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Integratori alimentari: settore maturo con ruolo chiave per economia, salute e innovazione


Microcredito

per le aziende

 

Industria farmaceutica

02 Luglio 2025

Presentata l’analisi condotta da Integratori & Salute, l’associazione di riferimento per il settore, parte di Unione Italiana Food (UIF), realizzata con il supporto tecnico e metodologico di PwC Italia

di Redazione Farmacista33


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Gli integratori alimentari non sono più un fenomeno di nicchia e in Italia il settore è un motore per l’economia, capace di generare oltre 4,6 miliardi di euro di PIL, sostenere più di 51 mila posti di lavoro – metà dei quali femminili – e trainare innovazione e ricerca. È un comparto maturo e in crescita, sempre più centrale per la prevenzione e il benessere della popolazione, e per questo chiamato a un dialogo strategico con le istituzioni e il sistema sanitario. Sono alcuni dei dati emersi dall’analisi condotta da Integratori & Salute, l’associazione di riferimento per il settore, parte di Unione Italiana Food (UIF), realizzata con il supporto tecnico e metodologico di PwC Italia.

Settore maturo con dinamiche positive nel fatturato

Lo studio, che ha elaborato i dati di bilancio di oltre 15.000 società di capitali italiane e delle aziende associate a UIF che producono e/o distribuiscono integratori, evidenzia come il comparto non solo abbia un peso crescente nell’economia nazionale, ma rappresenti anche un importante bacino occupazionale. 

Il settore degli integratori alimentari, nel 2023 ha registrato in Italia vendite per 4.091 milioni di euro nei canali farmacia, parafarmacia e GDO, contribuendo a generare 4.626 milioni di euro di PIL nazionale, di cui 4.072 milioni di euro di valore aggiunto e 554 milioni di euro di IVA.

Complessivamente sono oltre 51.000 i lavoratori impiegati direttamente, indirettamente o per effetto indotto nella filiera degli integratori, con una significativa presenza femminile che si attesta al 50%, superiore alla media nazionale del 42%, e con una percentuale di laureati pari al 34% contro una media nazionale del 24%. Il settore ha inoltre generato un gettito fiscale pari a 1.099 milioni di euro. 

Il settore degli integratori evidenzia dinamiche positive nel fatturato, nella produzione, nell’occupazione e negli investimenti”, afferma Germano Scarpa, Presidente di Integratori & Salute. “È un mercato solido e maturo dove il consumatore mostra sempre più fiducia verso l’utilizzo di questi prodotti, li prende con frequenza e anche con metodo perché è convinto che attraverso il consumo possa mantenere con maggior facilità il proprio stato di salute. In generale farmacia e parafarmacia rimangono i punti di riferimento privilegiati per l’acquisto di integratori alimentari, a dimostrazione di un consumo consapevole, guidato dai professionisti della salute: più dell’80% dei prodotti sono acquistati in questi canali”. 

Farmacia primo canale di vendita. Vitamine e sali minerali i prodotti prevalenti

Le farmacie e le parafarmacie restano i punti di riferimento principali per l’acquisto degli integratori alimentari, a dimostrazione di un consumo sempre più consapevole e informato. Più dell’80% dei prodotti viene infatti acquistato in questi canali, che rappresentano per il cittadino non solo uno spazio di vendita, ma anche di consulenza professionale. A questi si affiancano la GDO, l’e-commerce e i corner specializzati, mentre nel B2B il ruolo dei grossisti e dei distributori si conferma strategico per la capillarità dell’offerta sul territorio. La domanda interna, in particolare nei canali farmacia e parafarmacia, risulta prevalentemente soddisfatta dalle aziende associate a Integratori & Salute, le cui business unit produttive e commerciali hanno registrato un fatturato complessivo di 2.754 milioni di euro (incluso l’export), generando 781 milioni di euro di valore aggiunto.

Tra gli integratori proposti dalle aziende troviamo al primo posto vitamine e sali minerali (82%) seguiti da probiotici (80%), integratori per la funzione immunitaria (80%) e per la regolarità intestinale (76%).

