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Banca d’Italia – Presentazione del rapporto annuale sul 2024 “L’economia della Valle d’Aosta”


Viene presentato oggi ad Aosta il rapporto annuale “L’economia della Valle d’Aosta”.

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Il quadro macroeconomico

Nel 2024 l’economia della Valle d’Aosta ha continuato a espandersi moderatamente. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto sarebbe cresciuto in termini reali di circa l’1 per cento, in misura lievemente superiore alla media nazionale e a quella delle regioni del Nord.

Sulle prospettive per l’anno in corso grava la maggiore incertezza derivante dalle accresciute tensioni geopolitiche e commerciali. L’inasprimento delle barriere tariffarie, tuttavia, avrebbe effetti diretti nel complesso meno marcati in regione rispetto alla media nazionale, grazie alla minore rilevanza dell’interscambio commerciale con gli Stati Uniti.

Le imprese

Nel 2024 l’attività nell’industria è moderatamente cresciuta, beneficiando del recupero della domanda estera. Le esportazioni sono infatti tornate a crescere, in modo diffuso in quasi tutti i principali comparti, in controtendenza con quanto osservato nella media nazionale. Nelle costruzioni si è interrotta la fase di forte espansione che proseguiva da tre anni; la produzione è rimasta comunque su livelli elevati, grazie soprattutto al contributo dell’edilizia pubblica. Il mercato immobiliare si è stabilizzato, dopo la frenata del 2023, mostrando un graduale recupero della domanda nel corso dell’anno. L’espansione dell’attività nei servizi si è attenuata. Nel comparto turistico, particolarmente rilevante per la regione, la crescita delle presenze straniere ha compensato il calo di quelle nazionali; sull’andamento del settore hanno inciso gli eventi alluvionali verificatisi all’inizio della stagione estiva. La chiusura più prolungata rispetto al 2023 del traforo del Monte Bianco ha avuto ripercussioni sul settore dei trasporti, con una riduzione dei transiti di mezzi pesanti, concentrata nei mesi di settembre e ottobre.

L’attività di accumulazione di capitale, in base alle indicazioni delle imprese, sarebbe diminuita nell’anno, soprattutto nel comparto manifatturiero. La congiuntura ancora positiva ha favorito il mantenimento di condizioni economiche e finanziarie delle aziende nel complesso solide. La liquidità finanziaria è rimasta elevata e, insieme alla più contenuta propensione all’investimento, ha contribuito alla minore richiesta di finanziamenti bancari. Il calo dei prestiti ha interessato tutte le dimensioni d’impresa e le principali branche di attività economica, ad eccezione della manifattura; le condizioni di offerta del credito sono rimaste sostanzialmente invariate e ancora improntate alla cautela. L’allentamento monetario ha favorito una graduale discesa dei tassi di interesse praticati dalle banche sui prestiti. La qualità del credito ha riflesso dinamiche eterogenee tra settori, mostrando un miglioramento per le imprese dei comparti manifatturiero e delle costruzioni, a fronte di un peggioramento per quelle del terziario.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Nel 2024 è proseguita la crescita degli occupati, sebbene in attenuazione rispetto all’anno precedente, sostenuta esclusivamente dal lavoro dipendente. La partecipazione al mercato del lavoro è aumentata grazie alle fasce di età più anziane, a fronte di una leggera riduzione per le coorti più giovani. Il tasso di disoccupazione è ancora marginalmente sceso. In prospettiva, la crescente diffusione dell’intelligenza artificiale potrebbe, da un lato, portare alla sostituzione dei lavoratori e, dall’altro, coadiuvarli, incrementandone la produttività: rispetto al resto del Paese, il mercato del lavoro della Valle d’Aosta risulta meno esposto a entrambi i potenziali effetti di tale cambiamento tecnologico.

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Il reddito disponibile delle famiglie ha continuato a crescere in termini reali, beneficiando anche del calo dell’inflazione. Il reddito da lavoro è stato sostenuto dagli incrementi delle retribuzioni e dell’occupazione. I consumi sono rimasti stabili, dopo la moderata espansione osservata nel 2023.

Nel 2024 la flessione dei prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie si è attenuata, beneficiando del calo dei tassi che ne ha sostenuto la domanda. Il credito al consumo ha continuato ad aumentare, ma a ritmi più contenuti dell’anno precedente. Le erogazioni di nuovi mutui bancari per l’acquisto delle abitazioni sono tornate a espandersi; la minore onerosità dei mutui a tasso fisso rispetto a quelli a tasso variabile ha continuato a favorire il ricorso ai primi. La capacità di rimborso delle famiglie non ha subito variazioni di rilievo.

I depositi bancari delle famiglie si sono ridotti in misura più contenuta rispetto al 2023. È proseguito, sia pure meno intensamente, il processo di riallocazione del risparmio a favore di strumenti finanziari più remunerativi.

La finanza pubblica decentrata

La spesa in conto capitale degli enti territoriali è aumentata significativamente, sostenuta dalla ripresa degli investimenti propri degli Enti e dalla progressiva attuazione degli interventi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Sebbene la quota prevalente delle risorse del Piano sia attribuita a enti pubblici, poco più del 15 per cento è di competenza diretta di soggetti di natura privata. Con riferimento alle missioni in cui si articola il PNRR, più della metà dei finanziamenti è concentrata nei progetti dedicati alla digitalizzazione, innovazione, competitività e alla rivoluzione verde e transizione ecologica. Le imprese sono inoltre coinvolte indirettamente, tramite l’aggiudicazione di appalti per la realizzazione di opere pubbliche o per la fornitura di beni e servizi, in proporzione relativamente elevata in regione nel confronto nazionale. È proseguita nell’anno la riduzione dello stock complessivo di debito delle Amministrazioni locali valdostane, sceso su valori molto contenuti, grazie anche all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione della Regione.

Crescita, produttività e innovazione

Tra il 2007 e il 2023 l’economia regionale e quella nazionale sono state interessate da alcune importanti fasi recessive. Tuttavia, mentre nel 2023 l’Italia aveva ampiamente recuperato il livello del valore aggiunto di inizio periodo, la Valle d’Aosta presentava ancora un valore inferiore di oltre 6 punti percentuali al dato del 2007. Sul diverso andamento della regione rispetto al resto del Paese hanno influito la forte contrazione della popolazione in età lavorativa e il calo della produttività. La riduzione di quest’ultima è riconducibile a un peggioramento della produttività totale dei fattori, ossia del grado di efficienza nell’utilizzo combinato di capitale e lavoro, solo parzialmente controbilanciata dall’aumento dell’intensità di capitale.

La Valle d’Aosta sconta nel confronto territoriale una minore presenza di start up innovative, che riflette la sua specifica specializzazione produttiva; tuttavia, a parità di settore la diffusione di tali imprese è più marcata. Tra i fattori che rilevano per la crescita e la produttività vi è il capitale umano: l’Università della Valle d’Aosta ha favorito l’innalzamento del livello di istruzione, anche se la limitata offerta formativa incide sulla disponibilità di laureati in discipline STEM e con competenze ICT. Ne ha risentito anche lo sviluppo digitale della regione che, nonostante il miglioramento degli ultimi anni, rimane ancora inferiore alla media nazionale; modesto è il livello delle competenze digitali della popolazione ed è contenuto l’utilizzo di strumenti digitali avanzati tra le imprese. La qualità dell’azione pubblica, che incide sul contesto in cui i singoli soggetti si trovano a operare, si colloca al di sopra della media nazionale, in base agli indicatori utilizzati.



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