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Conferenza di Roma, dieci miliardi per l’Ucraina. Volenterosi “pronti” per una forza di peacekeeping


Giorgia Meloni: da qui primo passo per un “miracolo economico ucraino”. L’Italia può fare la differenza

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“L’entusiasmo, il dinamismo che le nostre imprese hanno dimostrato e stanno dimostrando, il genio e la creatività che tutto il mondo riconosce loro, dicono che il Sistema Italia può fare la differenza. È un impegno che trova oggi concretezza negli accordi che alcune tra le nostre principali aziende, Leonardo, Enel, Terna, Snam, Ferrovie, e ne sto citando solamente alcune, sottoscriveranno con le omologhe aziende ucraine”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nell’intervento alla sessione plenaria della Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina, a Roma. “Parliamo ovviamente di iniziative concrete, focalizzate su progetti strategici capaci di disegnare un cambiamento reale, restituendo il segno di un impegno corale del nostro sistema produttivo. Un impegno – ha sottolineato Meloni – che si muove ovviamente parallelamente a quello che è stato messo in campo dal governo, dalle istituzioni, nelle loro diverse articolazioni. E questa conferenza ci offre l’opportunità di sottoscrivere numerose intese”.

 “Sappiate che saremo al vostro fianco, insieme alle istituzioni finanziarie, a realtà come Sace, Simest, Cdp, che sostengono l’internazionalizzazione delle imprese, per mettervi nelle condizioni migliori per poter operare, non solo sul fronte delle assicurazioni, che sono necessarie per chi investe, contro i rischi derivanti conflitto, ma anche per esplorare nuove opportunità in ambiti strategici, dall’agroindustria alla meccanica avanzata, l’industria chimica e i trasporti”, ha aggiunto.

Ha avvertito inoltra la presidente del Consiglio: “Il cammino della ricostruzione non sarà facile, sarà pieno di insidie ma porta con sé incredibili opportunità. E gli italiani sanno molto bene quello di cui sto parlando, perché siamo quel popolo che sulle macerie della Seconda guerra mondiale ha costruito il miracolo economico degli anni ’60. Anche la nostra, allora, era una nazione distrutta, che affrontava difficoltà enormi, eppure ce l’ha fatta, si è rialzata, con determinazione, orgoglio, operosità, è diventata la potenza economica e industriale che oggi tutti conoscono. Mi piace pensare he questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina. E costruiremo quel miracolo insieme, per noi, per voi, perché ogni scuola, ogni ospedale e campanile che ricostruiremo, sarà un pezzo di noi stessi che avremo ricostruito, un pezzo d’Europa che riconsegneremo alla storia e ai nostri figli”.

 “Per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra non bastano soldi, ingegneri, architetti, operai”, ha inoltre osservato Meloni, “serve qualcosa di più, il sentimento che il popolo ucraino più di tutti ha dimostrato di conoscere, l’amore di patria, l’amore per la libertà, la volontà di garantire per i propri figli un futuro di prosperità e benessere. 
“Senza amore di patria, tutto quello che facciamo perde di senso – ha aggiunto -. Non è un caso che l’Italia abbia scelto di occuparsi di alcuni dei simboli e luoghi che compongono il mosaico identitario della nazione ucraina: il luogo è Odessa, i simboli sono la cattedrale della Trasfigurazione, la Filarmonica, il museo delle belle arti, gemme di un patrimonio culturale splendido che ci appartiene come europei e che come europei vogliamo proteggere perché possa essere consegnato a chi verrà dopo di noi”



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