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investimenti e infrastrutture a duplice uso


Nuovi scenari per i porti, infrastrutture vitali ma al tempo stesso vulnerabili in contesti di conflitto e guerra. Il tema dell’aumento delle spese per la Difesa nei Paesi NATO e la sua integrazione con le infrastrutture civili, in particolare i porti, è infatti al centro del dibattito anche in Italia.

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Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, si è espresso chiaramente su questo punto: il governo sta valutando di inserire anche le vie di accesso ai porti e gli investimenti negli scali portuali stessi nella lista delle infrastrutture che concorreranno al raggiungimento dell‘obiettivo NATO sulla spesa per la difesa.

Le spese per la Difesa

Recentemente, c’è stata una discussione sull’obiettivo di destinare il 2% del PIL alla difesa, e alcuni Paesi hanno persino proposto un innalzamento di questa soglia. L’Italia punta a raggiungere il 2% anche attraverso una rilettura contabile degli investimenti strategici. La visione proposta da Rixi è che gli investimenti in infrastrutture civili che hanno un potenziale duplice uso possano contribuire a questo obiettivo, ottimizzando le risorse.

Porti: infrastrutture a Duplice Uso

Il viceministro Rixi sottolinea che gran parte degli investimenti infrastrutturali previsti dal governo rientrano nei parametri della NATO perché hanno applicazioni che servono sia scopi civili che militari. L’Italia dunque necessita di reti di trasporto civile (strade, ferrovie, porti) che siano sufficientemente robuste e capaci da sostenere anche la mobilità militare in caso di necessità, con basi navali che possano fungere da supporto logistico e infrastrutture portuali adeguate ad operazioni militari.

I porti Candidati agli interventi

Un’analisi in corso da parte del governo si concentra su una mappa di 23 bacini portuali in Italia, da Nord a Sud. Tra le città candidate a ospitare i lavori di potenziamento per il duplice uso, vengono menzionate:

  • Genova
  • Monfalcone
  • Ancona
  • Palermo

I porti europei negli scenari di guerra

Del resto anche in Europa altri Paesi si stanno muovendo in questa direzione, come in Olanda, dove il porto di Rotterdam si sta preparando a scenari di guerra tra la NATO e la Russia. Designato dal ministero della Difesa olandese come nodo logistico strategico, lo scalo dovrà accogliere navi militari con permanenze prolungate in banchina.

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Le autorità portuali olandesi infatti, in coordinamento con il porto belga di Anversa, stanno riservando banchine per le navi cariche di forniture militari e pianificando lo smistamento dei carichi commerciali in modo da poter affrontare al meglio le conseguenze logistiche di un eventuale conflitto.

Boudewijn Siemons, CEO dell’Autorità Portuale di Rotterdam, ha dichiarato al Financial Times: “Non tutti i terminal sono in grado di gestire cargo militari. Se dovessero arrivare grandi quantità di equipaggiamenti militari, chiederemmo ad Antwerp o altri scali di prendere parte delle nostre capacità e viceversa. Lavoriamo insieme dove è possibile farlo”.

Esercitazioni militari e munizioni

Previste anche esercitazioni militari anfibie diverse volte l’anno, su richiesta della Nato. Le munizioni potranno essere trasferite in sicurezza da una nave all’altra al terminal dei container del porto olandese.

I diversi Paesi europei devono ora immagazzinare materiali essenziali: non solo petrolio, ma anche rame, litio, grafite e diversi altri materiali critici in caso di scenari bellici.

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