Con il via libera della Camera al disegno di legge 1146/2025, l’Italia compie un passo cruciale nel disciplinare l’uso dell’intelligenza artificiale (IA).
Il provvedimento, già passato al vaglio del Senato e ora in attesa dell’ulteriore approvazione definitiva, rappresenta la prima normativa nazionale strutturata in materia, colmando un vuoto legislativo significativo e ponendosi in linea con le direttive europee, in particolare con l’AI Act dell’Unione Europea, entrato in vigore lo scorso giugno.
Un mercato in crescita, tra potenzialità e ritardi
La necessità di un intervento normativo si inserisce in un contesto economico caratterizzato da un’espansione accelerata dell’IA nel nostro Paese. Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, nel 2024 il settore ha generato un giro d’affari di 1,2 miliardi di euro, con un incremento del 58% rispetto all’anno precedente. A guidare questa espansione è soprattutto l’intelligenza artificiale generativa – quella capace di creare testi, immagini e contenuti autonomamente – che da sola copre il 43% del mercato.
Tuttavia, non mancano le criticità. Le piccole e medie imprese faticano ad adottare soluzioni avanzate: solo il 7% delle piccole aziende e il 15% di quelle medie hanno avviato progetti in ambito IA. Anche la pubblica amministrazione, seppure in crescita, rimane marginale nel panorama nazionale, contribuendo per appena il 6% alla spesa totale.
Un quadro normativo fondato su etica, diritti e sicurezza
La nuova legge si compone di 28 articoli suddivisi in sei sezioni, ognuna dedicata a un aspetto specifico dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il testo mira a promuovere un impiego responsabile delle tecnologie emergenti, adottando una prospettiva centrata sull’essere umano e fondandosi su criteri di trasparenza, equità e rispetto delle libertà fondamentali.
I punti salienti della normativa:
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Principi generali: Il primo capitolo definisce i valori guida per l’impiego dell’IA, compresi gli ambiti produttivo, civile e militare. Vengono inoltre introdotte definizioni tecniche in linea con il lessico europeo.
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Settori strategici: Il secondo segmento si concentra su ambiti specifici – sanità, ricerca, giustizia, lavoro e amministrazione pubblica – prevedendo misure per evitare discriminazioni e garantire la protezione dei dati personali. Una delega al Governo consente di regolamentare ulteriormente l’utilizzo di dati e algoritmi nei sistemi di addestramento.
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Pianificazione e governance: Il terzo capitolo disciplina la redazione della Strategia nazionale per l’IA e assegna un ruolo centrale all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), designate come autorità di riferimento. È inoltre prevista una delega per armonizzare le norme italiane con il regolamento europeo.
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Tutela degli utenti e diritto d’autore: Il quarto capitolo introduce norme per limitare l’uso improprio dell’IA nella manipolazione di contenuti e nella violazione della proprietà intellettuale. La legge sul diritto d’autore viene modificata per estendere la protezione anche alle opere generate con strumenti automatizzati.
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Reati legati all’IA: Il quinto capitolo aggiorna il codice penale introducendo sanzioni per chi impiega l’IA in modo illecito, ad esempio diffondendo contenuti manipolati in modo fraudolento o mettendo a rischio la sicurezza di persone e sistemi.
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Aspetti finanziari e accordi: La sezione finale garantisce che l’attuazione delle nuove disposizioni non comporti nuovi oneri per lo Stato e autorizza l’ACN a stipulare intese con operatori privati per favorire lo sviluppo di soluzioni innovative.
Verso un’intelligenza artificiale “a misura d’uomo”
Il provvedimento si propone come strumento di bilanciamento: da un lato, intende sostenere lo sviluppo tecnologico e incentivare la competitività del sistema economico italiano; dall’altro, cerca di prevenire usi distorti e dannosi dell’IA, ponendo al centro la salvaguardia dei diritti individuali e collettivi. Si tratta, in sostanza, di una legge che tenta di conciliare l’urgenza dell’innovazione con la necessità di regole chiare e condivise.
Con l’approvazione di questa normativa, l’Italia si posiziona tra i primi Paesi europei a dotarsi di una cornice legislativa autonoma ma integrata nel più ampio quadro comunitario, pronta ad affrontare le sfide – e a cogliere le opportunità – di un futuro sempre più digitale.
Il testo del disegno di legge sull’Intelligienza Artificiale approvato alla Camera e la scheda di lettura
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