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Tabo, la startup innovativa per il fotovoltaico italiano


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Immagine da Depositphotos

Nel panorama fotovoltaico italiano si affaccia un’interessante novità: si tratta della startup Tabo che propone un modello operativo interamente digitale con l’obiettivo di semplificare l’accesso all’autoproduzione energetica e ridurre i tempi di installazione

L’installazione di un impianto di produzione energetica fotovoltaica è spesso rallentata da procedure burocratiche complesse e da un’impostazione commerciale tradizionale.

In questo ambito emerge l’esperienza di Tabo, impresa fondata nel 2022 da Nima Oulomi, che ha digitalizzato l’intero processo di installazione fotovoltaica per clienti residenziali e piccole imprese, adottando un modello di vendita basato su efficienza operativa, automazione e trasparenza.

Particolare anche il profilo del fondatore, classe 1997, della startup che ha intrapreso un percorso atipico per l’imprenditoria energetica italiana: formazione universitaria abbandonata in favore di un ingresso anticipato nel mondo del lavoro e una prima esperienza professionale in una Pmi del settore, nel Nord-Est.

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Qui, Nima ha potuto individuare e dare risposta alle principali inefficienze del comparto: tempi di installazione lunghi, mancanza di trasparenza nei costi, scarsa digitalizzazione delle procedure.

Strategia di crescita della startup: bootstrapping

Tabo nasce senza l’apporto di investimenti esterni, seguendo un approccio in bootstrapping: ogni risorsa generata viene reinvestita per alimentare la crescita interna.

Già nel primo anno di attività, l’azienda installa 50 impianti, raggiungendo un fatturato di circa 1 milione di euro e costituendo un team iniziale di 10 unità. Nel corso del 2024, la crescita si consolida: il numero di impianti installati raggiunge quota 199, con un incremento del 270% nel personale e un fatturato che supera i 3,3 milioni di euro.

L’investimento in un nuovo quartier generale – una struttura di oltre 600 m2 alimentata da energia fotovoltaica – rientra in una strategia di internalizzazione delle competenze e ottimizzazione dei flussi operativi. La sede operativa è pensata per sostenere una cultura aziendale orizzontale, data-driven e orientata alla rapidità decisionale.

Il principale elemento distintivo di Tabo risiede nell’infrastruttura digitale a supporto del servizio. Il configuratore online consente al cliente di dimensionare in autonomia l’impianto in pochi minuti, mentre la consulenza da remoto e la gestione digitale della documentazione burocratica permettono di contenere i tempi di attivazione.

Secondo i dati forniti dall’azienda, il tempo medio di installazione si attesta tra i 5 e i 20 giorni, a fronte di una media nazionale superiore ai 60.

La proposta è rivolta prevalentemente a utenti residenziali e microimprese localizzate in Veneto e Friuli-Venezia Giulia, con oltre 350 impianti installati a partire dal 2022. Il risparmio medio in bolletta dichiarato si aggira attorno all’80%, mentre il beneficio ambientale stimato – in termini di CO2 evitata – è di oltre 7 milioni di kg in un arco temporale decennale.

Prospettive di espansione e modelli operativi alternativi

Nel 2025, l’azienda prevede l’estensione del servizio all’intero territorio nazionale, puntando su una piattaforma di vendita digitale e su un processo interamente automatizzato.

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Al di là delle performance economiche, il caso Tabo è indicativo di una tendenza più ampia all’interno del comparto energetico italiano: la nascita di imprese guidate da giovani under 30 che, pur in assenza di capitale iniziale, riescono a intervenire su segmenti di mercato specifici mediante modelli digitali, agili e ad alta intensità tecnologica.

Resta da verificare, nel medio termine, la tenuta di questo modello in un contesto di concorrenza crescente e di evoluzione normativa, nonché la sua capacità di integrarsi con i grandi operatori del settore.

Ma l’esperienza maturata sul campo da Nima Oulomi e dal suo team rappresenta già oggi un caso di studio nell’ambito delle microimprese che operano nella transizione energetica.

Crediti immagine: Depositphotos





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