In un contesto economico globale ancora segnato da tensioni geopolitiche, incremento dei costi e frammentazione normativa, il mercato delle ristrutturazioni aziendali si prepara a una nuova ondata di operazioni. A dirlo è l’edizione 2025 della Turnaround and Transformation Survey di AlixPartners, che per il ventesimo anno consecutivo ha raccolto le opinioni di 166 professionisti dell’area EMEA attivi nei processi di restructuring: avvocati, banche, advisor e operatori industriali (si vedano qui il comunicato stampa e qui l’intero report).
Il quadro che emerge è quello di una crisi strutturale che sta interessando l’automotive, il retail e il manifatturiero in tutta l’area EMEA. In particolare, l’82% degli intervistati individua nel comparto auto il settore più a rischio nel 2025, seguito dal retail (43%) e dal manifatturiero (36%). Le cause principali risiedono nell’interruzione delle catene di fornitura, nella pressione inflattiva sui costi e in un deterioramento generale delle condizioni di credito. Il 70% prevede ulteriori shock nella supply chain nei prossimi 12 mesi e il 63% si aspetta una contrazione della crescita economica globale. Secondo 97% degli intervistati, le tensioni commerciali, i conflitti globali, l’evoluzione normativa e legislativa rappresentano fattori destinati ad alimentare direttamente la crisi delle imprese in EMEA. Oltre una dozzina di paesi ha cambiato governo nel corso dell’ultimo anno. Gli esperti di ristrutturazione segnalano che le tensioni geopolitiche continueranno a essere la principale causa di difficoltà aziendali nei prossimi 12-24 mesi.
Anche in Italia lo scenario si presenta articolato. Come sottolinea Gian Luca Petruzzi, partner di AlixPartners, il mercato nazionale presenta fragilità specifiche nel comparto moda e nei settori energivori come ceramica, vetro e carta, dove pesa un differenziale di costo significativo rispetto ai competitor europei e asiatici. “Per affrontare questi processi di trasformazione occorrerà un mix di fattori tra cui procedure stragiudiziali efficaci, un contesto favorevole all’ingresso di nuovi investitori e, per alcuni settori, interventi normativi sui fattori produttivi come lavoro ed energia”, ha dichiarato Petruzzi.
Nel 2024 in Italia si è registrato il numero più alto di ristrutturazioni extragiudiziali, con 1.089 procedimenti di Composizione Negoziata della Crisi (CNC), quasi il doppio rispetto al 2023 (si veda qui l’Insight View di BeBeez, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Paolo Rinaldi, partner & Managing Director di AlixPartners, ha commentato: “La maggiore diffusione dello strumento è accompagnata da un miglioramento qualitativo: quasi il 25% delle imprese non richiede misure protettive e meno del 50% chiede deroghe ai requisiti minimi di capitale. Ma resta margine per rafforzare la fiducia delle imprese”.
Dal report emerge poi un giudizio netto sulla natura temporanea di molte soluzioni adottate negli ultimi due anni. Il 75% degli intervistati prevede un aumento delle ristrutturazioni stragiudiziali nei prossimi 12 mesi, ma segnala che gli strumenti come gli “amend & extend” o le operazioni di liability management non risolvono i problemi strutturali: solo il 50% li ritiene utili a contrastare inefficienze operative e molti operatori temono che le imprese che hanno prorogato il debito nel biennio 2023–2024 si ritrovino nuovamente in difficoltà entro il 2027.
L’intelligenza artificiale, invece, viene vista come una leva strategica. Quasi l’80% degli operatori del restructuring considera i progressi dell’IA una risorsa cruciale per la sopravvivenza e il rilancio delle imprese. Mauro Trabatti, partner & managing director di AlixPartners, ha osservato: “In un contesto macro così difficile molte aziende possono essere tentate di rimandare decisioni strategiche, ma la paralisi non è una strada percorribile. La capacità produttiva è tanto importante quanto il controllo dei costi”.
Lo studio conferma un trend già delineato in precedenti analisi AlixPartners, come quella di inizio 2024 in tema di capacità dei manager di gestire la disruption, cioé lo spiazzamento di aziende, mercati e valori come risultato di cambiamenti economici, sociali, ambientali, politici, normativi o tecnologici. (si veda altro articolo di BeBeez)
L’attuale ciclo di ristrutturazioni si presenta quindi come una fase non solo difensiva ma trasformativa. In quest’ottica, l’Italia si sta ritagliando uno spazio crescente, sia in termini di operatività che di evoluzione normativa. Resta da verificare se le misure oggi disponibili saranno sufficienti a sostenere un ulteriore aumento della complessità nei prossimi trimestri, oppure se serviranno ulteriori riforme sul fronte della competitività industriale.
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