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Nuovo Giornale Nazionale – TRUMP RILANCIA GLI USA CON LA SPESA MILITARE


Trump rilancia l’America con la spesa militare: approvata tra le polemiche la legge di bilancio 2025

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“Una nazione che continua anno dopo anno a spendere più soldi per la difesa militare che per programmi di elevazione sociale si avvicina alla rovina spirituale.”
— Martin Luther King Jr.

Un bilancio da oltre 2.800 miliardi di dollari di deficit

Con una maggioranza risicatissima e il voto decisivo del vicepresidente JD Vance, la legge di bilancio 2025 è stata approvata dopo settimane di tensione tra falchi fiscali, isolazionisti e nazionalisti economici all’interno del Partito Repubblicano. Promossa come “la più patriottica della storia americana”, la legge nota come One Big Beautiful Bill Act (OBBBA) prevede una spesa complessiva superiore ai 6.400 miliardi di dollari, con un deficit strutturale stimato intorno ai 2.800 miliardi nei prossimi dieci anni, secondo il Congressional Budget Office.

Le voci principali della spesa sono:

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  • Tagli fiscali permanenti per individui ad alto reddito e imprese per circa 1.700 miliardi
  • Aumento della spesa militare di 150 miliardi rispetto all’anno precedente
  • 175 miliardi per la sicurezza dei confini, includendo barriere, tecnologie di sorveglianza e forze paramilitari
  • Riduzione o eliminazione di programmi sociali quali Medicaid, buoni pasto (SNAP), e sussidi per alloggi e istruzione pubblica

Secondo i critici, questa legge rappresenta una visione dello Stato che investe principalmente nella difesa e nel controllo, abbandonando il sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione. Per la Casa Bianca si tratta invece di un “investimento nel vero spirito americano: forza, frontiere, famiglia e libertà fiscale.”

Una legge di bilancio fortemente squilibrata

Economisti ed esperti denunciano un disegno fortemente squilibrato, dove l’espansione del deficit si accompagna a una compressione dei consumi interni, particolarmente nelle classi medie e basse, colpite dal taglio dei sussidi e dall’aumento dei costi per beni importati.

Le misure sembrano infatti mirate a consolidare il consenso elettorale nelle aree rurali e del Midwest, tradizionalmente più conservatrici, a scapito delle aree urbane e delle minoranze, che potrebbero subire maggiormente le conseguenze dei tagli. Si stima che oltre 10 milioni di americani rischino di perdere la copertura sanitaria a causa del mancato rifinanziamento di Medicaid.

Il debito pubblico USA a quota record

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Questa manovra porta il debito federale USA oltre i 34.800 miliardi di dollari, ovvero circa il 120% del PIL — un livello senza precedenti in tempo di pace.

Chi detiene il debito?

  • Circa il 70% è nelle mani di soggetti interni: fondi pensione, assicurazioni, banche e Federal Reserve.
  • Il restante 30% è posseduto da investitori esteri, con Giappone (1.100 miliardi), Cina (800 miliardi), e paesi europei tra i principali detentori.

Questa situazione rende il bilancio USA particolarmente vulnerabile a pressioni geopolitiche, specie in un contesto di rapporti tesi con Cina e alleati tradizionali.

Le parole della Federal Reserve

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha espresso preoccupazione per l’aumento dell’inflazione dovuto ai nuovi dazi:
“L’inflazione è tornata a salire in modo materiale a causa delle tariffe doganali. Avremmo probabilmente abbassato i tassi, ma ora dobbiamo aspettare.”

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Le tariffe su Cina, UE e Messico stanno alzando i costi di importazione, soprattutto per i settori tecnologico e automobilistico, complicando la ripresa economica e ritardando una possibile riduzione dei tassi d’interesse.

Pareri degli economisti

Paul Krugman ha definito la legge “una scelta politica che favorisce ricchi e militari, a discapito della maggioranza”.
Nouriel Roubini avverte di una “tempesta perfetta” con rischio di crisi finanziaria globale.
Janet Yellen sottolinea il rischio di una crisi del debito sovrano senza misure correttive.
Carmen Reinhart ricorda come la crescita incontrollata del debito sia un chiaro segnale di allarme.

Mohamed El-Erian (Moby), noto consulente finanziario, afferma:
“Il compromesso politico ignora i fondamentali economici. Il debito crescente e l’assenza di riforme aumentano la volatilità finanziaria. Le borse mostrano nervosismo, oscillando tra ottimismo e preoccupazioni inflazionistiche.”

Reazione delle borse

Subito dopo l’approvazione, i mercati hanno reagito con volatilità:

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  • Il Dow Jones ha perso lo 0,8%
  • Il NASDAQ è calato dell’1,2%
  • L’S&P 500 ha chiuso sostanzialmente stabile, oscillando durante la giornata

Gli investitori sono divisi tra speranze di rilancio economico e timori legati a inflazione e costi del debito. Anche il dollaro ha mostrato una leggera debolezza nei confronti delle principali valute.

La legge favorisce indirettamente la Cina?

Nonostante l’impostazione protezionista e di riarmo, molti analisti ritengono che questa legge possa favorire la Cina indirettamente:

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  • Il debito crescente e i deficit elevati possono minare la fiducia nel dollaro, spingendo investitori a diversificare verso altre valute, incluso lo yuan.
  • L’aumento dei dazi alza i costi produttivi e penalizza imprese americane, incentivando delocalizzazioni o dipendenza dai fornitori cinesi.
  • La riduzione della domanda interna limita le esportazioni USA, mentre la Cina continua a espandere la propria influenza globale.

Come spiega Michael Pettis:
“Una superpotenza indebitata e protezionista apre spazi ai suoi rivali, in particolare alla Cina, che può così sfruttare la debolezza relativa per rafforzare il proprio ruolo.”

Il cuore della manovra: l’industria bellica

Il riarmo è il fulcro della strategia trumpiana, che punta a rilanciare l’industria militare come volano occupazionale e difesa geopolitica. Il Pentagono riceverà fondi per:

  • Missili ipersonici, cyber-sicurezza e AI militare
  • Finanziamenti personali e aziendali

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  • Nuove navi, sommergibili e droni autonomi
  • Rimpatrio di filiere industriali strategiche come elettronica e microchip

L’obiettivo dichiarato è la “rinazionalizzazione” dell’apparato militare, con ricadute positive sull’occupazione in settori industriali chiave.

Un’America più armata ma più fragile

La legge è passata con margine esiguo, rivelando una spaccatura profonda nella politica americana. Mentre l’amministrazione Trump celebra la vittoria, l’opposizione parla di deriva autoritaria e sociale.

I rischi principali sono:

  1. Debito fuori controllo
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  3. Crescita delle disuguaglianze
  4. Isolamento geopolitico

Il modello americano, una volta punto di riferimento globale, mostra segni di debolezza: la sostenibilità economica, la coesione sociale e la leadership internazionale sono messe a dura prova.

Conclusione: un bivio storico

La legge di bilancio 2025 segna una svolta ideologica e strategica. Con il ritorno di Trump al potere, l’America sembra voltare pagina, abbandonando la globalizzazione per una politica protezionista e militarista.

Tuttavia, con un debito record, pressioni inflazionistiche e crescenti divisioni sociali, resta da vedere se questa strategia potrà reggere senza implodere dall’interno.





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