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“Servono fatti, altrimenti i piccoli comuni muoiono”


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“Ogni giorno che passa, un piccolo Comune si svuota. Lo vedo con i miei occhi, lo vivo nel mio ruolo di assessore a Torremaggiore e di amministratore locale che ascolta le preoccupazioni quotidiane dei cittadini. E mentre il Governo continua a presentare slide e piani in ritardo, intere comunità rischiano l’isolamento definitivo. Il Psnai (Piano strategico nazionale delle aree interne) 2021-2027 rappresenta sicuramente un’occasione importante, ma senza una vera regia e risorse subito spendibili, resterà solo un bel libro dei sogni. Una sorta di eutanasia per i piccoli comuni”. Non usa giri di parole Enzo Quaranta, assessore alla Cultura nel comune di Torremaggiore, che esterna preoccupazioni sul futuro dei piccoli comuni.

“Le buone intenzioni e i fondi stanziati sulla carta non bastano più. Servono fatti, servono misure concrete e immediate. I Sindaci dei piccoli Comuni, ogni giorno, chiedono aiuto. E da Roma troppo spesso ricevono solo burocrazia. Le risorse ci sono, ma non arrivano a destinazione. I contratti istituzionali di sviluppo sono fermi al palo, e le Regioni – spesso lasciate sole – non possono supplire a tutto. I dati dell’Istat parlano chiaro: da qui al 2080 si stima una perdita di 13 milioni di abitanti, e saranno soprattutto i piccoli centri a pagare il prezzo più alto. Per questo non possiamo più aspettare”, osserva Quaranta.

L’assessore ritiene che la priorità assoluta siano i servizi essenziali: “Scuola, sanità, trasporti e sicurezza devono essere garantiti anche nei territori a bassa densità anche attraverso nuove modalità di erogazione dei servizi. Nel campo dell’istruzione, ad esempio, bisogna puntare anche attraverso l’uso di metodi innovativi come la didattica digitale integrata e il blended learning, per garantire un’offerta educativa stabile anche dove non si raggiunge il numero minimo di alunni. Sul fronte sanitario, è indispensabile investire anche attraverso la telemedicina e le reti digitali di assistenza territoriale, per fornire cure di base e specialistiche anche a distanza, senza obbligare le persone a spostamenti impossibili”.

“Dobbiamo inoltre mettere in condizione i Comuni sotto i 5.000 abitanti di partecipare concretamente ai bandi Psnai e Pnrr, attraverso sportelli tecnici territoriali e assistenza gratuita alla progettazione. E offrire sgravi fiscali e incentivi mirati a giovani, famiglie e imprese che scelgono di vivere e lavorare nelle aree interne. Serve un piano concreto per la banda larga e lo smart working rurale, con infrastrutture digitali vere, non solo annunciate. Solo così possiamo riportare lavoro e dignità nei territori dimenticati”, aggiunge Quaranta, che no nasconde la preoccupazione anche per i centri di medie dimensioni come Torremaggiore: “Anche qui perdiamo abitanti, anche qui la marginalità si fa sentire ogni giorno di più. È necessario cambiare paradigma: i piccoli borghi e i centri interni non sono un peso, ma una risorsa strategica per l’Italia. Dobbiamo valorizzarli a partire dalle loro peculiarità: il paesaggio, la storia, la cultura, le tradizioni, la gastronomia. Non servono cattedrali nel deserto, né speculazioni che stravolgono l’identità dei territori. In molte aree, fotovoltaico ed eolico sono stati imposti senza alcuna visione, andando contro la vocazione agricola e naturale di quei luoghi. Serve invece uno sviluppo che assecondi le attitudini del territorio: investimenti in strutture ricettive coerenti con il contesto, come B&B, alberghi diffusi, agriturismi, centri benessere legati al paesaggio rurale”.

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