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Think Tank Liguria 2030, più occupazione e PIL: Blue Economy, porti e innovazione trainano la crescita


Blue Economy, portualità, turismo e innovazione sono le leve su cui si fonda la crescita della Liguria. A dirlo sono i dati presentati nella nona edizione del Think Tank “Liguria 2030”, organizzato da The European House – Ambrosetti e in corso a Rapallo, all’Excelsior hotel che indicano un PIL regionale in aumento (+0,7% nel 2025) e un’occupazione in forte crescita, soprattutto tra donne e giovani. Un dato in rallentamento é l’export ma dovuto a fattori esterni come ha precisato Valerio De Molli Ad Ambrosetti.

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Infrastrutture strategiche – “Il destino della nostra regione si gioca oggi”, ha dichiarato il presidente della Regione Marco Bucci, che ha aperto i lavori sottolineando l’importanza di progetti come la nuova diga del porto di Genova, il Terzo Valico, il Polo Nazionale della Subacquea alla Spezia e l’ambizione di ospitare a Genova una delle cinque gigafactory europee per l’intelligenza artificiale.

Occupazione e PIL – Secondo i dati Ambrosetti, la Liguria registra un tasso di occupazione del 69% nel primo trimestre 2025, contro una media nazionale del 62,5%. In cinque anni l’occupazione femminile è cresciuta del 9,7%, mentre i NEET sono passati dal 22% al 12,4%, in netta controtendenza rispetto al resto del Paese.

Blue Economy – La Liguria si conferma leader nazionale, con il 10,6% delle imprese del settore, il 14,4% dell’occupazione e l’11,9% del valore aggiunto generato. “Un ambito in cui ci collochiamo al primo o secondo posto in tutti i sette indicatori considerati”, ha spiegato Valerio De Molli, AD di Ambrosetti.

Nasce la cabina di regia per la Blue Economy – Alessio Piana, consigliere delegato allo Sviluppo economico e alla Blue Economy della Regione Liguria, ha annunciato l’istituzione di una cabina di regia regionale per coordinare lo sviluppo del settore. “Il mare per noi non rappresenta solo economia, ma anche cultura, identità e futuro – ha dichiarato Piana –. Vogliamo consolidare la Liguria come hub europeo della Blue Economy, puntando su cantieristica sostenibile, energie rinnovabili offshore, subacquea avanzata, digitalizzazione portuale e turismo integrato”.

“Transizione energetica e digitale devono procedere di pari passo. Il futuro dei porti liguri passa dalla capacità di essere non solo più moderni e competitivi, ma anche più sostenibili e intelligenti”. Lo ha dichiarato Matteo Paroli, nuovo Commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Durante il panel dedicato alla Blue Economy, Paroli ha indicato tre assi prioritari per lo sviluppo del sistema portuale: transizione energetica, innovazione digitale e sostenibilità. “Non possiamo parlare di portualità green – ha affermato – se poi i nostri armatori sono costretti ad andare all’estero per il rifornimento. Dobbiamo creare le condizioni per rendere il sistema portuale energeticamente autosufficiente e pienamente competitivo nel nuovo contesto internazionale”. Particolare attenzione è stata dedicata al progetto della nuova diga foranea di Genova, considerato dal Commissario “un’infrastruttura che ridisegna il porto e apre nuovi spazi sul mare, ponendo le basi per un’organizzazione logistica più moderna e funzionale”. Secondo il Rapporto Ambrosetti, l’opera genererà circa 260 milioni di euro di valore aggiunto annuo per il territorio. Paroli ha poi sottolineato l’importanza dell’intelligenza artificiale nel monitoraggio ambientale e nella gestione dei porti: “Nel porto di Genova, dove sfociano circa 30 rivi, l’IA potrà essere impiegata per monitorare i fondali e prevedere le cause e l’andamento dell’accumulo dei sedimenti, ottimizzando le operazioni di dragaggio e riducendo l’impatto ambientale”. Nel corso del Forum è stato presentato anche lo studio “Liguria 2030”, che conferma il peso della Blue Economy nella crescita economica regionale e nazionale. Genova contribuisce per il 12,2% al valore aggiunto provinciale e Savona è tra le prime cinque province italiane per incidenza di imprese legate al comparto portuale.

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Trasporti – Tra dicembre 2025 e giugno 2026 saranno attivati, come da cronoprogramma di RFI, il quadruplicamento della tratta Voltri-Sampierdarena e il sestuplicamento tra Principe e Brignole”. Lo ha annunciato l’assessore ai Trasporti Marco Scajola intervenendo al panel sulle infrastrutture. “Questi interventi – ha aggiunto – permetteranno di potenziare significativamente il nodo ferroviario di Genova, aumentando la capacità e la velocità dei collegamenti passeggeri e merci, e creando un nuovo itinerario interamente dedicato al traffico metropolitano e regionale”. A questi progetti si aggiunge il Terzo Valico dei Giovi, “che sarà completato nel 2027 e rappresenterà il cuore della nuova linea ad alta capacità e velocità, fino a 250 km/h”. Tra i cantieri già avviati, Scajola ha citato quello del nuovo impianto di manutenzione a Savona, da 43,5 milioni di euro, in funzione entro l’autunno 2027, e l’adeguamento elettrico della stazione di Ventimiglia, “che consentirà di portare tutti i treni della nostra flotta fino alla città di confine, migliorando l’interscambio con la Francia”. “È invece già operativo – ha concluso – il nuovo hub delle Cinque Terre alla Spezia Migliarina, un’opera da 14 milioni che migliora sia il traffico ferroviario sia la viabilità del centro cittadino”.

