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“Il FEG sia integrato con il Fondo Sociale Europeo Plus”


Si è svolta oggi, presso la Commissione XI Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati, l’audizione dei consiglieri del CNEL Paolo Pirani e Francesco Rotondi in merito alla proposta di modifica del Regolamento UE 2021/691 sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG). Al centro dell’intervento, la richiesta di estendere le tutele anche ai lavoratori la cui espulsione dal lavoro è imminente, nell’ambito di ristrutturazioni aziendali.

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Il CNEL ha presentato una Memoria alla Commissione, sottolineando l’importanza di trasformare il FEG in uno strumento non solo emergenziale, ma anche preventivo, capace di intervenire prima che la perdita del posto di lavoro si concretizzi. Il documento europeo, denominato “proposta di modifica del 1° aprile 2025”, mira proprio a estendere il raggio d’azione del FEG, introducendo una maggiore flessibilità e una risposta più tempestiva ai cambiamenti del mercato del lavoro.

“Auspichiamo un coordinamento rafforzato tra il FEG e il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+)”, ha affermato Pirani, evidenziando come la complementarità tra i due fondi possa offrire un supporto strutturale di lungo termine. Secondo il consigliere, le modifiche proposte dalla Commissione rappresentano un’evoluzione pragmatica, ma che necessita di maggiore sinergia per produrre effetti significativi sul reinserimento e la riqualificazione professionale.

A fargli eco, Francesco Rotondi, che ha sottolineato come il fenomeno dell’espulsione lavorativa debba essere affrontato “senza contaminazioni ideologiche, perché in gioco ci sono diritti fondamentali e la tenuta sociale del sistema produttivo”. Il consigliere ha illustrato criticità e suggerimenti emersi dall’analisi tecnica della proposta, ponendo l’accento sul bisogno di interventi tempestivi per contrastare l’obsolescenza delle competenze in un mercato del lavoro in rapida trasformazione.

Il Governo italiano, tramite la relazione del Ministero del Lavoro datata 5 maggio 2025, ha accolto con favore l’obiettivo della riforma, ma ha anche chiesto ulteriori chiarimenti in merito alla flessibilità delle misure applicabili, alla loro calibratura sulle esigenze dei beneficiari e al coinvolgimento delle imprese nei cofinanziamenti.

Il sostegno alla proposta di modifica è stato espresso anche dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), che in sede plenaria il 19 giugno 2025 ha sottolineato la necessità di includere categorie vulnerabili attualmente escluse, focalizzandosi anche sul sostegno alle regioni più colpite dalle ristrutturazioni e sull’integrazione degli strumenti europei esistenti.

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Anche le parti sociali audite dalla Commissione l’11 giugno hanno appoggiato la trasformazione del FEG in uno strumento più proattivo, capace di promuovere una governance multilivello. Tra le criticità ancora presenti, hanno segnalato la natura temporanea dei fondi, legata al ciclo di programmazione 2021-2027, e hanno auspicato un maggiore coinvolgimento nella fase di progettazione degli interventi.

Foto: CNEL





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