PALERMO – Secondo le elaborazioni del Centro studi Assoesercenti su dati della Banca d’Italia, nel 2024 la Sicilia ha registrato una crescita del Pil dell’1,3%, superiore alla media del Mezzogiorno. Tuttavia, il valore aggiunto regionale resta inferiore di oltre quattro punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi del 2008, segno che la ripresa, pur significativa, non è ancora strutturale.
I numeri dello studio
La produttività del lavoro ha fornito un contributo positivo (+1,6%), ma quasi esclusivamente grazie alla produttività totale dei fattori, mentre l’intensità del capitale è rimasta invariata. Sul piano demografico, la Sicilia ha perso il 4% della popolazione tra il 2007 e il 2023, con un calo dell’1,7% nella fascia in età lavorativa: un dato che incide pesantemente sul potenziale di crescita futura.
Le percentuali dei settori
Nell’industria oltre il 70% delle imprese risulta in utile, ma il 60% prevede una riduzione degli investimenti nel 2025, a causa dell’incertezza geopolitica e della carenza di manodopera qualificata. Il settore delle costruzioni ha beneficiato degli investimenti pubblici legati al Pnrr, con 2,2 miliardi di euro in gare bandite. Tuttavia, solo meno della metà degli interventi risulta effettivamente avviata, segno di un rallentamento burocratico e amministrativo.
Il comparto turismo e servizi continua a trainare l’economia regionale, con un +5,1% di presenze turistiche e una forte crescita dei pernottamenti stranieri. La spesa turistica internazionale ha avuto un impatto positivo anche sul commercio. Il traffico aeroportuale è cresciuto del 10,3%, quello portuale ha rallentato.
Il numero degli occupati è aumentato, con una riduzione del tasso di disoccupazione, pur ancora elevato. La crescita ha interessato anche le figure più qualificate, ma la Sicilia resta indietro rispetto alla media nazionale per quota di lavoratori ad alta formazione.
L’export della Sicilia
Le esportazioni regionali sono diminuite complessivamente dell’8,3%, trascinate in basso dal comparto petrolifero (-15,2%), che rappresenta ancora il 60% dell’export. Le esportazioni non petrolifere sono invece cresciute del 3,3%, trainate dalla chimica (+20%). Preoccupano le nuove barriere commerciali statunitensi, che potrebbero penalizzare l’agroalimentare e l’elettronica.
I prestiti alle imprese sono scesi del 3,5%, mentre è aumentato il ricorso all’autofinanziamento. Cresce la liquidità delle imprese. Le start-up innovative siciliane, 1.251 in totale tra il 2012 e il 2024, si concentrano nei servizi ad alta intensità di conoscenza, ma restano ancora marginali. La liquidità delle imprese è aumentata, grazie alla crescita dei depositi.
Assoesercenti: “Bene ma manca la svolta”
Per il presidente di Assoesercenti, Salvo Politino, “Il 2024 segna una fase di recupero, ma non ancora di svolta. La scarsità di manodopera qualificata, l’inerzia nella digitalizzazione e la fragilità degli enti locali sono i principali ostacoli a una crescita duratura”.
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