MACERATA – Se la notizia della cassa integrazione fino alla fine dell’anno per il comparto Moda (che nelle Marche conta 4.162 imprese di cui oltre il 60% artigiane) è stata sicuramente accolta con grande sollievo, resta nelle piccole imprese un clima di forte preoccupazione.
Le difficoltà strutturali del settore, l’assenza di segnali di ripresa e la mancanza di prospettive occupazionali alimentano un sentimento di incertezza diffuso. Il comparto, in particolare quello calzaturiero, continua a soffrire pesantemente, e le misure di sostegno – pur fondamentali – non bastano da sole a invertire la rotta.
“Dopo l’insediamento del Presidente Trump e l’annuncio di una possibile fine del conflitto in Russia, si era diffuso un clima di cauto ottimismo tra le imprese, vista l’importanza strategica di quei mercati per il settore moda – dichiara Lorenzo Totò, Vicepresidente interprovinciale e Presidente di Confartigianato Moda Marche –. Tuttavia, quell’entusiasmo iniziale si è spento rapidamente: le aziende non registrano alcun miglioramento, né arrivano segnali di crescita.
La situazione resta complessa – prosegue Totò –, il comparto calzaturiero, in particolare, continua a vivere una crisi strutturale. Sul fronte occupazionale, non si intravedono prospettive significative di assunzione: sebbene la speranza resti, dobbiamo essere realistici. Lo dimostra il fatto che si è dovuto ricorrere nuovamente alla cassa integrazione, che resta oggi l’unico strumento concreto a disposizione. E anche le fiere internazionali, seppur importanti, non sembrano in grado – purtroppo – di produrre un impatto reale sul rilancio delle imprese”.
La riattivazione dell’ammortizzatore sociale in deroga per le imprese della filiera moda, fortemente voluta da Confartigianato, rappresenta un segnale concreto di attenzione verso un comparto che sta affrontando sfide strutturali e congiunturali complesse, ma da sola non potrà certo risolvere i problemi profondi che affliggono il settore. Senza misure strutturali, investimenti mirati e una visione di medio-lungo periodo, il rischio è che gli ammortizzatori restino solo un tampone temporaneo, senza produrre effetti duraturi su occupazione e competitività.
“Il nostro impegno è massimo su tutti i livelli – prosegue il Presidente Totò – a livello nazionale, regionale e provinciale per sostenere le imprese del settore, con l’obiettivo di rafforzare la competitività e tutelare l’occupazione. La situazione per il comparto è complessa e la proroga degli ammortizzatori sociali era una richiesta pressante da parte delle imprese. Resta aperta, però, la questione della liquidità, su cui serviranno ulteriori interventi.
Abbiamo chiesto alla Regione di riconoscere premialità sui bandi regionali al comparto della moda per accompagnare il settore durante questa difficile fase e per sostenere progetti di efficientamento del sistema produttivo e per l’acquisizione di nuovi mercati”.
Entro fine di luglio è attesa la convocazione del tavolo nazionale della Moda presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Obiettivo: confrontarsi con le parti sociali e definire scenari futuri per un settore cruciale del manifatturiero.
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