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Intesa Sanpaolo e Confindustria, 14 miliardi per le imprese del Lazio


Robotica, digitalizzazione e intelligenza artificiale come leve strategiche per rafforzare la competitività delle imprese. È il focus su cui si è concentrato ieri a Roma l’incontro di presentazione del nuovo Accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese annunciato a inizio anno. L’inteesa mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 14 dedicati alle aziende del Lazio, per rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo.

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LA SFIDA

In un contesto caratterizzato da «grande incertezza», legata a tensioni geo-politiche, ai conflitti in corso e anche ai timori per i dazi americani, sottolinea l’ufficio studi di Inttesa Sanpaolo, la manifattura italiana si trova ad affrontare la sfida delle tecnologie digitali avanzate. In particolare, rileval’istituto, gli sviluppi del conflitto in Medioriente, in caso di escalation, potrebbero avere impatti significativi sui mercati dell’energia. Mentre sul fronte dazi, i continui stop-and-go del governo statunitense condizionano l’evoluzione del commercio mondiale. L’impatto sul sistema manifatturiero italiano potrà comunque essere mitigato dalle strategie di diversificazione delle imprese riguardanti i mercati di sbocco dell’export tricolore. La manifattura della Penisola, inoltre, può contare sulla qualità sempre più elevata delle sue produzioni: i valori medi unitari all’export sono cresciuti annualmente del 5,1% nel periodo 2014-2024, più di quanto realizzato dagli altri competitor europei (la media Ue è stata del 4,1%).

Cruciali diventano quindi gli investimenti, soprattutto in tecnologia. L’Italia è ben posizionata per installazioni di robot industrial e l’analisi sulla diffusione delle diverse tecnologie avanzate nell’industria manifatturiera mostra una maggiore diffusione di cloud computing per le imprese (oltre il 60% delle aziende) rispetto alla media Ue. Ancora contenuto invece l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: la utilizza solo l’8% contro una media europea del 10,6% (questo differenziale è condizionato dall’elevato peso delle piccole imprese nel tessuto produttivo italiano).

LA TRANSIZIONE

«La transizione digitale e l’intelligenza artificiale rappresentano certamente delle opportunità di crescita e sviluppo per l’economia del Paese, ma per coglierle è importante mantenere centrale capitale umano e formazione – ha affermato Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. Per questo sarà fondamentale aumentare le assunzioni dei giovani nelle aziende, provvedere a programmi di formazione e specializzazione, garantire il loro welfare a beneficio del Paese». «Abbiamo deciso – ha detto ancora Barrese – di supportare questo percorso non solo attraverso il credito, ma dando anche incentivi a quelle aziende che fanno investimenti tecnologici e associano a questo l’impegno ad assumere».

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LA VISIONE

«In un contesto geopolitico segnato da profonde tensioni e molteplici fronti aperti nel commercio globale, l’industria italiana deve manifestare visione strategica e determinazione – ha osservato Emanuele Orsini, presidente di Confindustria -. Oggi più che mai è necessario calibrare le risposte su scala nazionale ed europea, ponendo al centro competitività, sicurezza energetica e coesione sociale».

LE TARIFFE

Orsini si è poi soffermato sui rischi dei dazi americani. «Stiamo ricordando un po’ a tutti che non è solo un dazio al 10% ma la svalutazione anche del dollaro che vale un 13,5% vuol dire che siamo al 23,5% quindi un numero che ci preoccupa», ha spiegato il presidente degli imprenditori. «Secondo le nostre stime questo numero può avere un impatto sulla nostra industria di circa 20 miliardi con 118.000 posti di lavoro, quindi è ovvio che ci preoccupa», ha aggiunto. Serve quindi «negoziare tutti uniti come Europa».

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