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previsto il 10% di lavoratori stranieri in più rispetto al triennio precedente


Da colf e badanti a braccianti agricoli e operai, dai camerieri e gli infermieri agli addetti alla logistica, passando per i tecnici specializzati per la meccanica e le telecomunicazioni. Arriva la nuova strategia del governo per l’ingresso regolare dei lavoratori stranieri in Italia. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto flussi , un Dpcm che prevede poco meno di 500mila ingressi regolari (497.550) entro il 2028. Con più arrivi dagli Stati che informano maggiormente i migranti sui rischi del traffico irregolare e riescono a limitare il fenomeno. Saranno autorizzati oltre 85mila arrivi l’anno da Paesi come Albania, Egitto, Giappone e India e oltre 30mila ogni dodici mesi dagli Stati con cui si faranno accordi di cooperazione per l’immigrazione nei prossimi anni. Le quote saranno distribuite in base alle esigenze sui territori. Previste poi corsie preferenziali per gli addetti con alta qualificazione professionale, gli artisti di fama internazionale e gli imprenditori di start-up innovative. Ma anche un’apertura al «ridimensionamento graduale del meccanismo del click day». A partire dai profili più richiesti dalle aziende e potenziando la formazione dei lavoratori direttamente nei Paesi d’origine.

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Secondo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida , il provvedimento «facilita le imprese e l’integrazione, ponendo fine al caos preesistente». Sono previsti in media 165.850 ingressi l’anno, tra lavoratori stagionali e non. Tutta manodopera «altrimenti non reperibile», fa sapere il governo. Si tratta di circa 50mila ingressi in più di quelli autorizzati nel triennio 2023-2025 (+10%). Ma solo circa uno su dieci tra il 2023 e il 2024 è riuscito ad avere sia un lavoro che un permesso di soggiorno. Per questo il nuovo testo prevede una serie di correttivi rispetto ai precedenti, a partire da una pianificazione più dettagliata e un iter procedurale più snello, con il tentativo di semplificare le procedura di assunzione. L’obiettivo è fare in modo che i cittadini di paesi extra Ue che vogliono lavorare in Italia possano farlo in maniera facile, oltre che legale. Anche perché tra nascite in calo e lavori che gli italiani vogliono fare sempre meno, la richiesta di manodopera inevasa delle aziende, in settori chiave dell’economia, è elevata. Per il lavoro subordinato non stagionale e per quello autonomo sono ammesse 76.850 persone per ciascuno dei tre anni. Colf e badanti sono ammessi nell’ordine di 13.600 unità per il 2026, 14mila per il 2027 e 14.200 per il 2028. Per il lavoro stagionale le quote sono: 88mila per il 2026, 89mila per il 2027 e 90mila per il 2028.

Si sta arrivando così a quasi un milione di ingressi autorizzati di lavoratori stranieri dal 2023. Ma come emerge dal monitoraggio della campagna “Ero Straniero” , nel 2024 solo il 7,8% delle quote di ingressi stabili si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili e regolari (9.331 su 119.890 quote annuali). Era il 13% nel 2023 (16.188 su 127.707 quotazione). Ci sono poi lungaggini burocratiche sul rilascio del permesso di soggiorno da parte delle questure. Per questo gli esperti suggeriscono di riformare la legge Bossi-Fini che regola gli ingressi in Italia, realizzando un meccanismo più elastico per l’incontro tra offerta e domanda di lavoro.

LE RICHIESTE

Dalla galassia delle imprese delle Confagricoltura saluta positivamente il decreto. Stesso giudizio da Coldiretti. Le quote per gli stagionali sono di poco sotto i 100mila ingressi richiesti dalle aziende agricole. La quota complessiva di stagionali gestiti dalle associazioni agricole sarà di 47mila persone. Confagricoltura chiede però al governo di accelerare le pratiche di conversione dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro subordinato, così da stabilizzare i braccianti. Ma anche di subito superare il meccanismo del click day (lo stesso chiede Assindatcolf), con una procedura di prenotazione aperta tutto l’anno e l’indicazione del periodo di interesse e del tipo di contratto offerto. «Pochi lavoratori – fa sapere Confagricoltura – sono entrati in Italia dopo il click day di febbraio e la raccolta in campagna è già avviata. Le imprese, che confidavano di avere la manodopera in tempo per i raccolti, sono preoccupate».

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LE STIME

Secondo il Sistema Informativo Excelsior, gestito da Unioncamere in collaborazione con Anpal, entro il 2028 le imprese italiane avranno bisogno di circa 640mila lavoratori immigrati, che sono oltre un quinto del fabbisogno complessivo. I settori con maggiore richiesta di manodopera straniera sono: i servizi (principalmente call center, assistenza clienti, pulizie e manutenzione), l’industria (moda, logistica, agroalimentare, legno e arredo) e l’agricoltura. Le professioni più richieste includono: operai specializzati, muratori, elettricisti, carpentieri, camerieri, cuochi e operatori socio-sanitari. Tendenze confermate dall’ultimo rapporto “Gli stranieri nel mercato del lavoro” del ministero del Lavoro, secondo cui le imprese hanno disperato bisogno di: braccianti agricoli, camerieri e cuochi, colf, badanti e infermieri.

Da oggi fino a fine mese, intanto, si può precompilare la domanda di nulla-osta per l’ingresso in Italia di lavoratori stranieri subordinati da inviare nel click day del prossimo 1° ottobre. Si tratta in particolare delle richieste per lavoro stagionale nel settore turistico-alberghiero.

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