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«La politica di coesione essenziale per lo sviluppo»


Un discorso fermo, pronunciato lontano dalle passerelle di casa, ma con lo sguardo puntato sulle radici. Così Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, ha rappresentato l’Italia a Bruxelles, nel palazzo Berlaymont, sede della Commissione Europea.

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L’occasione era l’incontro con il vicepresidente esecutivo per la Coesione e le riforme, Raffaele Fitto, insieme a trenta presidenti e ministri regionali di 149 Regioni europee aderenti all’iniziativa EURegions4cohesion.

Todde non ha esitato a mettere subito in chiaro il perno del suo intervento: «La Politica di coesione è un elemento essenziale per lo sviluppo dei nostri territori». Parole che vanno dritte al punto, senza giri di retorica.

«La coesione – ha affermato la presidente – è l’unica politica dell’UE che, fin dalle sue origini, ha un respiro strategico di lungo raggio, un mezzo per dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini e del tessuto produttivo. Il successo risiede proprio nella sua capacità di far partecipare gli attori locali ai processi di programmazione guidati dalla Commissione europea, anche attraverso strumenti che si sono rivelati un valore aggiunto per affrontare sfide specifiche e migliorare la competitività e sostenibilità dei territori, come gli Investimenti Territoriali Integrati (ITI) e lo Sviluppo Locale di tipo partecipativo».

Un discorso che ha trovato esempi concreti. Todde ha ricordato i progetti ITI “Cammino di Santa Barbara” e “Sistema Integrato Sinis Mont’e Prama”, come testimonianza di «importanti interventi costruiti dal basso che concorrono al miglioramento della competitività e della resilienza delle aree interessate, con effetti moltiplicatori per interventi contigui».

Non solo elogi, ma anche un avvertimento politico ben calibrato: la riforma della Politica di coesione non può e non deve ridimensionare il ruolo delle Regioni. «È necessario che la riforma mantenga la centralità delle Regioni nelle proprie funzioni di programmazione e gestione, trattandosi del livello di governo maggiormente capace di intercettare le sfide e le problematiche territoriali, oltre che assicurare un legame diretto tra i cittadini e l’Unione europea», ha ribadito la presidente.

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E infine, un appello che sa di invito a riscoprire la misura giusta tra Bruxelles e i territori: «Per rendere più forte e resiliente la nostra Europa – ha concluso Todde – è necessario favorire la territorializzazione anche delle altre politiche dell’UE, fin dalle fasi di elaborazione in sede legislativa, in modo che gli obiettivi di convergenza economica siano perseguiti dall’insieme delle politiche europee, così come sancito nei Trattati».

In platea, i rappresentanti regionali di Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Paesi Bassi. Una platea ampia, specchio di un’Europa che, tra dossier e traduzioni simultanee, cerca ancora la sua voce unitaria.





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