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Comunità energetiche, nuove regole per accelerare i progetti


Il Ministero dell’Ambiente modifica il Decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, adesso ci sono nuove regole: più comuni coinvolti, maggiori anticipi e tempistiche più chiare per i progetti finanziati con il PNRR.

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Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha ufficializzato il 16 maggio 2025 un aggiornamento sostanziale al cosiddetto “Decreto CER”, il provvedimento che regola l’accesso ai contributi destinati allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo.

L’intervento rientra nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in particolare dell’investimento 1.2 dedicato alla promozione delle fonti rinnovabili.

Il nuovo decreto rivede e amplia le regole contenute nel precedente provvedimento del 7 dicembre 2023 (n. 414), introducendo una serie di misure pensate per favorire una più ampia adesione al programma e garantire il raggiungimento degli obiettivi ambientali ed energetici fissati a livello nazionale ed europeo.

Più comuni ammessi, più soggetti coinvolti

Una delle principali novità riguarda l’estensione della platea dei beneficiari: se prima potevano accedere ai finanziamenti soltanto i comuni con meno di 5.000 abitanti, ora il limite è stato innalzato a 50.000. Un cambiamento significativo, che consente anche ai centri urbani di medie dimensioni di promuovere la nascita di comunità energetiche locali.

Tra i soggetti ammessi al finanziamento vengono inclusi esplicitamente anche i privati cittadini, che si aggiungono ad enti del terzo settore e associazioni ambientaliste, già previsti dalla normativa precedente. Si riconosce così un ruolo attivo anche ai singoli nella transizione verso un modello energetico condiviso e sostenibile.

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Contributi più sostanziosi e regole operative aggiornate

Per incentivare una maggiore partecipazione, l’anticipo del contributo a fondo perduto passa dal 10% al 30%. Un incremento pensato per offrire maggiore liquidità nella fase iniziale dei progetti e agevolarne la realizzazione concreta.

Inoltre, il decreto chiarisce che alcune spese sostenute prima dell’inizio ufficiale dei lavori – quelle ritenute propedeutiche alla domanda – potranno comunque essere considerate ammissibili ai fini del rimborso, a condizione che siano dettagliate come previsto nell’allegato tecnico.

Scadenze più definite e nuove definizioni tecniche

Il testo introduce per la prima volta la definizione formale di “data di completamento dei lavori”, intesa come la conclusione dell’intera opera, incluse le infrastrutture necessarie alla connessione dell’impianto alla rete elettrica. Questa nuova definizione permette di distinguere chiaramente le fasi del progetto e semplificare le verifiche da parte degli enti competenti.

Quanto alle scadenze, i lavori dovranno essere conclusi entro il 30 giugno 2026. Gli impianti, poi, dovranno essere operativi entro due anni dalla fine dei lavori, ma comunque non oltre il 31 dicembre 2027.

Applicabilità retroattiva e aggiornamenti imminenti

Le nuove disposizioni si applicheranno anche ai progetti già presentati prima dell’entrata in vigore del decreto, avvenuta ufficialmente il 26 giugno 2025. Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) dovrà aggiornare le regole operative entro cinque giorni da tale data, per adeguarle alle modifiche introdotte.

Tuttavia, l’efficacia piena di queste misure è subordinata all’approvazione definitiva da parte del Consiglio ECOFIN europeo, che deve validare la riprogrammazione proposta dell’investimento PNRR in questione. Eventuali modifiche aggiuntive al testo saranno pubblicate sul sito del Ministero, e i soggetti interessati dovranno attenersi alle nuove versioni eventualmente adottate.

Un intervento per sbloccare le risorse inutilizzate

Il decreto arriva in un momento cruciale. I fondi disponibili non risultano ancora completamente assegnati, e il raggiungimento del target europeo M2C2-47 – che misura il numero e l’efficienza delle comunità energetiche finanziate – è a rischio. L’Italia ha quindi scelto di potenziare lo strumento esistente, anticipando in parte la riprogrammazione ufficiale del PNRR.

Con queste modifiche, il MASE punta ad accelerare la transizione energetica dal basso, coinvolgendo più territori, rafforzando il supporto economico iniziale e snellendo il percorso burocratico per chi vuole investire in energia pulita e condivisa.

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L’intervento normativo è già stato trasmesso agli organi di controllo competenti ed è pienamente in vigore. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere l’effetto concreto delle nuove regole sull’avanzamento dei progetti in tutta Italia.

Comunità energetiche: il decreto con le nuove regole per accelerare i progetti

Qui il documento completo.



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