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“Senza giovani non c’è futuro e senza impresa non c’è Italia”


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«Cerchiamo persone curiose, capaci di apprendere rapidamente e con una visione sistemica». È questa, secondo Francesca Saraceni, ceo di Intellico.ai, la risposta più concreta alla domanda che si pongono oggi le imprese: quali competenze servono davvero per affrontare le trasformazioni in corso?
Una domanda che nemmeno l’eco barocco del Salone Estense di Varese è riuscito a modificare dalla sua scarna essenzialità.
Oggi è di questo che ha bisogno l’ecosistema produttivo per affrontare i due megatrend che stanno alla base del cambio di paradigma, ovvero la sostenibilità integrale (sociale, ambientale ed economica) e la digitalizzazione. La transizione è dunque un passaggio culturale e generazionale ancor prima che economico e tecnologico.
A seguire il quarto Main regional summit dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia, organizzato in collaborazione con i pari grado di Confindustria Varese, c’erano oltre cento persone tra imprenditori, rappresentanti istituzionali e giovani. Un momento di riflessione collettiva sul futuro del sistema industriale lombardo immerso  nella trasformazione tecnologica, alle prese con la sfida ambientale e il cambiamento demografico che richiedono un nuovo patto generazionale. (nella foto in alto da sinistra: Pietro Conti e Jacopo Moschini)

QUEL PATTO GENERAZIONALE INVOCATO DA TUTTI

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La visione a queste latitudini c’è, come ha ricordato il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Varese. Pietro Conti ha infatti sottolineato il ruolo del territorio all’interno della strategia #Varese2050: «Promuoviamo cultura d’impresa, supportiamo l’adozione di nuove tecnologie e accompagniamo le imprese nel passaggio generazionale». Gli ha fatto eco Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia, sottolineando l’importanza del dialogo tra generazioni e tra pubblico e privato. Così come la presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Maria Anghileri, ha posto con forza il tema delle condizioni necessarie per l’imprenditoria giovanile: «Serve accesso al capitale, venture capital, semplificazione normativa e sviluppo delle competenze. Ma soprattutto serve un grande patto generazionale. Senza giovani non c’è futuro, e senza impresa non c’è Italia».
Un bilancio del quadriennio appena trascorso è arrivato da Jacopo Moschini, presidente uscente del Comitato Regionale dei Giovani Imprenditori: «Abbiamo costruito uno spazio di confronto reale. Ma oggi, nonostante gli sforzi, la Lombardia arretra: la manifattura è in difficoltà, gli investimenti privati sono scesi del 6,9% nell’ultimo anno e quelli pubblici non producono l’effetto leva atteso».

Economia varie

INNOVARE È L’IMPERATIVO CATEGORICO

Nel primo dei tre panel tematici, intitolato “Clean Industrial Deal: opportunità per lo sviluppo delle tecnologie avanzate”, l’assessore regionale all’Innovazione, Alessandro Fermi, ha annunciato nuovi bandi per rafforzare la formazione in settori strategici: «Stiamo investendo su digitalizzazione e intelligenza artificiale, e presto rilanceremo la misura “Competenze e Innovazione”».
A portare l’esperienza delle imprese sono stati Michela Conterno  che ha parlato della transizione green nella plastica e Roberto Grassi nel settore tessile tecnico. La ceo di Lati spa, storica azienda del settore plastica di Vedano Olona, ha sottolineato che: «Innovare è una scelta, e lo abbiamo fatto lavorando sull’efficienza energetica e sui materiali sostenibili. La plastica è un settore energivoro. La mia azienda consuma per la propria produzione 20 milioni di kilowattora all’anno e per essere considerati energivori basta un milione di kilowattora all’anno, quindi siamo 20 volte sicuri di essere energivori».
L’ad e presidente della Grassi spa, ha ricordato l’esperienza pionieristica del Varesotto nel tessile responsabile: «Il nostro territorio è avanti grazie a strutture come Centrocot e Multilab. In queste eccellenze si possono studiare i processi e le tecnologie per andare a gestire il fine vita del materiale tessile per creare le cosiddette materie prime e seconde che possono essere utilizzate per altre attività non espressamente ed esclusivamente nell’ambito del tessile».

