Con una votazione risicata alla Camera dei Rappresentanti (218 a 214), il Partito Repubblicano ha portato a casa una vittoria cruciale per l’ex presidente Donald Trump. È stato infatti approvato definitivamente l’imponente pacchetto di tagli fiscali – il cosiddetto Big Beautiful Bill – che finanzia l’agenda politica del tycoon, rendendo permanenti i tagli del 2017 e attuando nuove agevolazioni fiscali promesse durante la campagna elettorale del 2024.
Ma il prezzo politico ed economico è altissimo: quasi 12 milioni di americani rischiano di perdere l’assicurazione sanitaria, mentre il debito pubblico crescerà di ulteriori 3.400 miliardi di dollari, portando il totale nazionale a oltre 36.200 miliardi, secondo l’Ufficio Bilancio del Congresso (CBO). Cosa ci sia di eccezionalmente bello in tutto questo è impossibile da immaginarlo.
La nuova legge colpisce duramente programmi essenziali come Medicaid (l’assicurazione per i poveri) e l’assistenza alimentare, mentre elimina decine di incentivi ambientali. Gli analisti indipendenti sono chiari: i principali beneficiari della manovra sono i super-ricchi. Le fasce più deboli vedranno invece un calo netto del reddito, poiché i tagli ai sussidi supereranno di gran lunga i modesti vantaggi fiscali promessi.
Il leader che rappresenta il gruppo dem alla Camera, ad oggi minoranza, Hakeem Jeffries ha attaccato frontalmente la legge, definendola una “redistribuzione al contrario”, che toglie ai poveri per dare ai miliardari. Il suo discorso di 8 ore e 46 minuti è diventato il più lungo nella storia della Camera.
Nonostante i malumori interni, alla fine solo due deputati repubblicani – il moderato Brian Fitzpatrick e il libertario Thomas Massie – hanno votato contro. Massie ha contestato che la legge non taglia abbastanza la spesa, mentre Fitzpatrick ne ha criticato l’impatto sociale.
Trump ha esercitato forti pressioni sui parlamentari, usando il suo consueto stile aggressivo anche sui social media: “PER I REPUBBLICANI, QUESTO DOVREBBE ESSERE UN SÌ FACILE. RIDICOLO!!!”
Il testo era già passato al Senato per un solo voto, 51 a 50, grazie all’intervento decisivo del vicepresidente JD Vance.
Oltre ai tagli alle tasse, la legge alza il tetto del debito federale di 5.000 miliardi, scongiurando un default immediato ma aumentando i timori per il futuro. Secondo Moody’s, che ha declassato il rating del debito USA a maggio, l’impatto della nuova legge potrebbe scoraggiare gli investitori stranieri e aumentare i tassi d’interesse a lungo termine.
Il CBO prevede che le entrate fiscali si ridurranno di 4.500 miliardi di dollari in dieci anni, mentre i tagli alla spesa si fermeranno a 1.100 miliardi – un saldo negativo pesante che rischia di spostare ulteriori oneri finanziari dalle giovani generazioni a quelle più anziane.
Il pacchetto include anche sgravi mirati per i lavoratori relativi a mance, straordinari, anziani e prestiti auto – misure fortemente volute da Trump, ma di scarso impatto. Sono state inoltre rese permanenti le agevolazioni fiscali del 2017 che stavano per scadere, soprattutto per imprese e famiglie.
Nonostante le polemiche, i repubblicani puntano tutto sull’impatto economico a breve termine del pacchetto fiscale, sperando che la crescita economica traini la loro campagna per mantenere il controllo del Congresso nelle elezioni di metà mandato del 2026. Intanto, molti tagli entreranno in vigore solo dopo il voto, una mossa che secondo i democratici serve a evitare un immediato contraccolpo elettorale.
Ma i sondaggi parlano chiaro: l’opinione pubblica è preoccupata, soprattutto per i tagli alla sanità e l’aumento del debito. Il dibattito è tutt’altro che chiuso.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link