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il dato sorprendente – Nordest24


Gli artigiani del Friuli Venezia Giulia non solo rappresentano un pilastro dell’economia regionale, ma costituiscono una forza occupazionale straordinaria, capace di superare realtà industriali tra le più celebrate a livello nazionale. Secondo uno studio dell’Ufficio Studi CGIA, il comparto artigiano in FVG impiega 65.522 lavoratori, ovvero 1,5 volte in più rispetto ai circa 43.000 dipendenti in Italia del gruppo automobilistico Stellantis. Un confronto volutamente provocatorio, ma che rende bene l’idea del peso reale che l’artigianato ha nell’economia di questa regione.

Un valore produttivo che sfiora quello del colosso automobilistico

A sorprendere non è solo il numero degli occupati, ma anche la capacità di generare valore aggiunto. Le imprese artigiane del Friuli Venezia Giulia hanno prodotto nel 2022 un valore aggiunto pari a 2,5 miliardi di euro, una cifra vicinissima ai 2,8 miliardi generati complessivamente da Stellantis sul territorio nazionale. Una rete di oltre 27.600 imprese, spesso a conduzione familiare o con pochi dipendenti, riesce dunque a mantenere livelli produttivi quasi comparabili a quelli di una multinazionale.

Questi dati sono stati resi noti con l’intento di riportare l’attenzione su un tessuto economico troppo spesso sottovalutato, nonostante rappresenti uno degli assi portanti del sistema produttivo italiano. Le analisi e le notizie economiche nazionali, infatti, tendono a privilegiare i grandi gruppi industriali, lasciando in secondo piano realtà più piccole ma fondamentali per l’occupazione e la coesione territoriale.

Udine guida la classifica regionale dell’artigianato

La provincia di Udine si conferma il cuore pulsante dell’artigianato in FVG. Qui si contano 13.206 aziende artigiane, che impiegano oltre 31.650 persone, tra titolari, soci e dipendenti (di cui circa 16.650 con contratto subordinato). Seguono Pordenone con 7.416 imprese e 18.820 addetti (10.285 dipendenti), Trieste con 4.559 attività e 9.400 lavoratori (4.510 dipendenti), e infine Gorizia, che pur essendo la provincia più piccola, conta 2.476 imprese artigiane e 5.634 addetti (2.900 dipendenti).

Questi numeri fotografano una realtà fatta di servizi essenziali e lavoro quotidiano, che accompagna la vita di ogni cittadino: acconciatori, autoriparatori, edili, trasportatori, installatori di impianti, falegnami, meccanici. Attività che non solo mantengono viva l’economia locale, ma rappresentano un punto di riferimento per interi territori.

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Autoriparazione: un settore forte anche senza l’indotto

Interessante anche il focus sul settore dell’autoriparazione, che rientra a pieno titolo nella filiera automotive. In Friuli Venezia Giulia si contano 1.337 imprese artigiane attive in questo ambito, per un totale di 7.046 addetti. Anche in questo caso, la leadership spetta alla provincia di Udine, con 3.419 addetti, seguita da Pordenone (2.001), Trieste (999) e Gorizia (627).

Una parte di queste attività è legata indirettamente all’indotto di grandi produttori come Stellantis. Tuttavia, la maggioranza degli operatori agisce in forma indipendente, offrendo servizi di riparazione e manutenzione per conto proprio o per altri marchi automobilistici. Ciò significa che anche in assenza del colosso torinese, il comparto continuerebbe a esistere e a garantire occupazione.

Artigiani protagonisti dimenticati

Lo studio evidenzia un paradosso mediatico: a fronte di numeri tanto rilevanti, il comparto artigiano riceve scarsa attenzione da media e politica nazionale, spesso più inclini a raccontare crisi e successi delle grandi imprese. Eppure, è nei laboratori, nelle officine e nei cantieri del Friuli Venezia Giulia che si svolge ogni giorno una parte importante della vita produttiva del Paese.

Il confronto con Stellantis, per quanto volutamente spinto, restituisce un’immagine chiara: gli artigiani friulani valgono. Non solo economicamente, ma anche socialmente e culturalmente. Investire su di loro, dare visibilità alle loro storie e riconoscerne il valore sarebbe un passo importante per un’economia più equa e diffusa.

Un modello di tenuta e sviluppo per l’intero Nordest

L’artigianato del FVG, grazie alla sua capillarità, alla resistenza alle crisi e alla flessibilità produttiva, può essere considerato un modello replicabile anche in altre regioni. La capacità di creare occupazione stabile, di mantenere una filiera corta, e di favorire lo sviluppo locale lo rende uno strumento chiave per la rigenerazione economica e sociale dei territori. In un’epoca di trasformazioni industriali, digitalizzazione e crisi demografiche, gli artigiani rappresentano un presidio concreto di futuro.



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