Crisi climatica, allarme Morgan Stanley: già colpito il 57% delle aziende. I costi le spingono a ridurre le emissioni: la sostenibilità è più “conveniente”
L’impatto della crisi climatica sulle aziende è già evidente: il 57% delle aziende nel mondo ha già riportato gli effetti negativi dei fenomeni climatici estremi. Dunque, il cambiamento climatico non è più un rischio, ma una realtà che ha conseguenze economiche concrete e che spinge le aziende ad adattarsi non solo per una questione di responsabilità ambientale, ma anche per sopravvivere e competere nel mercato globale.
A lanciare l’allarme è il rapporto di Morgan Stanley, intitolato “Sustainable Signals Corporates“, i cui dati sono stati forniti da Bloomberg.
Le ricadute non sono solo ambientali, ma anche economiche: si registrano aumenti di costi, interruzioni nella produzione, problemi legati alla forza lavoro, difficoltà nella catena di approvvigionamento e perdite di fatturato.
Anche per questo motivo alcune aziende continuano a lavorare per la riduzione delle emissioni e ad adattarsi alle nuove esigenze.
CRISI CLIMATICA E IMPRESE, LO STUDIO DI MORGAN STANLEY
La percentuale sopra riportata aumenta nell’area Asia-Pacifico, dove arriva al 73%, mentre scende in Europa, dove si attesta al 46%. Il caldo estremo (55%) e gli eventi meteorologici estremi o le tempeste (53%) sono i tipi di eventi climatici più impattanti; in Europa, in particolare, sono più rilevanti siccità e scarsità d’acqua, mentre risultano meno impattanti incendi, inondazioni o l’innalzamento del livello del mare.
Secondo oltre due terzi delle imprese, la situazione non migliorerà: le loro previsioni indicano un peggioramento dei rischi climatici nei prossimi cinque anni, che influenzeranno i costi, la necessità di nuovi investimenti, le pressioni degli investitori e le riduzioni delle entrate per effetto di cambiamenti nella domanda.
Lo studio di Morgan Stanley mostra anche quali sono le preoccupazioni maggiori nel Vecchio Continente: contenziosi legali legati al clima, calo della domanda e obsolescenza delle tecnologie. Destano invece meno preoccupazione in Europa la scarsità di materie prime e la perdita di potere sul prezzo dei prodotti.
SOSTENIBILITÀ SOLUZIONE E OPPORTUNITÀ DI PROFITTO
Nonostante questo quadro negativo, otto imprese su dieci nel mondo si sentono molto o abbastanza preparate ad affrontare i cambiamenti climatici, a conferma del fatto che abbiano già provveduto ad adeguare le strategie aziendali alla crisi climatica.
Anzi, molte aziende sono convinte che la sostenibilità possa rappresentare un’opportunità di profitto grazie a maggiore efficienza, innovazione tecnologica, collaborazione con i fornitori e competenze dei lavoratori. A livello mondiale, almeno un quarto delle imprese è convinto che ottimizzare i processi produttivi possa tradursi in un incremento della redditività.
Tuttavia, in Europa permangono ostacoli all’adozione di strategie sostenibili: tra i principali fattori critici ci sono i costi elevati e le incertezze normative, aspetti che rappresentano una preoccupazione diffusa nel contesto europeo.
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