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Investire sulla formazione, avvicinare i giovani all’artigianato trasmettendogli la passione per questa attività, rafforzare la presenza dell’associazione sul territorio e dei servizi forniti. Sono le priorità del nuovo presidente provinciale della Cna, Luciano Castellin, premiato dal voto dell’assemblea rispetto ad Angiola Setti, che era anch’essa candidata per la carica di vertice dell’associazione.
Castellin, 69 anni, succede a Enea Vercesi e guiderà la Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa per i prossimi 4 anni. È titolare della Autoruote di Mortara, che offre un servizio completo nell’ambito del settore auto (riparazione e manutenzione, assicurazione, pratiche automobilistiche, agenzia di consulenza). Membro uscente della presidenza, è stato anche presidente regionale dei meccatronici per Cna: «Sono stato tra i fondatori, nel 1996, del Centro di revisione Magneti Marelli di Mortara e Vigevano, un consorzio di trenta imprenditori del settore automotive. Prima le revisioni si facevano a Bereguardo, con un’enorme perdita di tempo, grazie al consorzio gli aderenti hanno potuto iniziare l’attività di revisione da soli, dando un servizio importante ai clienti».
Nel suo programma c’è un riferimento alle imprese giovanili, femminili e straniere, queste ultime una realtà ormai significativa, soprattutto nell’edilizia.
«Cna ha sempre avuto al proprio interno soci stranieri, non solo nell’edilizia ma anche nella meccanica. Abbiamo sempre più partite Iva, prima c’erano più che altro dipendenti stranieri di aziende artigiane».
Punta sulla collaborazione con le altre associazioni.
«È fondamentale la sinergia tra imprenditori. Bisogna dare supporto alle nostre imprese che sono in generale molto piccole e faticano a occuparsi di tutte le nuove norme, nazionali e Ue, prodotte da ministeri che spesso non conoscono bene le nostre attività».
Le indagini di Unioncamere evidenziano una sofferenza dell’artigianato pavese, più che in altre province lombarde. Come si spiega?
«Paghiamo una viabilità pessima per tracciati e dimensioni delle strade e la manutenzione è scarsa. La portata dei ponti dovrebbe essere adeguata ai nuovi carichi, che non sono più quelli di 50 anni fa. Anche sui trasporti ferroviari siamo messi male. Se non si interviene su questo è difficile creare sviluppo».
Le associazioni artigiane hanno spesso lamentato bandi regionali tagliati su imprese più grandi delle pavesi.
«Condivido. Soprattutto nel caso dei bandi “clic day” e risorse che vanno esaurite in pochissimo tempo: chi è più strutturato si avvantaggia. Bisogna farsi promotori di una modifica».
Nel suo programma c’è un accento forte a formazione e giovani, poco attratti dall’artigianato.
«Bisogna trasmettere ai giovani la passione per questa attività. Io ho cominciato con mio padre, poi sono passato alle dipendenze e quindi tornato a fare l’artigiano perché è più bello e c’è libertà di scelta, anche se si guadagna meno. I giovani vanno avvicinati già dall’inizio del loro percorso di istruzione, investendo su una importante alternanza scuola-lavoro. Gli istituti professionali non hanno strumenti per preparare al lavoro in azienda. Anche nel mio gruppo di lavoro in Cna ho tanti giovani: io mi considero un traghettatore, il futuro deve essere loro al più presto». —
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