DONNE E STEM: LA SFIDA PARTE DALLA SCUOLA

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Il secondo panel, “Il ruolo delle donne nelle materie Stem”, ha acceso i riflettori sul riequilibrio di genere. Anna Gervasoni, rettore della Liuc, ha sottolineato l’urgenza di abbattere vecchi steccati: «Dobbiamo fare passi che devono essere veloci, ma non troppo accelerati, perché vanno sempre premiati il merito e la competenza. Sta avvenendo un fenomeno oggettivo di riequilibrio tra genere femminile e genere maschile nella scelta, per esempio, di fare il professore a ingegneria. Però bisogna fare attenzione, soprattutto per chi ha il dovere di fare formazione a tutti i livelli, a non fare troppe distinzioni. Guardiamo alla parte tecnica, tecnologica, alle competenze Stem quantitative, ma guardiamo anche alle competenze umane e umanistiche».
I dati mostrati da Giulia Guarnerio, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Varese, indicano che la questione di genere in Italia è ancora irrisolta: «Le ingegnere iscritte sono appena il 12%. È un miglioramento, ma la strada è lunga e inizia dall’orientamento scolastico». Una prospettiva europea è arrivata da Serenella Sala  del Joint Research Centre di Ispra, braccio scientifico della Commissione UE: «In alcuni Paesi dell’Est Europa la presenza femminile nell’ingegneria è superiore all’Italia. Le barriere sono più culturali che strutturali».
Chiudendo il panel, Francesca Saraceni ha ribadito l’importanza di cercare talenti oltre le etichette: «Oggi conta chi sa imparare in fretta, leggere i sistemi complessi e guidare il cambiamento».

L’IMPRESA CHE VERRÀ

Nel terzo e ultimo panel, “Prodotti e Servizi del Futuro”, le testimonianze aziendali hanno mostrato come l’innovazione stia ridefinendo i modelli di business. Pietro Conti, questa volta nel ruolo di general manager di Centro Style spa, azienda di Vedano Olona, ha raccontato la trasformazione logistica dell’azienda: «Grazie a un sistema automatizzato, gestiamo oltre 12.000 referenze con tempi di consegna rapidissimi. Innovare oggi vuol dire ottimizzare anche ciò che non si vede».
Valeria Tirelli, ceo di Aidro srl metalmeccanica di Taino specializzata nella produzione di valvole idrauliche, ha spiegato il passaggio dalla meccanica tradizionale alla stampa 3D metallica: «Abbiamo investito in formazione interna e ricerca per rispondere alla richiesta di personalizzazione del mercato. Ci siamo appoggiati a partner esterni e, in particolare, al Politecnico di Milano che ci ha supportato tantissimo nella fase di ricerca e sviluppo dei primi prodotti e di testing, perché era fondamentale per noi capire la resistenza di questi oggetti alle pressioni, alla corrosione proprio perché noi parliamo di prodotti metallici. I test ovviamente sono stati positivi».
L’intervento di José Antonio Pinilla Pérez, ceo di Asseco Spain Group, è andato dritto ai risultati che si possono ottenere con l’applicazione ai processi produttivi con le nuove tecnologie: «Grazie alla nostra piattaforma di intelligenza artificiale, le aziende possono sviluppare software quattro volte più velocemente e ridurre i costi del 30%. È così che in pochi anni abbiamo superato i 150 milioni di euro di fatturato».
Cristina Núñez, founding partner & Chief business officer at Sen Yours Consulting dello sviluppo in Italia, ha confermato l’interesse per il nostro Paese: «L’Italia è un mercato pronto, il tessuto imprenditoriale è dinamico. Puntiamo a creare partnership locali solide».
Non è mancato l’approfondimento ambientale con Elisa Bertesago di 3Bee srl: «La nostra piattaforma aiuta le aziende a misurare il proprio impatto su clima e biodiversità. Non è solo compliance, è strategia aziendale».

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