Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

UE in tumulto. Tutta colpa della riforma dei finanziamenti regionali


La Commissione europea ha in cantiere una riforma dei finanziamenti regionali che sta suscitando un enorme clamore, già da tempo prima della presentazione ufficiale. Le nuove regole ipotizzate saranno infatti presentate il 16 luglio con la proposta di revisione del Quadro finanziario pluriennale (Qfp). Bruxelles vuole rivedere profondamente la gestione dei fondi europei per la coesione, accorpandoli e cambiandone le logiche di distribuzione.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Lo scopo è quello di semplificare l’erogazione dei finanziamenti e garantirne la funzionalità secondo gli obiettivi europei, ma molti non sono affatto d’accordo con questa visione. L’idea di unire i finanziamenti per la coesione e accentrarne il controllo fa infatti temere per l’autonomia regionale, ma anche riguardo all’equità della distribuzione. Dire che l’Unione europea in tumulto è riduttivo. Queste le dichiarazioni di Kata Tüttő, presidente del Comitato delle regioni dell’Ue:

Quando 14 governi nazionali, 149 regioni e centinaia di leader locali e attori chiave condividono profonde preoccupazioni in merito alla logica stessa alla base della formulazione della proposta per il nuovo bilancio dell’UE, è giunto il momento di avviare un dialogo costruttivo.

D’altro canto, c’è anche chi concorda con l’iniziativa europea o comunque non si espone per limitarla. In questi casi, le differenze strutturali, economiche e sociali tra gli Stati comunitari sono più evidenti che mai.

La riforma Ue dei finanziamenti regionali

I cosiddetti finanziamenti regionali appartengono alla politica di coesione dell’Unione europea, che mira appunto a limare la disuguaglianze territoriali. Con i fondi di coesione, l’Ue sostiene progetti chiave per la crescita delle aree più povere, dalle infrastrutture alla formazione, passando per gli interventi ambientali. Ad oggi, i fondi vengono assegnati in proporzione al Pil regionale e gestiti con notevole autonomia dagli enti locali, seppur dopo l’approvazione del programma da parte della Commissione Ue.

Quest’ultima vuole modificare radicalmente questo meccanismo, accorpando i finanziamenti in un fondo nazionale unico, comprendendo per esempio anche i fondi per l’agricoltura e lo sviluppo regionale, da erogare in forma unitaria per ogni Stato. Il finanziamento avverrebbe così in modo molto simile al Pnrr, anche perché Bruxelles punta a rivedere la logica di distribuzione dei finanziamenti in base agli obiettivi raggiunti, oltre che alle capacità di spesa e alla posizione geografica. Si avrebbe quindi un piano nazionale unico, con l’accentramento della gestione in mano ai ministeri competenti.

La Commissione è stata poco velatamente accusata di nascondere con questa riforma un taglio ai finanziamenti, ma le motivazioni ufficiali alla base dell’iniziativa riguardano l’eliminazione della frammentazione, maggiori controlli sugli obiettivi effettivamente raggiunti e lo snellimento del procedimento burocratico.

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Gli Stati si oppongono, l’Ue è in tumulto

Ben 14 Stati hanno presentato una richiesta di revisione della riforma preparata dalla Commissione Ue, compresa l’Italia, che rappresenta uno dei principali beneficiari di queste misure. Gli altri firmatari del documento (che ha carattere informale) sono invece:

  • Bulgaria;
  • Repubblica Ceca;
  • Grecia;
  • Spagna;
  • Croazia;
  • Ungheria;
  • Lituania;
  • Lettonia;
  • Polonia;
  • Portogallo;
  • Romania;
  • Slovenia;
  • Slovacchia.

Tutti concordano ritenendo che la riforma dei finanziamenti regionali sarebbe deleteria. Secondo gli oppositori, la proposta rischia di penalizzare le regioni, soprattutto quelle più deboli, limitandone l’autonomia, e di indebolire la politica stessa di coesione. Di fatto sono proprio i Paesi che ricevono più fondi a criticare l’iniziativa, mentre gli Stati europei che per lo più contribuiscono al finanziamento non sembrano avere ritrosie. Potrebbero difatti beneficiare di maggiore trasparenza e controllo nell’erogazione dei finanziamenti, soprattutto in un’ottica di crescita comune e coordinata. Non stupisce, per esempio, l’assenza di Francia e Germania tra i firmatari, come neppure i Paesi del nord, che puntano a finanziamenti produttivi.

D’altra parte, i timori degli oppositori meritano considerazione. Per quanto l’attuale gestione dei finanziamenti, tra vari fondi a disposizione e piani regionali, risulti confusa e frammentata non fa altro che rispecchiare in modo verosimile i territori europei. In alcuni Stati la frammentazione è davvero così elevata, con disparità importanti tra le varie zone del territorio nazionale. Concentrare la gestione in mano ai governi potrebbe limitare la suddivisione delle risorse commisurata alle effettive esigenze e capacità locali, vanificando lo stesso obiettivo di coesione. Allo stesso tempo, però, risulta difficile non comprendere le esigenze di trasparenza e controllo comune, che sono peraltro a beneficio di tutti.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta