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“Rottamazione non per tutti”. Il viceministro Leo fissa i paletti


Manduria (Taranto), 5 luglio 2025 – Le scorie del caso cittadinanza, evidentemente, non sono state ancora del tutto smaltite, se di prima mattina la Lega pubblica una nota stringata ma chiarissima: “Altro che Ius Scholae, avanti tutta con Pace Fiscale, Rottamazione delle cartelle e Flat Tax!”. Le maiuscole ne sottolineano la perentorietà. Tradotto: torniamo a parlare delle priorità che stanno nel programma. E tra queste il Carroccio non ha mai nascosto le proprie preferenze sulla materia più popolare che esista, le tasse.

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Bruno Vespa con il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, al Forum in Masseria

Il caso (?) vuole che tra gli interventi al Forum in Masseria ieri ci fosse anche il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, meloniano. Con un alleato di governo che torna così insistentemente sull’argomento, Leo non si tira indietro e fissa, in maniera molto netta, i suoi paletti: “La rottamazione? Non è che noi siamo contrari, se ne parla…. Ma bisogna andare a vedere pure chi effettivamente si trova in situazione difficoltà. Altrimenti rischiamo di ripetere la quinta rottamazione e poi ci troveremo nella situazione precedente che il 50% paga, il 50% non paga…”. Quindi Leo propone di “ridurre il numero” dei beneficiari, per “evitare che gente con grandi disponibilità usi pretestuosamente questi strumenti che danneggiano lo Stato e l’immagine che dobbiamo dare ai contribuenti onesti”. Perché, aggiunge il viceministro, “rottamazione suona male”. In ogni caso però se ne parlerebbe con la legge di bilancio dell’anno prossimo.

Sul Fisco, dentro la maggioranza, le opinioni sono diverse, effettivamente. Il vicepremier Antonio Tajani, per esempio, chiamato in causa dalla Lega sulla cittadinanza e oggi anche lui ospite del Forum in Masseria, tiene a precisare che “giustizia e tasse sono le nostre due priorità, la terza sono i diritti”. E tasse, per Forza Italia, vuol dire “riduzione dell’Irpef dal 35% al 33% con l’allargamento della base fino a 60mila euro, una battaglia politica che condurremo dopo l’estate”, ribadisce il ministro degli Esteri durante un evento politico in provincia di Roma. Da parte sua, peraltro, Leo mette in fila altre priorità: “Gli obiettivi che si devono perseguire riguardano prima di tutto il ceto medio, perché non possiamo pensare che chi ha un reddito tra i 28 e i 60mila euro paghi così tanto”.

Oltre al ceto medio, poi, ci sono le imprese. “L’Ires premiale (l’aliquota ridotta al 20%, ndr) è una misura che ha spiegato gli effetti solo per il 2025, ora bisogna cercare di renderla strutturale”, ricorda il viceministro dell’Economia. Che torna su un’altra delle misure fiscali che ha avuto i suoi alti e bassi: “Il concordato è la chiave di volta del futuro per tutte quelle imprese meno strutturate, che in questo modo potranno mettersi a posto con il fisco”. Imprese meno strutturate cioè le Pmi, o più precisamente “i soggetti che non superano un fatturato di 5,128 milioni di euro”. Leo ha ricordato che per il 2025-2026 “il contribuente può aderire entro il prossimo 30 settembre”. E l’approccio è il seguente: “Vogliamo lavorare ex ante e quindi evitare accertamenti e contenziosi che sono elementi negativi per le imprese. Il nostro obiettivo è tendere la mano all’impresa corretta e seria, senza abbassare la guardia verso chi commette frodi o fa evasione fiscale”.

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