne siano più pronte al cambiamento e sensibili ai temi della sostenibilità, promuovendo pratiche agricole più inclusive e rispettose dell’ambiente”.
Confagricoltura Donna ha scelto di focalizzare il lavoro di quest’anno sul tema della ricerca, convinta che “lo sviluppo della produzione agricola passi proprio attraverso la ricerca, che deve evolversi senza pregiudizi e essere diffusa ampiamente nella società civile”, come ha dichiarato la presidente Oddi Baglioni.
“È importante incentivare e avvicinare i giovani alle materie fin dalla scuola superiore, Confagricoltura Donna punta in particolare alle donne, che ancora scelgono in percentuale più bassa percorsi di studi legati a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica.
Le imprenditrici presidenti di Confagricoltura Donna coinvolte nel Progetto:
Caterina Brazzola – Lombardia
Diana Bortoli – Emilia Romagna
Chiara Dossi – Veneto
Alessandra Atorino – Frosinone
Michela Marenco – Piemonte
Lucia Rinaldi – Campania
Le Otto storie d’impresa:
Cristina Pagliari – Lombardia
Erika Sartori – Emilia Romagna
Desiree Nieves – Viterbo
Antonella Iannarilli – Frosinone
Anna Impallomeni – Veneto
Gabriella Fantolino – Piemonte
Maria Pezone – Campania
I NUMERI DELLE DONNE
Le donne rappresentano quasi la metà della forza lavoro in Europa, eppure restano sottorappresentate nel mondo dell’imprenditoria: nei Paesi OCSE solo il 30% circa delle imprese è di proprietà femminile.In Europa l’Italia si distingue: le imprese agricole a conduzione femminile, nel 2024, rappresentavano quasi il 32%, contro una media UE del 29% e il 36% dei “lavoratori autonomi” è donna (in crescita rispetto al 34 % del 2010).
Questi dati confermano che, sebbene, le donne costituiscano quasi un terzo degli imprenditori europei e siano una presenza in crescita tra i lavoratori autonomi, subiscano tuttora significativi divari strutturali.
Le donne imprenditrici in Italia sono giovani, il 64,8% ha un’età media pari a 49 anni (2023). Giovani imprenditrici: nelle società di capitali e di persone a guida femminile, la quota di titolari tra i 18–29 anni è salita al 33,76% (era il 14% dieci anni fa), segno della crescita di reti e innovazione al femminile.
La regione con più imprese agricole femminili è la Sicilia, seguita da Puglia e Campania.
In base all’indice di parità di genere nel lavoro, l’Italia si distingue come paese “ad alto impatto”, poiché colmando le disuguaglianze di genere sul mercato del lavoro sarebbe possibile generare il più consistente aumento del PIL, stimato intorno al 12% entro il 2050.
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