Contabilità

Buste paga

 

ecco chi sceglie di viverci nel 2025


Negli ultimi anni, le montagne italiane stanno tornando al centro del dibattito pubblico e delle politiche territoriali. A lungo associate a spopolamento, marginalità e invecchiamento demografico, oggi molte valli alpine e appenniniche stanno sperimentando un processo di rinascita, alimentato da scelte individuali e da strategie collettive.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Il Rapporto Montagne 2025 dell’UNCEM fotografa questa trasformazione in atto e apre nuove prospettive per il futuro.

Dalla crisi all’opportunità: un cambio di paradigma per le montagne italiane

Le montagne italiane non sono più solo un luogo da proteggere, ma un terreno fertile per sperimentare nuovi modelli di vita, lavoro e comunità. Secondo i dati UNCEM, fra il 2019 e il 2025 oltre 100mila persone hanno deciso di trasferirsi in aree montane, spinte dalla ricerca di maggiore qualità della vita, da una nuova consapevolezza ambientale e dalle possibilità offerte dallo smart working.

Questa inversione di tendenza non è casuale. È il frutto di politiche locali più lungimiranti, di una crescente sensibilità verso la sostenibilità, e della riscoperta del valore dei piccoli centri e delle economie locali. Le montagne italiane, se adeguatamente sostenute, possono diventare veri e propri laboratori di innovazione sociale e ambientale.

Le azioni concrete del Rapporto Montagne 2025

Il Rapporto Montagne 2025 non si limita a raccogliere dati: propone azioni concrete per accompagnare e rafforzare il ripopolamento montano. Tra le priorità:

  • infrastrutture digitali capillari, per favorire il lavoro a distanza;
  • accesso garantito ai servizi essenziali, come scuole, sanità e trasporti;
  • sostegno all’imprenditorialità giovanile, con bandi mirati e microcredito locale;
  • rigenerazione del patrimonio abitativo, per rendere accessibili case e stabili inutilizzati;
  • valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, come leva per turismo responsabile e identità territoriale.

Si tratta di un cambio di prospettiva che pone al centro le comunità e la loro capacità di costruire modelli di vita resilienti e solidali.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Esperienze reali: fra la Valle Maira e le Dolomiti

Dal Piemonte al Veneto abbiamo raccolto due esperienze che ci portano a comprendere il valore delle montagne italiane nel 2025. La prima storia è quella di Giovanni Monge, 38 anni, che nel 2025 ha scelto di lasciare Torino per trasferirsi con la famiglia in Valle Maira, provincia di Cuneo. Oggi lavora da remoto come consulente digitale e, insieme a sua moglie, gestisce un piccolo progetto agricolo.

«Abbiamo cercato un luogo dove rallentare e crescere i nostri figli in un ambiente più sano – racconta Giovanni – La Valle Maira ci ha offerto questo, e anche di più: un senso di comunità, spazi aperti, possibilità di fare impresa con creatività. Lavoro come in città, ma la sera osservo gli stambecchi nel mio giardino e vivo davvero in sintonia con la natura insieme alla mia famiglia». 

Come Giovanni, anche la ricercatrice Anna Storti, ha deciso di vivere insieme alla famiglia a Falcade, sulle Dolomiti. «La montagna è sana, ci ricollega a noi stessi – spiega Anna – Dal caos di Padova abbiamo deciso di vivere in modo lento. Non tornerei più indietro. Con un po’ di pazienza, si costruiscono reti di sostegno forti. Ho collaborazioni con altre famiglie arrivate di recente, stiamo condividendo competenze, idee, anche sogni. La montagna non è un rifugio, è un progetto. Per vivere al meglio è necessaria meno burocrazia, più visione. Investire davvero nelle infrastrutture digitali e nella scuola. Non servono mega progetti: bastano piccoli interventi mirati che tengano conto delle realtà locali per cambiare il nostro Paese».

Dalle Alpi agli Appennini, il ritorno in montagna non è un’utopia, ma una realtà che può crescere, se accompagnata da politiche lungimiranti e partecipate.

Le montagne italiane come risorsa strategica

Oggi più che mai, parlare di montagne italiane significa guardare al futuro del Paese. Le aree montane coprono oltre il 50% del territorio nazionale, custodiscono risorse idriche, biodiversità e tradizioni culturali uniche. Valorizzarle non è solo una scelta etica o identitaria, ma una strategia per uno sviluppo più equilibrato e sostenibile.

Il percorso verso il ripopolamento delle montagne italiane è già iniziato: le comunità stanno cambiando, nuove economie locali stanno emergendo, e gli italiani guardano alla montagna come a un luogo dove costruire, innovare e vivere con maggiore consapevolezza. La sfida ora è passare dal fenomeno alla politica strutturale, trasformando il ripopolamento montano in una leva di coesione territoriale e rigenerazione nazionale.

Leggi anche:

Giovani e montagna: la storia dei ragazzi di Melle

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

La tutela della montagna: l’importanza di salvaguardare una risorsa preziosa

Vacanze in montagna: tutte le nuove tendenze del momento

I libri che raccontano la montagna che cambia: ribaltiamo gli stereotipi





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Conto e carta

difficile da pignorare