Porti e turismo – Nel 2024 la Liguria ha movimentato il 34% dei TEU nazionali (+4,6% rispetto al 2023) e ha registrato 5,2 milioni di arrivi turistici, confermandosi terza in Italia in rapporto alla dimensione territoriale. 

Turismo – Approvata dalla Regione Liguria la delibera che definisce i requisiti minimi per il riconoscimento ufficiale delle DMO (Destination Management Organization), gli organismi di gestione integrata dell’offerta turistica sul territorio. Lo ha annunciato  l’assessore regionale al Turismo Luca Lombardi.

“Siamo certi che le DMO possano diventare il motore strategico della pianificazione, promozione e commercializzazione dell’offerta turistica della Liguria – ha dichiarato Lombardi –. Abbiamo definito regole chiare, condivise con territori e Camere di Commercio, per costruire un sistema forte e competitivo”. 

Innovazione energetica, transizione ecologica e sicurezza ambientale  –“La Liguria è capofila di un importante progetto europeo: insieme a partner francesi e alle università italiane e transalpine, con “Vague” studieremo le potenzialità del nostro mare per la produzione di energia elettrica dal moto ondoso – ha dichiarato Ripamonti –. Il Mediterraneo non è l’oceano, ma crediamo che possa offrire opportunità significative anche in ottica Green Deal europeo 2030. L’obiettivo è rendere la Liguria sempre più competitiva nel campo delle rinnovabili, valorizzando le risorse del nostro mare”.

Tra i progetti in evidenza anche la candidatura di Genova a sede dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, sostenuta dal ministro Pichetto Fratin, che punta a valorizzare il ruolo di Ansaldo, Università di Genova e dei centri di ricerca liguri nel nuovo nucleare, in particolare sugli SMR e i reattori di IV generazione.

Altro tema chiave sono le Comunità Energetiche Rinnovabili: “Il governo ha stanziato 2 miliardi dal PNRR per sostenerle – ha spiegato Ripamonti – e la Liguria sta facendo la sua parte: a Vado Ligure abbiamo forse la CER più grande del Nord Italia e il primo sportello unico dedicato. Vogliamo accompagnare cittadini, imprese e associazioni per superare gli ostacoli burocratici e trasformare le idee in progetti concreti” Infine, approvati oltre 4,2 milioni di euro per installare sistemi di videosorveglianza in 149 piccoli comuni liguri, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza ambientale e contrastare l’abbandono dei rifiuti.

Export – “L’unico dato meno brillante riguarda l’export, che è sceso di 2,6 miliardi rispetto ai 10 dell’anno precedente. Ma si tratta di una flessione spiegabile con due fattori precisi. Il primo è legato al picco inflattivo registrato tra il 2022 e il 2023, che ha interessato il COC e i materiali petroliferi esportati dalla Liguria, generando un aumento di valore ma non di volumi. Il secondo motivo è connesso alla cantieristica: bastano 3 o 4 grandi navi in meno per determinare un calo di oltre un miliardo di euro nel fatturato. Per questo non ci sono particolari elementi di preoccupazione, anche perché il 60% dell’export regionale è rappresentato da alta tecnologia e materiali avanzati”, spiega De Molli. 

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Dichiarazioni vicepresidente Piana – “Il futuro delle aree rurali della Liguria passa da uno sviluppo sostenibile, dalle infrastrutture, dai servizi e dalle nuove imprese. Con il Complemento per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 abbiamo una leva concreta da oltre 205 milioni di euro per contrastare lo spopolamento, favorire l’insediamento di giovani, rilanciare le comunità interne e rafforzare la competitività del nostro sistema agricolo e forestale”. Così il vicepresidente della Regione Liguria con delega agli Enti locali, Alessandro Piana, in occasione della nona edizione del Think Tank Liguria 2030 The European House – Ambrosetti (TEHA Group), in corso oggi a Rapallo.

Il Complemento per lo Sviluppo Rurale (CSR) costituisce uno strumento fondamentale non solo per il settore primario, ma per tutto il tessuto economico e sociale delle aree interne. “In Liguria – sottolinea Piana – sono stati attivati 45 interventi mirati, con una programmazione lungimirante e coerente con le esigenze del territorio”. Tra questi spiccano gli interventi infrastrutturali (SRD07, SRD08, SRD09 e SRD11), che consentono di finanziare opere strategiche come reti viarie, infrastrutture idriche, sistemi digitali, impianti per energia da fonti rinnovabili, infrastrutture silvo-pastorali e irrigue e mezzi di trasporto scolastici più moderni e sicuri. “Si tratta – prosegue Piana – di opere indispensabili per garantire la qualità della vita, l’operatività delle imprese e l’attrattività delle aree montane”. Oltre 33 milioni di euro saranno destinati a queste misure, che prevedono anche un premio per i progetti condivisi da più enti pubblici con il coinvolgimento di soggetti privati, in un’ottica di governance partecipata e sviluppo locale. A questi si affiancano gli interventi per le start-up agricole e non agricole (SRE01, SRE02, SRE03, SRE04), con più di 13 milioni di euro destinati a favorire l’insediamento di giovani agricoltori e nuove imprese forestali o extra-agricole nelle zone rurali. “Diamo sostegno concreto – spiega il vicepresidente – a chi sceglie di vivere e lavorare nei nostri territori, anche su terreni abbandonati, attraverso un pacchetto integrato che prevede incentivi per l’avvio, l’ammodernamento e la diversificazione delle attività. Con il Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (FOSMIT) ci siamo già occupati, di interventi di messa in sicurezza e restyling dei centri urbani. Ora intendiamo avviare un’interlocuzione con il Governo per proseguire su questa linea, rafforzando gli investimenti nei territori montani, anche attraverso infrastrutture strategiche come gli impianti di risalita, ad esempio a Monesi e Santo Stefano d’Aveto”.

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