Profilo delle aziende di integratori alimentari: vocazione all’innovazione

Alla base di questi risultati si trova un sistema imprenditoriale solido, ben radicato nel tessuto produttivo nazionale e con forte vocazione all’innovazione. È quanto emerge anche dalla survey “La voce delle aziende: un’indagine delle loro prospettive ed esigenze”, condotta su un campione di 50 imprese associate a Integratori & Salute, che operano in ambiti e mercati diversi.

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Circa l’80% delle aziende ha un modello di business prevalente è volto alla commercializzazione di integratori, mentre nella produzione domina quella per conto terzi. I clienti più rilevanti delle aziende di integratori sono i grossisti, seguiti dai distributori. 

La popolazione aziendale è costituita principalmente da impiegati e operai, mentre quadri e dirigenti rappresentano mediamente il 20%. 

La maggior parte delle aziende, pur non avendo la certificazione di parità di genere, considerano questo traguardo come uno degli impegni prioritari per i prossimi anni. Allo stesso tempo, le imprese del settore integratori oggetto della survey supportano smartworking (72%), programmi di formazione continua (72%) e flessibilità oraria (64%). 

L’86% delle aziende intervistate possiede un’unità di R&D che si occupa di tematiche regolatorie nell’ambito degli integratori alimentari. Tra le aziende del campione, le nazionali e le multinazionali a capitale italiano sono quelle che investono maggiormente in R&D.

Inoltre, secondo i dati dello studio, 8 aziende su 10 hanno collaborazioni di ricerca attive, principalmente con università o istituti di ricerca accademici. 

Per il futuro, emerge dalla survey, gli investimenti saranno sempre più orientati a individuare nuove formulazioni di integratori alimentari (84%), alla digitalizzazione dei processi aziendali (68%), alla formazione e allo sviluppo del personale (62%) e all’espansione della distribuzione (48%). 

dall’indagine emerge che circa l’80% delle aziende del panel vanta procedure specifiche per gestire questioni etiche e si è dotato di un proprio codice etico di riferimento. Per quanto riguarda l’ambito ESG, le principali azioni sono legate al welfare (52%), a programmi di sicurezza e salute per i dipendenti (52%), e a interventi sul packaging (52%), seguite dalla promozione della parità di genere sul posto di lavoro (44%).

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Inoltre emerge che l’80% considera l’ampliamento del portafoglio prodotti la priorità strategica assoluta, seguita dalla sostenibilità economica del business (58%), dall’export (40%) e dalla crescita per acquisizioni (26%). Le sfide più rilevanti riguardano le modifiche regolatorie europee (86%), i costi e la disponibilità delle materie prime (84%), la concorrenza (68%), il contesto geopolitico (68%) e la sostenibilità (58%). Tra le principali preoccupazioni espresse dalle imprese figurano l’assenza di armonizzazione normativa a livello europeo ed extra-europeo su aspetti come materie prime, contaminanti, claim di prodotto e sanzioni, le restrizioni all’uso delle preparazioni botaniche e il crescente ricorso all’autocura da parte dei pazienti.

Oggi, grazie alla forte impronta innovativa del comparto siamo impegnati a ricercare e a progettare gli integratori di domani, che dovranno rappresentare un sostegno sempre più mirato e strategico per il benessere delle persone – afferma il Presidente di Integratori & Salute. – Un utilizzo degli integratori nei prossimi anni come strumento di prevenzione primaria può infatti costituire un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali. In generale, il futuro del nostro settore dipenderà anche dalla capacità delle imprese di integratori di innalzare il livello qualitativo dei propri prodotti e di partecipare attivamente al dibattito regolatorio. Le imprese devono continuare ad avere il coraggio di investire in ricerca e collaborare con il mondo scientifico per dimostrare l’efficacia dei nutrienti, anche adottando modalità di valutazione innovative”.

TAG: INTEGRATORI ALIMENTARI, INTEGRATORI & SALUTE


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