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lo strumento per proteggere l’agricoltura dai disastri climatici


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Con la riforma della Politica agricola comune 2023-2027, è stato introdotto AgriCat, un Fondo mutualistico nazionale pensato per tutelare le aziende agricole italiane dai danni provocati da eventi climatici catastrofici come alluvioni, gelate e siccità. Nato per rafforzare il sistema di gestione del rischio in agricoltura, AgriCat si affianca alle polizze assicurative già esistenti, con l’obiettivo di garantire un minimo di liquidità alle imprese colpite e permettere loro di ripartire.

Perché è nato il fondo AgriCat: contrastare l’impatto della crisi climatica sull’agricoltura

Negli ultimi anni, l’agricoltura italiana ha dovuto affrontare eventi climatici estremi sempre più frequenti e intensi: lunghi periodi di siccità, gelate tardive, alluvioni improvvise. Fenomeni che colpiscono ampie aree e causano danni devastanti ai raccolti, spesso senza lasciare agli agricoltori il tempo di prepararsi o proteggersi. A fronte di un’Italia agricola ancora poco assicurata, soprattutto al Centro e al Sud, e di un sistema di indennizzo pubblico tradizionale lento e frammentato, è nato AgriCat: un fondo mutualistico unico nel suo genere in Europa, istituito per fornire una risposta collettiva e strutturata ai danni di natura sistemica. Il suo obiettivo non è quello di coprire integralmente le perdite, ma di aiutare le aziende a mantenere la continuità produttiva dopo una calamità.

Come funziona AgriCat: requisiti, soglie di danno e procedura di accesso al fondo

AgriCat interviene solo in caso di eventi riconosciuti come “catastrofici”, ossia calamità diffuse che colpiscono intere aree geografiche. Il primo passaggio è il riconoscimento ufficiale dell’evento e la delimitazione delle zone interessate da parte del soggetto gestore. Per poter ricevere il contributo, l’azienda agricola deve aver subito una perdita superiore al 20% del valore della produzione.

La denuncia del danno può essere fatta direttamente dall’agricoltore o tramite un intermediario (ad esempio un Centro di assistenza agricola), utilizzando la piattaforma informatica MyAgriCat. La procedura prevede la compilazione di un modulo con l’indicazione della coltura danneggiata, la localizzazione dei terreni colpiti, il tipo di evento e l’eventuale presenza di una polizza assicurativa. È possibile allegare documentazione fotografica geo-referenziata come prova. 

AgriCat e assicurazioni: come si integra il fondo con le polizze private

AgriCat non sostituisce le polizze assicurative, ma le integra. Il fondo è pensato soprattutto per coprire i produttori che non sono assicurati contro i rischi degli eventi climatici, ma anche per garantire un primo intervento rapido a tutti in caso di calamità.

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Quando un’azienda è assicurata, la valutazione dei danni da parte della compagnia può essere utilizzata per determinare l’indennizzo. Per chi non ha una copertura assicurativa, invece, AgriCat opera sulla base di “perizie d’area”, ovvero stime medie di danno effettuate su zone omogenee e non su singole aziende, utilizzando valori indice calcolati in base ai costi variabili sostenuti per coltura. 

Questa impostazione permette di gestire eventi su scala molto ampia – come l’alluvione del 2023 – ma comporta anche limiti strutturali: gli indennizzi non sono commisurati alle perdite reali dell’azienda, ma a un valore medio per ettaro, e non possono superare certi tetti fissati annualmente dal Piano di gestione del rischio in agricoltura (Pgra).

I risultati del primo anno: 106 milioni di euro pagati agli agricoltori nel 2023

La prima vera campagna operativa di AgriCat è stata quella del 2023. Secondo i dati diffusi dal gestore del fondo, sono state accolte circa 20mila domande di indennizzo, con un’erogazione complessiva di 106 milioni di euro, di cui circa 50 milioni destinati alle aree colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. Il fondo aveva una disponibilità teorica di circa 300 milioni, ma ha utilizzato solo una parte delle risorse.

Questo perché AgriCat, nel 2023, poteva indennizzare al massimo il 10% dei danni per le colture non assicurate, il 15% per le colture permanenti se appena assicurate, e il 20% per i seminativi. Limiti giudicati troppo bassi da molti agricoltori, soprattutto a fronte di perdite di raccolto spesso superiori al 50%. Inizialmente molte domande erano state respinte, ma dopo le proteste delle organizzazioni agricole, il gestore ha riaperto l’istruttoria e, con il supporto di una task force istituzionale, ha ricalcolato gli indennizzi rivedendo le perizie d’area.

Le principali criticità: tempi lunghi e aspettative disattese dagli agricoltori

L’avvio di AgriCat non è stato privo di ostacoli. Il principale problema riscontrato è stato il ritardo nell’istruttoria delle domande e nel pagamento degli indennizzi, con una prima fase conclusasi solo nell’estate del 2024, oltre un anno dopo gli eventi climatici del 2023. Inoltre, la comunicazione iniziale non è stata sempre chiara, alimentando l’illusione che questo strumento potesse offrire coperture simili a quelle delle assicurazioni. Molti agricoltori si sono detti delusi da importi considerati troppo bassi rispetto alle perdite subite.

Una delle ragioni di questo scarto tra aspettative e realtà sta nel meccanismo stesso del fondo, che lavora su valori medi e franchigie elevate. Un’azienda può subire gravi danni, ma ricevere comunque un indennizzo limitato se la perizia d’area indica un livello medio di perdita più basso. Inoltre, la mancanza di perizie puntuali, pur comprensibile per eventi che coinvolgono decine di migliaia di ettari, può generare sensazione di ingiustizia nei singoli casi.

Le novità previste per il 2025: polizze semplificate e indennizzi più alti

Per il 2025, il nuovo Pgra introduce importanti modifiche per rendere AgriCat più efficace e attrattivo. In primo luogo, aumentano i massimali di indennizzo: per i seminativi il limite sale fino al 35% (dal 20%), mentre per le colture permanenti si potrà arrivare fino al 60%, e in alcuni casi fino all’80% con polizze semplificate. È prevista anche una maggiorazione per le aziende del Centro-Sud, dove la diffusione delle assicurazioni resta bassa: +5% per i seminativi, +10% per le colture permanenti.

La vera novità, tuttavia, è l’introduzione delle polizze semplificate, pensate per facilitare l’accesso agli strumenti assicurativi e stimolare una maggiore adesione, soprattutto da parte delle aziende medio-piccole. Inoltre, il gestore AgriCat punta a rafforzare il coordinamento tra istituzioni, enti pagatori e consorzi di difesa, riproponendo anche per il 2025 la task force tecnica già sperimentata con successo per chiudere la campagna 2023.

 

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